F1, Alonso in Ferrari: i pro e i contro

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Di Redazione Metropolitan

Come di consueto da qualche anno a questa parte, in Ferrari si sta decidendo a chi affidare il secondo sedile della Rossa per la stagione successiva. Marchionne sembra essere orientato a confermare Räikkönen, dopo che il finlandese ha mostrato una buona velocità in questo inizio di mondiale. Questa scelta sembra indicare una strategia aziendale all’insegna dell’armonia interna al team e di una chiara definizione di status numero 1 per Vettel e di gregario per Räikkönen.

La conferma di Räikkönen sembra essere cosa fatta dopo le parole di elogio da parte di Vettel, dette in conferenza stampa alla vigilia dell’ultimo GP di Monaco.
Vettel arriva regolarmente davanti a Räikkönen e può godere di una certa tranquillità all’interno della squadra. Per giunta quest’anno il finlandese ha mostrato di avere una buona velocità, aiutato da una SF71H che si sposa bene con il suo stile di guida, potendo aiutare la Ferrari a lottare per il mondiale costruttori.

Kimi Räikkönen si cala nell’abitacolo della sua SF71H. Photo Credit: Ferrari Media

Ma i piloti candidati per occupare il secondo sedile in rosso per il 2019 sono molti e sono due i nomi accostati spesso alla Ferrari: Ricciardo e Leclerc. Vettel non sembrerebbe voler gradire un compagno scomodo come l’australiano (ricordando come quest’ultimo lo abbia sonoramente battuto in Red Bull nel 2014), o un compagno molto giovane che potrebbe metterlo in difficoltà con il suo talento, come il 16 della Sauber-Alfa RomeoIl monegasco, pilota della FDA, nonostante il suo enorme talento, è molto giovane, ed è ancora ‘inesperto’ per un posto da titolare in un team come la Ferrari.
Ricciardo, invece, sembrerebbe una scelta con più senso; l’australiano ha molta esperienza e sta dimostrando di essere un pilota molto veloce, che non subisce la pressione di un compagno ostico come Max Verstappen.

Ma c’è un pilota che, puntualmente, torna alla ribalta come pedina fondamentale del mercato piloti: Fernando Alonso.
Lo spagnolo è già transitato in quel di Maranello negli anni che vanno dal 2010 al 2014.
Sembrava potesse avviare un ciclo di vittorie in stile Schumacher, ma la Ferrari, in quel periodo, ha avuto una crisi tecnica, dovute a scelte troppo conservative in fase di progettazioni delle monoposto. Solo il suo talento ha consentito alla Ferrari di battagliare per il mondiale piloti fino all’ultima gara nel 2010 e nel 2012.

Alonso alla sua ultima vittoria in F1, nel GP della China 2013. Photo credit: Grandprix247.com

Nel corso della sua permanenza nella squadra italiana Alonso ha ottenuto 11 vittorie e 4 pole position.
I rapporti con il team non erano più buoni già nella parte finale di stagione del 2013, con il famoso team radio che diede degli scemi/geni al muretto a Monza e nel 2014, complici una SF14-T lontana anni luce dalla Mercedes e un non buon rapporto con l’allora ‘traghettatore’ Mattiacci, lo spagnolo decise di sposare il progetto McLaren-Honda per i successivi 3 anni. Una scelta che, col senno di poi, si è rivelata totalmente sbagliata.
In questo periodo si rivede nel paddock Flavio Briatore, suo consigliere. Il manager cuneese sta cercando la miglior sistemazione per il suo pilota, in quanto la McLaren sta faticando anche con il motore Renault.

Fernando Alonso nel GP di Monaco 2018. Photo Credit: Xpbimages

Briatore sta parlando con tutti i team, quindi anche la Ferrari, ma la casa di Maranello, insieme al suo pilota di punta Vettel, non vede di buon occhio il ritorno di Alonso. Ha una forte personalità e difficilmente riuscirebbe a convivere con il numero 5 del team italiano. Per giunta lo spagnolo è impegnato nella ‘superstagione’ WEC, la cui competizione si allunga fino alla metà del 2019 e la Ferrari è decisamente restia a concedere spazi ai propri piloti in altre categorie, e per giunta, con altri costruttori.

Dalla sua Alonso sta mostrando una invidiabile forma fisica e una velocità incredibile, oltre a essere un vero e proprio personaggio capace di ottenere una grande visibilità dai media. Nel 2017 era in lotta per la vittoria alla 500 miglia di Indianapolis fino a poche tornate dal termine prima di essere tradito dal motore, mentre quest’anno ha inaugurato con una vittoria, alla 6 ore di Spa, il campionato WEC.

Da sinistra a destra: Buemi, Alonso e Nakajima festeggiano il successo alla 6 ore di Spa. Photo credit: Autosprint

Quello di un alquanto improbabile ritorno in Ferrari, potrebbe essere il canto del cigno della carriera di un pilota che ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato.

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LORENZO PELLEGRINI