Compie oggi 51 anni Ethan Hawke, attore sposato con Uma Thurman e da cui ha avuto due figli: Maya e Levon. Ethan e Uma hanno iniziato la relazione dopo aver recitato insieme in “Gattaca” (1997), nel 2005, però, la coppia ha divorziato. L’attore nato a Austin è noto per aver recitato ne “L’attimo fuggente” (1989), nella trilogia di Richard Linklater (“Prima dell’alba”, “Prima del tramonto” e “Before Midnight“), in “Training Day” (2001), in “Sinister” (2012), in “Boyhood” (2014) e in tanti altri film. Il suo debutto cinematografico, tra l’altro, coincide con River Phoenix nel film “Explorers” (1985), diretto da Joe Dante.

“L’attimo fuggente”

Impossibile non citare il magnifico lavoro di Peter Weir che ha contribuito a consolidare la carriera di un diciannovenne Ethan Hawke, qui nei panni di Todd Anderson. L’attore di Austin è stato formidabile nell’interpretare un ragazzo timido, riservato e amante delle lezioni di John Keating (Robin Williams). Tra l’altro, è proprio lui il primo allievo di Keating a salire sul banco e a salutare il professore e con il verso di Whitman O Capitano!, mio capitano!“. 

La trilogia di Richard Linklater

A consacrare definitivamente la carriera di Ethan Hawke ci pensa Richard Linklater, dando inizio alla famosa trilogia composta da “Prima dell’alba” (1995), “Prima del tramonto” (2004) e “Before Midnight” (2013). Ethan interpreta Jesse, un giovane ragazzo americano che, come la sua partner Céline (Julie Delpy), non riesce ancora a maturare del tutto ed è in cerca della propria strada. La trilogia ha portato Ethan Hawke a collaborare con Linklater anche in altre pellicole come “Boyhood“.

“Training Day”

Antoine Fuqua dirige questo action movie adrenalinico che vede Denzel Washington e Ethan Hawke protagonisti. Il risultato è stato eccezionale visto il successo ottenuto e la vittoria di Denzel Washington agli Oscar del 2002 come miglior attore protagonista. Anche Ethan Hawke è stato candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista, ma in quell’anno il premio lo vinse Jim Broadbent per “Iris – Un amore vero” (2001). Il ruolo di Ethan Hawke, inizialmente, doveva andare a Eminem ma il rapper ha dovuto rinunciare perché era troppo sul set di “8 Mile” (2002). Ethan ha interpretato ottimamente Jake Hoyt, un poliziotto alle prime armi e di stampo teorico a cui viene affiancato Alonzo Harris (Denzel Washington), più pratico rispetto al partner.

“Sinister”

Il sito inglese Broadbandchoices, attraverso un esperimento scientifico, ha decretato quale sia il film dell’orrore più pauroso di tutti i tempi. L’esperimento consisteva nel radunare un panel di 50 persone e metterle dentro una sala buia con audio surround 5.1 facendoli vedere gli horror più amati della storia del cinema. Gli spettatori hanno indossato un cadiofrequenzimetro, che ne ha registrato i battiti cardiaci durante tutto il tempo delle visioni, per un totale di 120 ore di immagini paurose.

La vittoria è andata a “Sinister“, con 86 bpm medi degli spettatori, ossia il 32% in più della loro frequenza a riposo, che era in media di 65. Nelle scene più terrificanti o durante il jump scare, il film ha segnato un picco medio di 131 bpm. Ethan Hawke ha interpretato molto bene Ellison Oswalt, uno scrittore specializzato in storie vere basate su delitti atroci. Lui si trasferisce in una casa che è stato evento di una tragedia familiare su cui sta scrivendo un libro da cui ne sembra ossessionato.

“Boyhood”

Con “Boyhood” l’attore di Austin è stato candidato ai Golden Globe e agli Oscar 2015 come miglior attore non protagonista. Pur non vincendo entrambi i premi, Hawke ha fatto una performance pazzesca, interpretando un padre immaturo nonché fumatore incallito. Un aspetto interessante della pellicola è che la lavorazione è durata 12 anni, dal 2002 al 2014. Questo proprio per raccontare la crescita di Mason (Ellar Coltrane) e il rapporto con i genitori divorziati (Ethan Hawke e Patricia Arquette).

Auguriamo tanti altri anni di lavoro a Ethan Hawke, nell’attesa di vederlo in “Black Phone“. Questo film segna il ritorno della coppia Hawke – Derrickson dopo “Sinister“.

Jacky Debach

Seguici su

Facebook, InstagramMetròLa Rivista Metropolitan Magazine