“Euforia”: la bellezza protegge la bellezza

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Di Redazione Metropolitan

Euforia è un film diretto nel 2018 dall’attrice e regista Valeria Golino con attori protagonisti Riccardo Scamarcio, Valerio Mastrandrea, Jasmine Trinca, Valentina Cervi ed Isabella ferrari. Euforia è stato presentato durante il Festival di Cannes nello stesso anno, successivamente è stato candidato ai David di Donatello nel 2019.
Valeria Golino torna alla regia dopo Miele. Un tocco registico tecnicamente impeccabile.
Una storia semplice ma ricca di spunti narrativi che vengono seminati qua e là disperdendo del potenziale. Si può e si deve fare di più, non demordere Valeria!

Euforia
Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea in una scena del film – photo credits: web

La storia di due fratelli nella Roma contemporanea

Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea sono due fratelli con un passato tutto sommato felice. La loro fratellanza li ha uniti per gran parte della vita. Eppure la distanza e le loro vite da adulti non sono più così complementari. Ettore e Matteo finiscono per sentirsi un po’ estranei l’uno con l’altro. Matteo è un giovane imprenditore, omosessuale con una vita ricoperta dagli agi e amici particolarmente vivaci. Il suo appartamento, un mix letale tra arte contemporanea e futurismo eclettici, trasudano problemi di dipendenza, la sua anima galleggia e annega continuamente, specie quando le luci del suo appartamento si spengono.

Ettore è un padre, un insegnante modesto con una vita umile. Ha una moglie che non ama più da molto tempo, un nuovo amore distante e una madre sempre molto presente.
La malattia di Ettore trasforma le giornate di Matteo che si sobbarca letteralmente del problema pur di sostenere il fratello nella terribile avventura. Due uomini opposti si scopriranno progressivamente in un viaggio che non è tanto verso la fine di qualcosa, ma verso l’inizio ed il progressivo, lento procedere di un legame. Un rapporto che oltrepassa qualsiasi ostacolo. Un abbraccio sofferto che racchiude il potenziale inespresso dal film proprio come quello stormo di uccelli, sempre uniti a cambiare rotta, ma insieme.

Euforia
Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea in una scena del film-photo credits: web

L’importante è perseverare

Euforia ha un potenziale inespresso. Questa è la sensazione che si percepisce guardando il film diretto da Valeria Golino. Un vero peccato dato che la storia sebbene non presenti una trama inusuale, ma piuttosto semplice e spontanea come nella vita di tutti i giorni, sembra non riuscire a toccare alcune corde emotive. La storia di Matteo ed Ettore conta ovviamente molto sull’interpretazione degli attori protagonisti, soprattutto sugli sguardi di Riccardo Scamarcio. Matteo riesce a nascondere i suoi sentimenti e tutte quelle preoccupazioni che gli recano solo affanni e disperazione, angoscia esistenzialista. Riccardo Scamarcio è un moderno Marcello Mastroianni. Vive una dolce vita a suo modo, ma la parte dolce è rimasta ancorata al suo passato di fratello minore e quel legame è la chiave di volta per scusarsi con Ettore e ritrovare una parte di se che ha difficoltà a riemergere.

euforia
Valerio Mastandrea in una scena del film-photo credits: web

Euforia risente della mancanza di personaggi secondari ben scritti e clichè di una Roma alto borghese, ricca di luoghi comuni. Sarebbe stato interessante mostrare soprattutto il legame dei due fratelli nella loro città natale, poco distante dalla capitale.
Gli amici dell’imprenditore sono delle macchiette piatte e figure di contorno ai fini della trama. Nella prima parte di Euforia ci viene presentata la vita di Matteo. Un dialogo interessante coinvolge il giovane Matteo con un prete per la vendita di un progetto. La religione sembra essere un filo narrativo importante all’interno della storia e della vita dei personaggi ma il messaggio viene limitato o non approfondito.

L’impressione purtroppo che si ha è che Euforia semini per mancanza di tempo, di una buona scrittura e di un montaggio adeguato, temi e pensieri, riflessioni che non hanno modo di venire a galla. Si è distratti da riprese estetiche ricercate ma oggettivamente apparenti. Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio riescono tuttavia a esprimere emozioni diverse e verosimili, che permettono al film di risollevarsi spesso tra uno scivolone e l’altro.

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Silvia Pompi