Fantasy, politica e religione: una realtà nascosta

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Di Redazione Metropolitan

La letteratura o il cinema fantasy non sono apolitici. Il fantasy è una realtà su cui il potere religioso e politico dibattono continuamente. Molte volte poi esso diventa mezzo di propaganda, volontariamente o no. In questa sede parleremo di fantasy, politica e religione, svelando una realtà nascosta che spesso passa inosservata, ma che dice tanto della nostra società.

Recentemente ho partecipato al convegno Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti, Riti nella Fantascienza e nel Fantasy. Io ero una dei relatori, visto che mi sono occupata per molto tempo di Nuovi Movimenti Religiosi e del loro legame con la cultura pop. Vi è un lato nascosto del fantasy, la sua dimensione politica e la sua dimensione religiosa, che merita di essere analizzato dagli esperti. Un lato nascosto poi che purtroppo in Italia ha ancora una certa difficoltà ad apparire.

Che cos’è il fantasy?

Credo che per iniziare sia necessario partire dalle definizioni. Sarò breve e utilizzerò l’enciclopedia Treccani. Il fantasy è un

Particolare tipo di narrativa, connesso con il mondo del soprannaturale, nato negli anni 1920 negli Stati Uniti, con Weird tales e altre riviste analoghe. Da molti il fantasy è considerato come un sottogenere della fantascienza, dalla quale tuttavia va tenuto distinto. Mentre nella fantascienza gli eventi si dipanano seguendo sempre un filo di coerenza (o verosimiglianza) tecnico-scientifica, nel fantasy l’uomo si trova continuamente in balia di forze imponderabili. Solo alcuni prescelti sono in grado di ribaltare le situazioni e sovrastare qualsiasi difficoltà.

Copertina del numero 26 di Weird Tales, numero in cui comparirà Conan il Barbaro di Robert E. Howard
Copertina del numero 26 di Weird Tales, numero in cui comparirà Conan il Barbaro di Robert E. Howard

Il fantasy di per sé è comunque un tipo di narrativa, e come tutte le narrative è culturalmente e storicamente connotato. Quando dei tipi di narrative hanno un successo così grande di pubblico poi sono sicuramente interessanti da analizzare. Perché il fantasy ha tutto questo successo?

Il fantasy e la religione, un rapporto bifronte

Il fantasy ha un rapporto con la religione particolare. Da una parte esso presenta al suo interno la descrizione di pratiche religiose assimilabili a religiosità reali. Dall’altra parte invece esso è osteggiato da alcuni gruppi tradizionalisti, mentre è promosso da gruppi appartenenti a nuove forme di spiritualità.

All’interno del fantasy serpeggiano motivi delle religioni reali. Per esempio possiamo trovare legami con l’Islam e il Buddhismo nell’esalogia di Dune di Frank Herbert. E possiamo trovare rappresentazioni dell’Islam nella saga di Riddick, resa celebre da Vien Diesel. Molte volte sono gli stessi scrittori e registi a palesare il loro essersi ispirati a certe tematiche, altre volte invece sta ai fruitori seguire il sentiero di citazioni. Il fantasy rimane imbevuto di questo, e certe descrizioni hanno così successo da uscire fuori dalla pagina stampata o dalla pellicola. Abbiamo matrimoni che si ispirano nel vestiario a Il Signore degli Anelli o a Il Trono di Spade, e qualche volta delle religioni prendono vita. Il caso della Jedi Church è eclatante per esempio, una religione nata partendo dall’idea di Forza di Star Wars.

Il rogo di oggetti sacrileghi in Polonia di aprile 2019, con i libri di Harry Potter in prima posizione (credits: Il Corriere della Sera)

Consapevoli del successo di pubblico della narrativa fantasy, le autorità tradizionali del religioso hanno visto in essa un pericolo. Questo pericolo è stato affrontato in vari modi. Abbiamo avuto Ratzinger che fin dal 2003 si esprimeva con sfavore nei confronti della saga di Harry Potter. E abbiamo avuto anche molti casi di roghi di opere considerate demoniache, dove era sempre Harry Potter la causa principale di scandalo. Il rogo più recente è quello di aprile 2019 in Polonia, a Koszalin, dove alcuni sacerdoti cattolici hanno dato alle fiamme oggetti considerati sacrileghi, compresi i libri del maghetto.

Religioni nel fantasy e attraverso il fantasy

I roghi di libri di Harry Potter e i discorsi di certi cattolici integralisti possono far (amaramente) sorridere, ma sono utili indizi. Che si sia con loro concordi o meno infatti, non possiamo non ammirare la loro lungimiranza strategica. Il successo di certe narrazioni mette e metteva in crisi alcuni postulati delle religioni tradizionali. All’interno di certe narrazioni fantasy troviamo riferimenti a religiosità alternative a quelle egemoni all’interno del campo religioso occidentale. In alcuni racconti invece più affini al mondo fantascientifico troviamo la ridicolizzazione di certe forme di religiosità tradizionale. Dal culto del Dio Dormiente di van Vogt alla trinità transumanista di Babylon A.D. Dall’altro punto di vista poi non è un caso che il fantasy abbia questo successo: alcune narrazioni vanno incontro a visioni del mondo sempre di più in ascesa.

L'Alto Passero di Game of Thrones (credits: Spettacolo NewsGo)
L’Alto Passero di Game of Thrones (credits: Spettacolo NewsGo)

Per esempio il culto dell’Alto Passero di Game of Thrones è ricalcato su un cattolicesimo integralista a metà strada tra Savonarola e Torquemada. Mentre, sempre all’interno dello stesso ciclo, troviamo il culto del Signore della Luce, assimilabile a uno Zoroastrismo con tinte mesoamericane. A fare da sfidante a queste due realtà poi vi sono i Bruti e le loro spiritualità: egualitarie, senza discriminazioni in base al genere, e rispettose dell’ordine naturale delle cose. E i Bruti saranno sempre di più descritti positivamente rispetto agli altri popoli vittime di cupidigia e sete di potere.

Non è troppo difficile capire in che cosa e chi si immedesimi una Wiccan o un membro dell’Asatrù. Ma potremmo dire lo stesso di molti Nuovi Movimenti Religiosi. Ed è ancora più comprensibile capire perché, chi si sente vicino a visioni del religioso alternative all’autorità tradizionale, utilizzi il fantasy come allegoria. In un certo senso le narrazioni fantasy diventano metafore e allegorie perfette per veicolare e far comprendere agli altri le proprie visioni del mondo. Tutto questo mentre in prima persona ci si sente trasportati e ci si immedesima durante la lettura o la visione.

La sfera politica del fantasy

La dimensione politica del fantasy è una realtà sottile, e in alcuni casi troviamo una correlazione rispetto al potere religioso tradizionale egemone nel campo. Abbiamo un’estrema destra che, appoggiandosi alle retoriche del potere religioso tradizionale, riporta discorsi affini a quest’ultimo. Per esempio non è un caso che il senatore Simone Pillon si sia scagliato con ferocia contro alcuni temi religiosi accumulabili al fantasy. Il caso di cui sto parlando è avvenuto nel 2018 in provincia di Brescia, quando una scuola invitò Ramona Parenza, scrittrice vicina alle tematiche dell’intercultura, a drammatizzare con i bambini delle fiabe di varie parti del mondo.

Il senatore Simone Pillon della Lega al 13/o Congresso mondiale delle famiglie, in programma fino a domenica a Verona  29 marzo  2019. ANSA/FILIPPO VENEZIA
Il senatore Simone Pillon della Lega al 13/o Congresso mondiale delle famiglie, in programma fino a domenica a Verona 29 marzo 2019. (credits: ANSA/FILIPPO VENEZIA)

L’apparire vestita come una strega, con bambini intenti a bere o fabbricare manufatti magici per gioco, ha allertato il senatore. Anche in questo caso non bisogna far passare l’accaduto come un evento banale di cui ridere (amaramente). Il processo messo in atto da Pillon è chirurgico, e non è isolato. Ha, come abbiamo visto sopra, una tradizione potente a cui far riferimento. Riderci sopra e basta non fa capire l’importanza politica di determinati gesti e decisioni. Pillon parlava e affermava certe cose avendo ben chiaro in mente Ratzinger prima di lui. Lo stesso Ratzinger che aveva visto con sospetto non solo Harry Potter, ma anche lo yoga, consapevole di come entrambe le sfere minacciassero l’autorità della religione tradizionale.

Il fantasy come allegoria politica tramite cui fare ironia sui nostri tempi o dimostrare le proprie ideologie

Come abbiamo visto sopra, il fantasy è al centro di dinamiche politiche molto meno banali di quel che si possa pensare. Dall’altro punto di vista poi è prassi comune utilizzare l’agone del fantasy, grazie al suo successo mediatico, per fare ironia o riflessioni sul presente. E, partendo da quest’ultimo punto, ci i trova di fronte a tre atteggiamenti che illustrerò prendendo ad esempio il caso di Game of Thrones.

Fantasy e politica: le allegorie comiche nate da Game of Thrones

Game of Thrones, la serie fantasy evento, ha avuto successo anche in Italia, come abbiamo avuto modo di vedere. Il successo di questa serie ha portato molte persone a fare ironia sulle ideologie politiche portate avanti da diversi personaggi, tanto che – parlando solo del mondo italiano – abbiamo dei casi interessanti.

Il primo è la pagina Comunisti per Daenerys Targaryen, una pagina nata a ridosso delle prime stagioni di Game of Thrones, in concomitanza con l’evoluzione del personaggio della Khaleesi. Seguendo la storia della serie televisiva, la pagina diventò uno dei primi bacini di memi a sfondo politico legati alla serie in Italia. Di seguito vi riporto alcuni esempi.

(Attuale copertina della pagina di Facebook Comunisti per Daenerys Targaryen. Anche in questo caso possiamo vede l'ironia politica che sfrutta il successo delle narrative fantasy)
(Attuale copertina della pagina di Facebook Comunisti per Daenerys Targaryen. Anche in questo caso possiamo vede l’ironia politica che sfrutta il successo delle narrative fantasy)
Qui abbiamo un esempio di un meme a tema Game of Thrones che utilizza Mentana come opinionista circa gli accadimenti dell'ultima stagione della serie. Questo è solo uno degli esempi apparsi sulla pagine Facebook  Comunisti per Daenerys Targaryen
Qui abbiamo un esempio di un meme a tema Game of Thrones che utilizza Enrico Mentana come opinionista circa gli accadimenti dell’ultima stagione della serie. Questo è solo uno degli esempi apparsi sulla pagine Facebook Comunisti per Daenerys Targaryen
E ovviamente la combo Propaganda Live ed Enrico Mentana non poteva mancare. Altro esempio del gioco di specchi attivo tra il fantasy e la politica
E ovviamente la combo Propaganda Live ed Enrico Mentana non poteva mancare. Altro esempio del gioco di specchi attivi tra il fantasy e la politica (credit: Comunisti per Daenerys Taragaryen)
E come poteva mancare Salvini, contro i Bruti e contro la fake news degli estranei? Un esempio superbo di fantasy e politica
E come poteva mancare Matteo Salvini, contro i Bruti e contro la fake news degli Estranei? Un esempio superbo di fantasy e politica

L’altra pagina di Facebook che si è divertita sulla falsariga della prima poi è Socialismo utopista con Tormund. Questa pagina, operando un processo di assimilazione tra le pratiche dei popoli liberi e un comunismo di stampo bakuniano, ha fatto molta ironia politica. Di seguito alcuni esempi:

Un caso dell'uso del fantasy, in questo caso Game of Thrones, come retorica politica ironica (credits: Socialismo utopista con Tormund)
Un caso dell’uso del fantasy, in questo caso Game of Thrones, come retorica politica ironica (credits: Socialismo utopista con Tormund)
Sansa Stark come leader del partito leghis... *coff coff* separatista del Nord (credits: Socialismo utopista con Tormund)
Sansa Stark come leader del partito leghis… *coff coff* separatista del Nord (credits: Socialismo utopista con Tormund)
Bran Stark a capo della Massoneria del Nord e degli Illuminati
Bran Stark a capo della Massoneria del Nord e degli Illuminati (credits: Il Trono di Spade memes)
Giochi retorici tra pagine che utilizzano Game of Thrones per alimentare retoriche ironiche politiche (credits: Socialismo utopista con Tormund e Massoni per Bran Stark)
Giochi retorici tra pagine che utilizzano Game of Thrones per fare satira politica (credits: Socialismo utopista con Tormund e Massoni per Bran Stark)

Si potrebbe andare avanti per ore, tra rimandi e pagine nate a seguito delle evoluzioni della storia in Game of Thrones. Andando sulle pagine da me citate potrete divertirvi a vedere tutti i giochi e i botta e risposta.

Fantasy e politica: quando la propaganda si appropria delle retoriche del fantastico

Avevamo già parlato di come Giorgia Meloni e Donald Trump avessero utilizzato alcuni temi di Game of Thrones per fare propaganda politica.

Sia Donald Trump che Giorgia Meloni infatti avevano interpretato alcuni temi presenti in Game of Thrones a loro vantaggio.

Propaganda politica di Giorgia Meloni ispirata a Game of Thrones. Un chiaro esempio della strumentalizzazione del fantasy da parte della politica
Propaganda politica di Giorgia Meloni ispirata a Game of Thrones. Un chiaro esempio della strumentalizzazione del fantasy da parte della politica
Propaganda politica di Donald Trump ispirata a Game of Thrones. Un esempio di strumentalizzazione politica del fantasy
Propaganda politica di Donald Trump ispirata a Game of Thrones. Un esempio di strumentalizzazione politica del fantasy

Questo genere di strumentalizzazioni politiche non è affatto nuovo al mondo del fantasy. Pensate che una delle prime vittime fu proprio Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. In Italia infatti si è storicamente consolidato in passato un legame tra il fantasy e la destra.

Affermava pochi anni fa Gianfranco de Turris in un’intervista:

La narrativa di Tolkien e la heroic fantasy era per così dire più connaturale all’animus del ragazzo di destra, al suo modo di vivere e di sentire, alla sua mitologia personale e collettiva. Nel mondo immaginario descritto in quei romanzi, negli eroi e nelle eroine, nei loro modi di essere e di vivere, si speculavano innumerevoli fantasie ideali sorte dall’humus ideale e politico in cui si erano formati personalmente e collettivamente. Non lo si può negare.
Ed ecco perché i Campi Hobbit si chiamarono così, ed ecco perché la nuova destra pose molta attenzione prima a Tolkien e poi alla fantasy più in generale.

La storia del legame tra destra italiana e letteratura fantasy è quindi più complessa di quello che il manifesto elettorale di Giorgia Meloni ispirato a GoT possa far sembrare.

(Per saperne di più invito i lettori alla lettura di L’anello che non tiene. Tolkien fra letteratura e mistificazione di Lucio Del Corso e Paolo Pecere, di cui trovate un lungo estratto qui).

Allo stesso modo poi in cui alcuni gruppi femministi si appropriarono di retoriche presenti all’Interno de Il Signore degli Anelli, Game of Thrones oggi ha affrontato un percorso affine. Ed è proprio in quest’ottica che alcuni gruppi politicamente schierati a sinistra hanno visto nei personaggi femminili della serie fantasy degli esempi di empowerment femminile.

Fantasy e politica: non bisogna mai perdere di vista i creativi e i produttori

In tutto questo groviglio di persone e gruppi che gravitano intorno alle retoriche del fantasy, non bisogna dimenticare il ruolo politico di creativi e produttori. Quando si parla di opere così vaste, all’interno delle quali circolano grandi finanziamenti, dobbiamo abbandonare l’idea dell’arte per la ragione dell’arte. Dietro grandi finanziamenti si celano interessi politici molto grandi. E quando si parla di grandi produzioni cinematografiche o seriali non si può non pensare al grande interesse che si cela dietro a questi mondi. Il discorso è molto vasto e prenderebbe davvero troppo tempo per essere eviscerato in un solo articolo di giornale. In questa sede mi limiterò ad analizzare brevemente il caso di Game of Thrones, narrazione fantasy attualmente predominante.

Analizzando anche superficialmente la serie non si può non notare come i temi predominanti appartengano a certe vulgate liberali americane. Le stesse vulgate che appartengono all’ambiente di Hollywood oggigiorno.

  1. Empowerment femminile;
  2. Ruoli importantissimi nelle mani di personaggi con grandi o lievi disabilità;
  3. Sensibilità nei confronti delle differenze culturali;
  4. Il ritorno del mito del “buon selvaggio”;
  5. Distinzione netta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, senza sfumature.

Il tema è davvero complesso e non meriterebbe un articolo, ma un vero e proprio studio sociale sistematico. Se determinati produttori però hanno deciso di veicolare certi messaggi tramite una produzione fantasy così fertile, la cosa non va ignorata.

Concludo l’articolo con due foto del Carnevale di Viareggio di quest’anno in cui Trump è stato raffigurato come il Dio Imperatore di Warhammer. Insomma, volete altre prove del legame tra fantasy e politica?

Trump raffigurato come il Dio Imperatore di Warhammer durante il Carnevale di Viareggio. Altro elemento interessante per capire il legame tra fantasy e politica
Donald Trump raffigurato come il Dio Imperatore di Warhammer durante il Carnevale di Viareggio. Altro elemento interessante per capire il legame tra fantasy e politica (credits: The Indipendent)
Donald Trump raffigurato come il Dio Imperatore di Warhammer durante il Carnevale di Viareggio. Altro elemento interessante per capire il legame tra fantasy e politica
Donald Trump raffigurato come il Dio Imperatore di Warhammer durante il Carnevale di Viareggio. Altro elemento interessante per capire il legame tra fantasy e politica (credits: DailyMail)

di Eleonora D’Agostino

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