Tanta attesa per scoprire finalmente quali circuiti faranno parte del calendario di F1 in questo 2020 particolare. Le richieste ci sono, i protocolli di sicurezza sono quasi ultimati e la volontà certo non manca; tutto si muove dietro le quinte del Circus facendo ormai ben sperare nel via del mondiale in Austria.

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Red Bull – Photo Credit: Red Bull F1 Official Twitter Account

Circuiti calendario F1 – Speranze olandesi

Il 3 maggio doveva essere la domenica del grande ritorno, dopo l’ultima bandiera a scacchi sventolata per Lauda nel 1985; dopo 35 anni il circuito di Zandvoort era pronto a tornare, ma adesso il suo futuro sembra vacillare. In Olanda vige infatti il divieto di grandi eventi fino al 1° settembre, situazione che ha portato a dubitare della realizzazione del Gran Premio; inoltre lo svolgimento di esso a porte chiuse è un’opzione che non vorrebbe essere presa dagli organizzatori, anche se con tutta probabilità sarà l’unica soluzione da scegliere.

Tanti circuiti sperano in realtà nelle porte chiuse per il semplice fatto che tale scelta porterebbe ad alcuni vantaggi economici in futuro. Jan Lammers, capo del GP d’Olanda, avrebbe dichiarato che in tanti hanno dato la disponibilità a disputare l’evento senza pubblico; in cambio di questo “favore” avrebbero però chiesto di rimodulare il contratto, soprattutto visto che per alcuni GP i biglietti sono fonte di guadagno nonché di sopravvivenza. Una sorta di “do ut des”, un dare in cambio di qualcosa; insomma spalti vuoti ma, per esempio, una tassa di ingresso minore di quella attualmente concordata. Una possibilità che non sembra allettare Lammers che così dichiara a BNR Newsradio:

“Con il budget e la possibilità di riaprire l’Olanda al pubblico, sicuramente il Gran Premio ci sarà. Ma vista la tempistica sarà più probabile vedere Zandvoort tornare dopo 36 anni e non 35″.

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GP Olanda 1985 – Photo Credit: F1 Official Twitter Account

Circuiti calendario F1 – Austria, work in progress

Intanto continuano i lavori e le riunioni per riuscire a far partire il mondiale il 5 luglio al Red Bull Ring; le basi poste per la partenza allontanano il primo Gran Premio dall’essere solo un’utopia. Tutto sarà controllato in maniera rigorosa, dal personale in pista a quello tecnico, piloti compresi; test ogni 48 ore e tante restrizioni sono in previsione per un mondiale di Formula 1 diverso. Christian Horner, team principal della scuderia Red Bull, spiega così le basi su cui stanno lavorando:

“Probabilmente ogni team sarà in pista con meno di 80 persone. […] Tutto sarà diverso, non vedremo certo il format abituale che abbiamo sempre visto nei weekend di gara”.

Altre precauzioni riguardano il personale dei team, ridotto a 60 persone al massimo per la parte tecnica e 15 per gli altri ruoli; niente motorhome e attività di marketing, probabilmente verrà ridotto anche l’ufficio stampa, con una persona per team. Se il “modello Austria” dovesse funzionare bene sarà l’esempio a cui si guarderà per continuare e riuscire a disputare almeno 15 gare, coronavirus permettendo. Horner apre anche alla possibilità di 3 weekend consecutivi nello stesso posto; un’idea difficile ma non del tutto da escludere perché porterebbe a limitare gli spostamenti, oltre al risparmio sui costi dei viaggi. 

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Christian Horner – Photo Credit: Red Bull F1 Official Twitter Account

Circuiti calendario F1 – Baku e Città del Messico

Il Gran Premio d’Azerbaijan, previsto il 7 giugno e momentaneamente rinviato a data da destinarsi, dà un “ultimatum” per disputare la gara. Arif Rahimov, boss del circuito, spiega che l’ideale sarebbe riuscire a correre prima della riapertura delle scuole; Baku infatti ha un tracciato cittadino, quindi prevede la chiusura di alcune strade della capitale azera. Queste le parole di Rahimov rilasciaste a MotorsportWeek:

“Siamo in stretto contatto con il governo, la F1 e terze parti. Noi vorremmo disputare la gara ma non possiamo impegnarci a correre con la situazione attuale. Abbiamo concordato con la F1 che il GP non dovrebbe essere posticipato oltre la metà di ottobre“.

Nel frattempo l’Autodromo Hermanos Rodriguez, a Città del Messico, si sottopone a un cambio d’abito; alcuni spazi del circuito saranno infatti adibiti ad ospedale in aiuto della sanità locale. I responsabili hanno messo a disposizione la zona dei paddock per trasformarla in una sede ospedaliera provvisoria; 192 posti letto e 26 terapie intensive, questi i pazienti che troveranno posto all’autodromo. Un messaggio forte da parte del mondo del Motorsport che certo non si arrende e non fa arrendere; una solidarietà mondiale che accende le speranze e che molto probabilmente presto riuscirà anche ad accendere i motori e far spegnere i semafori.

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Articolo a cura di Chiara Zambelli