Eyes Wide Shut: il testamento di Stanley Kubrick

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Di Chiara Cozzi

Stanley Kubrick si è congedato per sempre dalle scene nel 1999, a causa di un infarto che lo colpì nel sonno, ma ci ha lasciato un ultimo capolavoro. Eyes Wide Shut rappresenta l’eredità del regista americano, che ci ha donato un grandissimo patrimonio artistico di cui quest’ultimo lavoro ne è la perfetta summa, quasi come un testamento universale.

Alice (Nicole Kidman) dorme accanto alla maschera di Bill (Tom Cruise) in una delle scene più celebri di "Eyes Wide Shut" - immagine web
Alice (Nicole Kidman) dorme accanto alla maschera di Bill (Tom Cruise) in una delle scene più celebri di “Eyes Wide Shut” – immagine web

Eyes Wide Shut, la fine di un’epoca

Eyes Wide Shut sembra quasi porsi come spartiacque tra il secondo e il terzo millennio. È il film simbolo di un’epoca registica difficilmente dimenticabile, una stagione cinematografica memorabile lunga un secolo.
Con il film se ne va un pezzo di storia del cinema importante, il suo regista, uno dei capisaldi del Novecento cinematografico, e se ne va il secolo stesso. In più è l’ultimo film in cui ha recitato insieme una delle coppie simbolo degli anni ’90: Tom Cruise e Nicole Kidman, che dopo la pellicola divorzieranno, quasi come colpiti da una maledizione analoga a quella che si riversa sui personaggi che interpretano nel film.

Nicole Kidman (Alice) e Tom Cruise (Bill) in una scena del film - immagine web
Nicole Kidman (Alice) e Tom Cruise (Bill) in una scena del film – immagine web

Stanley Kubrick, tra tecnica e critica

Abbiamo definito l’opera di Kubrick, tratta dal romanzo Doppio Sogno di Arthur Schnitzler, la summa della sua carriera registica per dei motivi ben precisi. Sappiamo infatti che il regista ha sempre sperimentato, cimentandosi tra i generi più disparati; qui sembra evidente la volontà di mixarli, creando un film estremo che si destra tra l’onirico e l’erotico più esplicito, percorrendo comunque la strada del thriller.
Bill (Tom Cruise) si imbatte infatti in un percorso impervio da cui vuole disperatamente uscire ma che lo trattiene con potenza attraente, lasciva, lussuriosa.

Combatte contro se stesso e contro forze aliene per non cadere vittima di una società borghese che Kubrick punta a criticare, evidenziandone le manie, i vizi e i feticismi.
L’upper class americana è rappresentata come una setta dedita a riti orgiastici che sfociano in sacrifici di giovani baccanti, ricoperta da una spessa patina di omertà che finisce per colpire Alice (Nicole Kidman), ignara della vita del marito che ormai sembra essersi sdoppiata e sempre più vicina ad un punto di non ritorno.

Una scena del film - immagine web
Una scena del film – immagine web

Con l’ultimo film della sua carriera Stanley Kubrick ci ha lasciato un bagaglio dalla pesante dignità artistica e storica, nonché emotiva. Quasi come se avesse saputo ciò che gli sarebbe successo, ha voluto lasciare a bocca aperta per un’ultima volta, mettendo la sua firma al XX secolo.
Gli anni 2000 non sarebbero mai più stati gli stessi.

Chiara Cozzi

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