Decine di persone sono state uccise o ferite in un’esplosione in un campo profughi nella zona di Rafah, ha detto il ministero della Sanità a Gaza gestito da Hamas.
Domenica sera Israele ha compiuto una serie di grossi bombardamenti su Rafah e un campo profughi a Tel al-Sultan, l’ultima città della Striscia di Gaza che non ha ancora invaso e in cui l’esercito israeliano ha iniziato una graduale offensiva all’inizio di questo mese.
Devastante raid sulla tendopoli di Tel al-Sultan, nel quartiere nord-occidentale di Rafah. Un campo profughi, teoricamente “zona sicura”. Israele sostiene di aver preso di mira con armi di precisione alcuni comandanti di Hamas, il risultato sono però decine e decine di morti in un luogo designato dall’occupazione israeliana come area umanitaria.
Video mostrano cadaveri ustionati e sciolti a terra tra le macerie, donne che urlano, una nuova strage di civili nella città dove sono rifugiati 700 mila sfollati.
L’attacco è avvenuto poche ore dopo che Hamas aveva lanciato otto razzi da Rafah verso Tel Aviv, il primo attacco a lungo raggio sulla città da gennaio.
In un comunicato diffuso dopo l’esplosione di domenica notte all’interno di Gaza, l’IDF ha affermato di aver “eliminato” due esponenti di spicco di Hamas – Yassin Rabia e Khaled Nagar – in un attacco aereo “preciso” nel nord-ovest di Rafah.
Le autorità gestite da Hamas hanno affermato che 35 persone sono state uccise e decine ferite in un campo per sfollati palestinesi a nord-ovest di Rafah, lontano dalle recenti operazioni militari in una zona designata come sicura dal punto di vista umanitario.
Si dice che tra i morti ci siano donne e bambini.
È probabile che il bilancio delle vittime aumenti poiché le operazioni di ricerca e salvataggio continuano nel quartiere Tal al-Sultan di Rafah, a circa 2 km a nord-ovest del centro della città, ha detto un portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese citato dall’agenzia di stampa Associated Press.
Un testimone oculare ha detto all’agenzia di stampa Reuters che l’intero quartiere di Tal Al-Sultan è stato “bruciato”.