Siamo nel 1905, quando nel quartiere San Lorenzo di Roma, sorge la Fabbrica Cerere, celebre pastificio romano attivo fino al secondo dopoguerra. Lo spazio dismesso viene recuperato negli anni’80 da alcuni artisti e infine nel 2005 diviene la sede della Fondazione d’arte Pastificio Cerere.

Alcuni luoghi hanno un destino particolare, nascono con un’anima segreta che dal profondo cerca di emergere e manifestarsi. La fabbrica Cerere – nello storico quartiere San Lorenzo di Roma – é uno di quei luoghi, la sua nascita come pastificio non gli preclude divenire un luogo dell’arte e della memoria.
Della memoria però non conserva alcun lato nostalgico perché la incarna secondo quel sentimento artistico della Rinascita che guarda con grande fermezza al futuro. E così veniva inteso il ripristino di quel luogo dagli artisti che nel 1984, trasformarono quella fabbrica in un condominio di ateliers d’artista.
“Ora per l’artista la cosiddetta memoria non é un problema da porre in termini concettuali, bensì un naturale punto di partenza, di formazione.”
Enrico Cocuccioni (in Flash Art, n.121, giugno 1986)
Nel 1984, il famoso critico d’arte Achille Bonito Oliva diede grande visibilità al lavoro degli artisti della Fabbrica Cerere con la mostra Ateliers. Sebbene alcuni di questi artisti – Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Marco Tirelli – furono riuniti nel “Gruppo di San Lorenzo” , in un’intervista del critico d’arte Enrico Cocuccioni del 1986, gli artisti si dichiararono indipendenti.
“Angelo Calligaris, Pizzicannella, Luigi Campanelli, Bruno Ceccobelli, Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Walter Gatti, Giancarlo Limoni, Nunzio, Luca Sanjust, Marco Tirelli, Oscar Turco. Tredici identità che non formano in alcun modo un gruppo. Ogni artista lavora nel suo appartamento.”
Enrico Cocuccioni (in Flash Art, n.121, giugno 1986)
Il tempo comunque ha voluto dar risalto al lavoro in comune degli artisti. Forse perché con il passare degli anni, con il passaggio da una “società sociale” che – in Italia nei primi anni ’80 era ancora “quella della piazza, del quartiere, quella dell’infanzia del muretto” a una “società dei social” é cresciuta l’inquietudine della solitudine. L’artista più che il desiderio di emanciparsi sente il desiderio di una nuova e più profonda partecipazione alla vita e al lavoro in comune.
Probabilmente per questo, 33 anni dopo l’affermazione di Giuseppe Gallo, nell’intervista di Enrico Cocuccioni, é ancora più vera:
“Il fatto che forse suscita inquietudine é che un contenitore possa ospitare artisti così diversi tra loro”
Giuseppe Gallo
Così, nel 2005 viene inaugurata, all’interno della fabbrica, la Fondazione Pastificio Cerere per preservare il patrimonio culturale di questi artisti contemporanei ma anche per lasciar libera di vivere ancora la sua anima aggregativa attraverso luoghi predisposti ad essere Ateliers di nuovi artisti contemporanei.

19 MARZO – 19 LUGLIO
mostra personale di Antonio Fiorentino, a cura di Marcello Smarrelli. (foto dal web)
Il presidente della Fondazione Pastificio Cerere é Flavio Misciattelli che con il suo lavoro promuove la fruizione dell’ex fabbrica Cerere attraverso mostre e visite alla biblioteca, non solo agli studenti che vivono il quartiere di San Lorenzo a Roma ma a tutta la comunità cittadina.
Martina Antonini