Quella di domenica scorsa sul circuito dedicato a Gilles Villeneuve, è stata l’affermazione numero 50 in carriera in F1 per Sebastian Vettel. Grazie a questo risultato, il tedesco si porta in quarta posizione nella classifica dei piloti con più vittorie in un Gran Premio, dietro a Schumacher, Hamilton e Prost.
Questa straordinaria carrellata di vittorie hanno portato al ragazzo di Happenheim ben 4 titoli mondiali, tutti conquistati con la Red Bull. Il primo mondiale, vinto nel 2010, lo annovera come il pilota più giovane di sempre a vincere la corona iridata, a soli 23 anni e 134 giorni. Il sogno, ora, è quello di poter eguagliare il numero di titoli mondiali di Michael Schumacher, proprio al volante della Rossa di Maranello. Dopo l’ultimo appuntamento, il numero 5 della Ferrari guida la classifica piloti con un punto di vantaggio su Hamilton.
La stella di Sebastian Vettel è iniziata a brillare 10 anni fa. Gran Premio d’Italia, Monza. Tutto è incentrato sulla lotta mondiale tra Massa e Hamilton. Al sabato, qualifiche bagnate, Vettel conquista una pole storica, sia per lui che per la Toro Rosso. Quel sabato la vettura è sorprendentemente competitiva, tant’è che il suo compagno Sébastien Bourdais, ottiene una buona quarta piazza. In gara non c’è storia. I big arrancano e il tedesco conquista la sua prima vittoria in carriera, dimostrando una classe degna del miglior Michael Schumacher.
Il 2009 è caratterizzato dal suo passaggio alla scuderia madre, la Red Bull. Con 4 vittorie, Vettel prova a intromettersi nella battaglia per il titolo. Ma la competitività della Brown GP, insieme alla supremazia di Button nella prima parte del mondiale, gli fanno chiudere la stagione in seconda posizione.
Il 2010 è l’anno della consacrazione del pilota tedesco. La vittoria del titolo sembra essere un affare a due tra Alonso e Webber. Vettel, dal canto suo, riesce ad affermarsi al GP della Malesia e a quello d’Europa, tenutosi sul circuito cittadino di Valencia. A 4 gare dal termine però il cambio di marcia. Grazie ad altre 3 affermazioni, e alla strategia disastrosa della Ferrari ad Abu Dhabi, Vettel si laurea campione del mondo, con la sua decima vittoria in carriera proprio nell’ultimo GP stagionale.
Il 2011 è l’anno del bis iridato, grazie anche a una RB7 perfetta, capace di sfruttare appieno il potenziale degli ‘scarichi soffiati’. In quella stagione Vettel ottenne la ventesima vittoria in carriera, ottenuta al GP della Corea. A fine anno, saranno 11 le affermazioni del pilota tedesco.
Il 2012 è un anno molto particolare. Nelle prime 7 gare, troviamo ben 7 vincitori diversi. Dopo il Gran Premio d’Italia, Fernando Alonso comanda la classifica piloti con 27 punti di vantaggio su Hamilton. Lo spagnolo sembra essere indirizzato verso il primo titolo con il Cavallino Rampante, ma Vettel e la Red Bull mostrano un deciso cambio di passo, riuscendo a vincere 4 degli ultimi 7 appuntamenti del calendario. Nell’ultimo appuntamento, in Brasile, Vettel si presenta con 13 punti di vantaggio sullo spagnolo della Ferrari. Basterebbe un tranquillo quarto posto per vincere la corona iridata. La partenza del Gran Premio è caratterizzata da una leggera pioggia. Le condizioni non sono ottimali e, in mezzo al gruppo, Bruno Senna tenta un sorpasso ai danni del tedesco. Ma i due si toccano, e Vettel, con una vettura non perfettamente bilanciata, si rende protagonista di una splendida rimonta fino al sesto posto. Grazie a questo risultato, e al secondo posto di Alonso, riesce a vincere la sua terza corona iridata.
Anche nel 2013 l’accoppiata Vettel-Red Bull detta legge. E questa volta lo fa, con numeri spaventosi. Sebastian riesce a conquistare ben 13 vittorie stagionali, eguagliando quanto fatto da Michael Schumacher nel 2004. Inoltre riesce nell’impresa, tuttora imbattuta, di vincere 9 GP consecutivi. In quell’anno Vettel riesce a togliersi anche la soddisfazione, mai avuta prima, di vincere il GP casalingo, tenutosi nel circuito del Nürburgring. Quella fu la sua trentesima vittoria in carriera.
Il 2014 è l’alba della nuova era turbo ibrida della F1. Le Mercedes di Rosberg e Hamilton dominano in lungo e in largo. Vettel non si trova più a suo agio con la sua scuderia e, complice anche un compagno scomodo come Ricciardo, decide di firmare per la Ferrari.
Nel 2015 le Mercedes sono di nuovo le vetture più competitive del lotto. Le perplessità sullo stato di forma di Vettel, messe in dubbio dagli addetti ai lavori e dai tifosi durante l’anno precedente, viene messa a tacere già nel secondo appuntamento stagionale, quando la SF15-T del tedesco taglia il traguardo davanti a tutti nel GP della Malesia. Questa è la sua quarantesima vittoria in carriera, la prima con il Cavallino Rampante.
Ne seguiranno altre 2 in stagione, in Ungheria, dove dedicò l’impresa allo scomparso Jules Bianchi, e a Singapore.
Nel 2016 le aspettative sulla Ferrari sono molto alte, seguite anche dai proclami del Presidente Marchionne, ma la vettura non si dimostra all’altezza, consentendo a Vettel di agguantare 7 podi stagionali, senza nessuna vittoria. Il team decide presto di abbandonare lo sviluppo della SF16-H per dedicare tutte le risorse per la stagione 2017.
La SF70H sembra essere nata bene e Sebastian è protagonista di un ottimo inizio di mondiale, tant’è che nelle prime 6 gare, ottiene 3 vittorie (Australia, Bahrain e Monaco) e 3 secondi posti. Ma la Mercedes azzecca in pieno lo sviluppo della W08EQPower e, complice anche la non fortunata trasferta asiatica della Ferrari a Singapore, Malesia e Giappone, consentono a Lewis Hamilton di vincere il titolo già in Messico. In stagione Seb ottiene alte 2 vittorie: Ungheria e Brasile.
Il 2018 è il quarto anno di Vettel con la scuderia di Maranello. Le prestazioni delle vetture dei 3 top team, Ferrari, Mercedes e Red Bull, non sono mai state così vicine. In questo scorcio di stagione, Seb è il primo pilota a cogliere 3 vittorie: Australia, Bahrain e in Canada.
La SF71H è una vettura molto competitiva e riesce a essere molto veloce anche in qualifica, cosa che non era nel DNA delle Ferrari di questi anni.
Chissà se riuscirà finalmente a coronare il sogno di vincere il Mondiale in Rosso.
I presupposti ci sono, il talento e l’esperienza non mancano.
Altre 50 di queste vittorie, Seb.
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