Dopo 10 anni, il circus della F1 ha fatto ritorno in Francia, per l’ottava prova del mondiale del 2018.
Momento decisivo ai fini della classifica finale è stato quello della partenza, dove Vettel ha tamponato Bottas. Al tedesco è stata assegnata una penalità di 5 secondi, ma nel paddock non tutti hanno apprezzato questa decisione.
Poco dopo lo spegnimento dei semafori si è chiaramente visto come lo scatto di Vettel sia stato nettamente migliore di quello delle Mercedes. Ma Sebastian si è visto chiuso da Hamilton davanti e da Bottas a sinistra. Lewis ha dovuto frenare qualche metro prima del dovuto per riuscire a trovare il punto di corda della curva e Valtteri, che arrivava dall’esterno, aveva maggiore velocità. Vettel ha provato la staccata ma, il poco spazio e la momentanea perdita di carico, causata dalla scia della Mercedes numero 44 davanti a lui, ha provocato un bloccaggio della ruota anteriore sinistra.
L’impatto con Bottas è stato inevitabile e ha costretto i due piloti a una difficile risalita dal fondo, culminata con il quarto posto di Sebastian e con il settimo posto di Valtteri. La rimonta del finlandese è stata più difficile del previsto, visto che, causa del contatto, ha sofferto anche di un danno al fondo della vettura.
I commissari di gara hanno, giustamente, inflitto una penalità a Vettel: gli sono stati assegnati 5 secondi di penalità da aggiungere al tempo di gara o da scontare in un eventuale pit-stop, più la decurtazione di 2 punti sulla patente.
Ai fini del risultato finale la penalità è stata ininfluente, e ciò ha provocato qualche piccola polemica. Chi ha punzecchiato di più gli steward sono stati Hamilton e Niki Lauda. Ai due non è andato giù il fatto che la sanzione comminata sia stata troppo morbida rispetto al danno procurato.
A fargli eco è stato anche Max Verstappen: nella conferenza post-gara, l’olandese si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, per non dire un macigno, affermando come le critiche sullo stile di guida rivolte a lui per buona parte del 2018, e non solo, sarebbero da attribuire anche a Sebastian in virtù del fattaccio alla partenza.
Apparentemente una dichiarazione troppo dura, forse anche dettata dall’adrenalina del GP, ma il 33 della Red Bull sembra essersi scordato dei numerosi episodi in cui si è reso protagonista in negativo.
In Ungheria nel 2016 in cui si difese oltre al limite da Räikkönen. Due gare dopo, in Belgio, dove alla partenza rovina le gare alle Ferrari con una manovra decisamente ottimistica alla prima curva, e in Messico dove la direzione gara attribuì una penalità senza senso a Vettel, con Verstappen che fece il buono e il cattivo tempo negli ultimi giri. Non ultimo, l’episodio controverso della partenza del GP di Singapore del 2017 con entrambe le Ferrari KO.
Per non parlare dei numerosi errori di guida fatti a bordo della RB14, o il contatto con Vettel in Cina e in Azerbaijan con Ricciardo.
Insomma, l’ultimo che può avere voce in capitolo è proprio il figliol prodigo di Horner & Marko.
Per dirla tutta, anche in Mercedes dovrebbero un po’ cucirsi le bocche, visto che lo scorso anno, in Spagna e in Azerbaijan, lo stesso Bottas si è trovato in situazioni simili con una Ferrari. In entrambe le occasioni fu Räikkönen a farne le spese.
L’entità della penalità, quindi, è giusta se consideriamo il trattamento riservato in casi analoghi ai suoi colleghi. Di per se ogni contatto che rovini la gara di un concorrente deve essere pesantemente punito, soprattutto se è alla prima curva, visto che alcuni piloti sembrano presi dalla foga dell’azione, senza considerare che un GP dura un’ora e mezza, e che quindi potrebbero presentarsi altre possibilità.
Dal canto suo, Vettel sa di avere sbagliato, tant’è che dopo la gara si è andato subito a scusare con Bottas, ed ha la possibilità di riscattarsi già questo fine settimana, in Austria.
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