Fernando Alonso ha vinto la 24 Ore di Le Mans svoltasi nell’ultimo weekend. Lo spagnolo ha compiuto un altro passo verso l’ambita Triple Crown ed ha dichiarato di voler vincere il titolo WEC. Ora, però, Nando risalirà a bordo della sua MCL33, tornando alla difficile realtà che sta vivendo in McLaren.

Il numero 14 della McLaren, insieme all’equipaggio formato da Kazuki Nakajima e Sèbastien Buemi, ha vinto la storica gara francese al suo debutto. C’è da dire che la sua Toyota era di gran lunga la vettura più competitiva del lotto e che l’unico avversario, oltre all’affidabilità della TS050, era la vettura gemella, la numero 7, guidata da Kobayashi, Lopez e Conway. Il pilota di Oviedo ha dimostrato di avere il DNA votato alla vittoria, nonostante non vinca un GP in F1 da 5 anni. La classe del purosangue spagnolo si è potuta notare specialmente nello stint notturno, dove è stato capace di recuperare uno svantaggio superiore al minuto nei confronti dell’altra Toyota.

Alonso festeggia la vittoria della 24 Ore di Le Mans insieme a Buemi e Nakajima. Photo Credit: XPB

Ora sta alla McLaren dare una vettura competitiva allo spagnolo. Dopo 3 anni travagliati il team di Woking ha deciso di separarsi dalla Honda, addossando alla casa giapponese tutte le colpe della scarsa competitività delle monoposto del triennio 2015/2016/2017. Zak Brown ed Eric Boullier erano certi che la MCL33, aiutata dal motorista Renault, avrebbe potuto competere per le posizioni da podio. Ma così non è stato.

Zak Brown ed Eric Boullier alla presentazione della MCL33 Photo credit: Motorsport.com

Alonso, conscio della situazione e della sua fame di vittorie, ha cercato di virare le sue attenzioni verso altre categorie, pur mantenendo il suo impegno in F1 ai massimi livelli. A costo di non perdere il loro pupillo spagnolo, la direzione del team ha assecondato le decisioni di Fernando, coinvolgendo la McLaren in maniera diretta al progetto Indianapolis del 2017 e lasciandolo competere nella Superstagione WEC 2018/19 con la Toyota.

Fernando Alonso nel catino di Indianapolis nel 2017. Photo credit: Eurosport

I tifosi della scuderia inglese, così come gli appassionati storici della F1, si augurano in un cambio di passo repentino della McLaren. Ma le perplessità sono molte e, nonostante la profonda riorganizzazione del team dopo le dipartite di Ron Dennis e Martin Whitmarsh, le prestazioni attuali sono lontane anni luce rispetto a quelle dei tre top team. Alonso prova a metterci del suo nel dare lustro a una scuderia che ha dato tanto alla F1. L’ultima vittoria della McLaren risale addirittura al 2012, con Lewis Hamilton che vinse il GP degli USA.

Il podio del GP degli USA 2012 formato da Hamilton, Vettel e Alonso. Photo credit: Studio Colombo

Il 2019 sembra essere l’ultima possibilità per la McLaren di aiutare Fernando a combattere per posizioni più nobili in classifica, in quanto non si esclude un suo ritiro dalla massima categoria automobilistica. E la decisione potrebbe prenderla già a fine di quest’anno se lo spagnolo non nota segnali di cambiamenti positivi all’interno del team.

Però, nel prossimo anno, sarà difficile, o meglio quasi impossibile, assistere a uno stravolgimento dei valori in campo, in quanto il regolamento tecnico sarà simile a quello del 2018. Solamente l’arrivo del 2021 potrà dare nuove speranze ai costruttori, presenti e futuri, di un riavvicinamento dei valori in campo specie in materia motoristica. Ma nel 2021 Alonso avrà 40 anni e sarà molto difficile vederlo ancora in griglia.

La F1 ha bisogno di Alonso e della McLaren come Alonso e la McLaren hanno bisogno della F1.
Poter vivere le gesta di un campione del suo calibro e della sua classe non è cosa da tutti i giorni. Ma le delusioni per un pilota e per un team che hanno sbagliato tanto negli ultimi anni – chi per motivi tecnici e chi per la mal gestione della propria carriera – sono forti. Sembra essere passato un secolo quando Alonso e la McLaren ambivano a ben altri traguardi.

Alonso festeggia insieme a Hamilton la doppietta al GP della Malesia nel 2007. Photo credit: McLaren.com

Servirebbe un miracolo.
Che Dio salvi la McLaren e… Alonso.

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