È da più di un anno che l’intera popolazione mondiale sta combattendo il nuovo virus che ha causato una pandemia globale. È dal 2020, infatti, che l’intera popolazione mondiale sta convivendo con crisi e disagi che il COVID-19 ha causato a moltissime imprese, attività, sistemi sanitari, famiglie e persone. Molte sono state le misure dure e restrittive che i governi delle nazioni del mondo hanno preso come misure per il contenimento del contagio da nuovo Corona virus, a partire dall’utilizzo della mascherina e dal mantenimento della distanza di sicurezza di un metro, fino alla più dolorosa di tutte, il lockdown. Ognuna di queste misure ha cambiato la vita, le abitudini e soprattutto il modo di pensare delle persone, rivoluzionando qualsiasi cosa a partire dal lavoro con lo smart working.

Il virus che ha chiuso il mondo ma non ha bloccato le attività illecite

Come già sottolineato, molte sono state le misure restrittive prese da parte dei governi per garantire il contenimento del contagio dal nuovo Corona virus. Una delle tante è stata proprio il lockdown che ha obbligato tantissime attività, ad eccezione di quelle adibite al settore alimentare e farmaceutico, a rimanere chiuse e inducendo così i cittadini di tutto il mondo a rimanere a casa. Questa misura, proprio quella del lockdown, ha messo in ginocchio moltissime imprese e attività che a questo punto hanno saputo reinventarsi puntando sull’online. Il lavoro è diventato smart e qualsiasi attività, persino quelle illecite come la prostituzione e lo spaccio, si sono spostate su internet. Ed ecco che accanto ai negozi, anche le escort Bologna e del mondo hanno creato siti internet, lavorando in smart working.

Smart working: adatto a tutte le attività (a quanto pare)

Ebbene sì, ogni attività sia lecita che illecita nel periodo del lockdown si è cimentata nello smart working. Come? È molto semplice. Spacciatori, escort e criminali simili hanno avuto modo di continuare a lavorare proprio grazie a internet, con i suoi social network, siti e canali di incontri e piattaforme di messaggistica digitale. Parliamo, infatti, di siti di incontri, dei social media più influenti come Facebook, WhatsApp e Telegram e dei loro gruppi occulti e dei nuovi siti di incontri di svago creati appositamente per la compravendita dei corpi delle donne.

Basta cercare su Google e di siti di questo tipo se ne trovano a bizzeffe. In ognuno è possibile trovare, poi, profili e profili di prostitute ben curati – qualcuno anche meglio di qualche beauty o fashion blogger e influencer – ben accessoriati di foto, video e recensioni che non mancano mai per una migliore attività. Ogni profilo è curato e tenuto d’occhio dai manager di queste sventurate e infelici ragazze che altro non sono che i protettori che ultimamente si improvvisano anche social media manager. Parliamo di uno smart working che avviene via webcam o messaggi – un po’ come quelle video conferenze in diretta – e che spesso sfociano in incontri face-to-face nonostante i rischi di questo virus. Ciò che sta accadendo va fermato e il più presto possibile. La prostituzione e la compravendita di un corpo è qualcosa di deplorevole e per cui definirla violenza non ha scuse.