Il cinema italiano non sarebbe stato lo stesso senza di lui. Il 10 maggio di 91 anni fa, nasceva a Trevico l’indimenticabile Ettore Scola. Un personaggio che lascia un segno indelebile – prima come sceneggiatore, poi come regista – grazie alla sua unicità nel raccontare le mille sfaccettature del nostro paese. Una voce autentica, coraggiosa, romantica e al contempo disillusa, quella di Scola. Un cinema dolceamaro, in cui l’eco della commedia all’italiana si mischia perfettamente con uno spiccato senso di realismo; la critica lo definirà giustamente di ‘’impatto sociale’’.
Ettore Scola, dal cinema al primo amore: il disegno
‘’Ci ha insegnato che si può ridere di tutto.’’
Silvia Scola, regista, sceneggiatrice, scrittrice, figlia di Ettore Scola
Il primo amore fu il disegno. Il giovane Scola – arrivato da poco a Roma, alla fine degli anni Quaranta – inizia a collaborare con il Marc’Aurelio, settimanale di stampo satirico per cui realizza vignette e caricature. Un’esperienza profetica che conferisce al futuro regista quella cifra umoristica e dissacrante tipica di molti dei suoi personaggi. È lo stesso Scola a raccontare, anni dopo, come la realtà del Marc’Aurelio gli abbia insegnato l’importanza del concetto di ‘’gruppo’’ anche nella costruzione di un film. Il cinema, afferma, è un lavoro di gruppo che deve essere necessariamente legato dall’amicizia.
Scola sceneggiatore e l’esordio alla regia
Prima di innamorarsi della macchina da presa, Scola scriverà numerosi film come sceneggiatore, spesso collaborando con Ruggero Maccari. Tra i vari, impossibile non citare ‘’Il Sorpasso’’ – regia di Dino Risi – ritratto poetico e disincantato dell’Italia del boom economico. Una storia in cui, attraverso l’incontro insolito tra i due protagonisti – interpretati da Vittorio Gassman e Jean-Luis Trintignant – si racconta la sacralità del valore dell’amicizia. È il 1964 a segnare l’esordio alla regia per Scola: esce ‘’Se permettete parliamo di donne’’, film a episodi scritto a quattro mani con Maccari. È solo l’inizio.
Il realismo romantico del cinema di Scola
Una produzione meravigliosamente variegata, che prende ispirazione dal presente e dal passato, per raccontare la nostra Italia con quel realismo romantico che porta inesorabilmente lo spettatore a un momento di profonda riflessione. Scola crede fermamente nel potere universale del cinema; lo ritiene l’unico mezzo comunicativo che abbia la reale capacità di cambiare le cose. Ed è proprio grazie a questo suo credo, che riesce a portare sul grande schermo degli spaccati della nostra realtà che colpiranno nel segno.
Ci racconta la periferia romana degli anni Settanta in ‘’Dramma della gelosia’’, pellicola tragicomica – con Vitti, Mastroianni e Giannini – che parla dell’amore in tutte le sue forme. Analizza il ruolo emblematico del potere con Gianni Perego, personaggio interpretato da Gassman in ‘’C’eravamo tanto amati’’. Con ‘’Una giornata particolare’’ ci permette di immergerci in una realtà, come quella del regime fascista, che non dobbiamo dimenticare. Questi sono solo alcuni esempi di una filmografia che andrebbe analizzata e riscoperta continuamente.
Ettore Scola, un uomo che ha creduto nel cinema
‘’Il mio lavoro mi ha confermato l’importanza che il cinema ha per chi lo vede, non solo per chi lo fa. È una festa mobile.’’
Un uomo che ha creduto fino alla fine nella potenza del cinema. Del suo cinema. Ettore Scola ci ha permesso, con i suoi ritratti crudeli e nostalgici, di vivere la nostra storia. Davanti ai suoi film siamo spettatori attivi. Con il potere e il dovere di cambiare l’avvenire.
Caterina Frizzi