Fabrizio Bosso, chi è la compagna del trombettista

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Di Redazione Gossip

Fabrizio Bosso stimato ed apprezzato trombettista ha collaborato con molti artisti del panorama musicale nostrano oltre ad avere ricevuto diversi riconoscimenti è legato ad una compagna, donna lontana dal mondo dello spettacolo

Il musicista sarà tra gli ospiti di “Da Natale A Santo Stefano”, show condotto da Stefano De Martino in onda a partire dalle 21:20 su Raidue. Nato a Torino nel 1973, Bosso imbraccia la sua prima tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Grazie al padre Gianni, trombettista autodidatta, si avvicina al jazz ma è sui dischi dei cantautori italiani, tanto amati dalla madre Marina, che sperimenta le sue prime improvvisazioni. Si diploma al conservatorio sotto la guida di Flavio Boltro. Tra i primi a credere nel talento di Fabrizio c’è anche Giovanni Mazzarino, pianista, compositore e arrangiatore siciliano il quale, dopo averlo ascoltato casualmente nel corso di una jam session nel 1995, lo chiama come solista nelle sue formazioni. Dopo “Cyclone”, pubblicato con Splasc(h) nel 2003, molte sono le incisioni di Mazzarino a cui Bosso prende parte, tra le quali “Piani Paralleli” registrata alla Fazioli Concert Hall nel 2016.

Fabrizio Bosso, carriera, vita privata, compagna

​Si trasferisce a Bari dove incontra il produttore Nicola Conte, con il quale collabora in diverse occasioni, e frequenta alcuni musicisti pugliesi della sua stessa generazione, che poi si affermeranno a livello internazionale: Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo, Stefano Bollani, Giuseppe Bassi, Fabio Accardi. Con loro forma The Jazz Convention e pubblica l’album “Up Up with The Jazz Convention” (1997, Schema Records). Nel contempo insegna al Conservatorio Nicolò Piccinni di Bari e suona nella Italian Big Band diretta dal M° Marco Renzi, con cui per diversi anni alterna l’attività concertistica a produzioni radiofoniche e televisive. A 24 anni viene chiamato da Maurizio Giammarco per il progetto dedicato a Chet Baker e sale per la prima volta sul palcoscenico di Umbria Jazz nel luglio del 1997. In quel periodo inizia un sodalizio con il pianista Paolo Di Sabatino, con il quale suona sia in duo che in quartetto incidendo anche alcuni album. Nel 2000 pubblica con la Red Records il primo album a suo nome, “Fast Flight” in quintetto con Rosario Giuliani al sax, Salvatore Bonafede al pianoforte, Giuseppe Bassi al contrabbasso e Marcello di Leonardo alla batteria. 

Dopo poco prende l’avvio il quintetto che per diversi anni viene considerato una delle formazioni di punta della nuova generazione del jazz italiano, gli High Five. Con il sassofonista Daniele Scannapieco, Julian Oliver Mazzariello prima e Luca Mannutza poi al pianoforte, il contrabbassista Pietro Ciancaglini e il batterista Lorenzo Tucci, pubblicano 4 album (“Jazz for More” Via Veneto Jazz, 2002 – “Jazz Desire” Via Veneto Jazz 2004 – “Five For Fun” Blue Note 2008 – “Split Kick” Blue Note 2009) e registrano “Handful of Soul” (Schema Records, 2006) disco che segna la consacrazione al successo di Mario Biondi. È il 2009 quando Bosso costituisce il primo quartetto a suo nome, con Luca Mannutza al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Lorenzo Tucci, batterista con il quale molte altre ancora sono state le occasioni di collaborazione, incluso l’inedito duo documentato dall’album “Drumpet” (Via Veneto Jazz, 2014). L’anno seguente, invitato dal batterista e amico di gioventù Alessandro Minetto a esibirsi in trio con l’organista Alberto Marsico, inizia a esplorare il mondo del Gospel. Nasce così Spiritual Trio, una delle sue formazioni più prolifiche, con cui pubblica tre album (Spiritual, Organic Music 2010 – Purple, Universal /Verve 2013 – Someday, Warner Music 2019).

Le collaborazioni

Il 2011 rappresenta un altro momento di svolta per Fabrizio: presso gli Air Studios di Londra registra l’album “Enchantment L’incantesimo Di Nino Rota” (Schema Records, 2011) con la London Symphony Orchestra e la ritmica di Claudio Filippini, Rosario Bonaccorso e Lorenzo Tucci. Gli arrangiamenti e la direzione sono di Stefano Fonzi. La registrazione di Enchantment gli consente di mettere a frutto la sua solida formazione classica e di interagire con il possente suono dell’Orchestra, gestendo con estrema naturalezza il passaggio tra le parti sinfoniche e l’improvvisazione. Sempre nel 2011 è nominato miglior trombettista dell’anno dal JazzIt Awards, riconoscimento che gli verrà in seguito tributato diverse altre volte. Le collaborazioni importanti nel panorama jazz sono state innumerevoli, oltre ai nomi già citati è importante ricordare Dino Piana, Marco Tamburini, Dee Dee Bridgewater, Dianne Reeves, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Enrico Rava, Furio di Castri, Rosario Bonaccorso.

Non mancano le partecipazioni, come solista, a progetti orchestrali guidati da direttori eccellenti come Wayne Marshall, Maria Schneider, Ryan Truesdell. Nel pop sono molti i nomi illustri che hanno voluto il suono della tromba di Fabrizio Bosso ad impreziosire la loro musica, come Sergio Cammariere, al quale Fabrizio deve la sua prima apparizione al Festival di Sanremo. È il 2003, infatti, quando il cantautore calabrese lo vuole accanto a sé sul palco dell’Ariston nel brano “Tutto quello che un Uomo”. Duetto che si riproporrà nel 2008, quando Cammariere porterà in gara il brano “L’Amore non si spiega”. Della vita privata di Fabrizio Bosso sappiamo poco. Il trombettista torinese ha una compagna e un bambino nato nel 2010. Come dichiara lui stesso in un’intervista la nascita di un figlio è una delle più grandi conquiste che augura a tutti di raggiungere.

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