Quella svoltasi sul circuito del Hungaroring è stata la dodicesima prova del Mondiale di F1 del 2018. Tra un mese il circus farà tappa in Belgio, e i team, come da regolamento, sono costretti a osservare la chiusura delle fabbriche per 2 settimane. Questo è il momento in cui si traccia il bilancio della prima parte della stagione.
Anche quest’anno la sfida al vertice è tra Ferrari e Mercedes, con Red Bull arbitro di un mondiale che ha visto alternarsi più volte al comando il duo Vettel-Hamilton. La SF71H e la W09 EQPower+ sono figlie di due filosofie di progettazione completamente diverse ma, a livello prestazionale, sono molto vicine tra loro. La differenza, al momento, sembra averla fatta il campione del mondo in carica Lewis Hamilton. L’inglese è in uno stato di forma invidiabile, supportato in questi due ultimi appuntamenti anche da circostante favorevoli, e ha saputo sfruttare le incertezze del rivale della Ferrari, che gli hanno fatto compiere errori piccoli ma dal grande impatto sulla classifica.
Le qualifiche sono state sempre il tallone di Achille delle Ferrari in queste ultime stagioni, ma quest’anno è stata capace di battagliare sempre ad armi pari con la Mercedes, con Sebastian Vettel che ha conquistato 5 partenze al palo. La vettura di Maranello si è adattata bene a tutte le tipologie di piste presenti fino ad ora. Bisognerà vedere se saprà adattarsi anche alle alte velocità di Spa e Monza, ma questo non sembra preoccupare i tecnici diretti da Mattia Binotto, in quanto lo 062EVO con la spec. 2 ha fatto un notevole passo avanti in termini di prestazione che ha portato anche molti benefici alle squadre clienti Haas e Sauber.
La squadra di Maranello ha conquistato 4 vittorie, tutte ottenute da Vettel (Australia, Bahrain, Canada e Inghilterra). Avrebbero potute essere addirittura 6 se Seb non avesse sbagliato la ripartenza a Baku e se non avesse fatto quel piccolo ma decisivo errore a Hockenheim che lo ha visto addirittura parcheggiare la sua monoposto a bordo pista.
E’ in queste occasioni che Vettel ha perso molti punti nei confronti di Hamilton. L’inglese, dal canto suo, nella parte finale della prima parte della stagione, ha saputo sempre sfruttare al massimo il potenziale della sua vettura conquistando 2 vittorie insperate in Germania e in Ungheria, dopo le 3 affermazioni in Azerbaijan, Spagna e Francia.
Vettel festeggia la vittoria a Silverstone. Photocredit: automotonews.comIl rendimento dei loro compagni di squadra, Bottas e Räikkönen è buono, anche se in alcune occasioni non è stato all’altezza di quanto richiesto dalle loro squadre. A discolpa di Räikkönen, c’è da dire che i due ritiri avuti finora in gara, Bahrain e Spagna, sono stati dipesi da problemi al pit stop e di affidabilità. I due quindi, sanno che dovranno giocare di squadra e aiutare i loro team mates da qui fino al resto della stagione. Bottas è già stato determinante in Germania, dove, tramite un team order, non ha attaccato Lewis in finale di gara nonostante avesse gomme più fresche, e ci ha provato in Ungheria, dove ha interferito, e non poco, con i piani Ferrari della domenica.
E la Red Bull? La squadra diretta da Chris Horner, anche quest’anno, è destinata al ruolo di terzo incomodo nella lotta al mondiale che si giocano le Rosse di Maranello e le Frecce d’argento. La RB14 può solamente puntare a vittorie di tappa, come accaduto in Cina e a Monaco con Ricciardo e in Austria con Verstappen, complice anche una Power Unit Renault assolutamente non all’altezza di Ferrari e Mercedes.
Ricciardo festeggia la vittoria al GP di Monaco. Photo credit: webIl rapporto tra Red Bull e Renault è pessimo, e i ‘bibitari’ stanno risentendo fortemente della mancanza di potenza e di affidabilità dei motori francesi. Stufi di questa situazione per l’anno prossimo, infatti, la Red Bull ha deciso il passaggio dai motori Renault a quelli Honda, dopo averne visto il rendimento sulle vetture della casa gemella Toro Rosso.
Le altre scuderie e i valori in campo espressi
Il primo dei non top team è la Renault, che sta battagliando per il quarto posto insieme alla Haas. Hülkenberg e Sainz continuano a regalare punti al team di Enstone, mentre la Haas può contare su un Magnussen in grande spolvero, che sta mettendo in ombra il suo compagno Grosjean.
Difficile momento, invece, per la Force India. La squadra di Vijay Mallya sta attraversando una profonda crisi finanziaria e l’azienda è in amministrazione controllata ed è alla ricerca di un acquirente. Uno dei nomi più accreditati è quello di Lawrence Stroll, padre di Lance attuale pilota di una Williams che continua ad attraversare il periodo più buio della sua storia.
La McLaren sperava invece di ambire a posizioni più nobili in classifica dopo il passaggio alle power unit Renault, ma anche quest’anno il team di Woking si trova tra le mani una vettura poco competitiva. Solamente il talento di Alonso è riuscito a portare punti pesanti al team con Vandoorne autore di brutte prestazioni, a sua detta, a causa della sua MCL33. Il team gli ha cambiato il telaio in Ungheria, anche se in gara è stato costretto al ritiro per un problema al cambio.
La Toro Rosso è alle prese con una vettura che, a seconda della pista, cambia tantissimo il suo rendimento. Al momento Gasly si prenota per un futuro sedile alla casa madre.
La Sauber-Alfa Romeo, dopo un inizio disastroso, ha lavorato bene sulla vettura e, anche grazie al talento di Leclerc che sta dimostrando tutto il suo valore, adesso lotta per i punti a ogni gara. Il pilota della FDA è tutt’ora in lizza per un posto da titolare in Ferrari nel 2019 o, più probabilmente, nel 2020.
Futuro incerto invece per la Williams. La gloriosa scuderia di Groove sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia e, a breve, potrebbe esserci anche un cambio di persone nella gestione del team.
La classifica piloti dopo il GP dell’Ungheria. Photocredit: F1.com La classifica costruttori dopo il GP dell’Ungheria. Photocredit: F1.comLa seconda parte di stagione si preannuncia ricca di colpi di scena. Chi conquisterà la corona iridata numero 5 tra Vettel e Hamilton?
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