Fare l’attore. Dizione e pronuncia corretta delle lettere. La regista e insegnante Alessandra Casanova: “La s, la z e la r tra le lettere più difficili”
Nell’intervista ad Alessandra, che dal 2008 dirige la scuola di teatro classico Luigi Rasi di Ravenna, scopriamo accorgimenti ed esercizi utili a tutti per migliorare la comunicazione
Allora Alessandra, da dove partiamo?
“Io partirei dalla dizione. Una dizione corretta, oltre ad essere necessaria per la buona comunicazione, rappresenta un elemento indispensabile nel bagaglio dell’attore. Il bravo attore non può mangiarsi le parole, né può pronunciarle in modo scorretto”.
La cosa non è così scontata come sembra, vero?
“Direi di no. Intanto dobbiamo cominciare a togliere le inflessioni dialettali e correggere le consonanti che non pronunciamo in modo corretto”.

Tu insegni in Romagna. I maggiori problemi su cosa vertono?
“Sicuramente sulla s, la z e la sc”.
Puoi indicarci un esercizio per la S?
“La cosa più importante è posizionare la punta della lingua correttamente. Esattamente tra la radice degli incisivi inferiori e la gengiva. Proveremo a pronunciare parole con la esse stando attenti a far passare l’aria sul dorso della lingua e lasciando i denti socchiusi. Dovremo anche tenere presente poi che esistono la s aspra e la s sonora…”.
Ma i problemi li abbiamo solo con le consonanti?
“No. Anche le vocali devono essere pronunciate in modo corretto. Dobbiamo considerare che le e e le o possono essere aperte o chiuse”.

Ci puoi fare un esempio?
“Certo. Assèdio ha una e aperta, mentre affrésco ha una e che va pronunciata chiusa. Allo stesso modo Angòscia avrà una o aperta mentre Agósto una o chiusa”.
Come facciamo a sapere quando usare queste vocali aperte o chiuse?
“Intanto dobbiamo vedere quale sia la vocale tonica di una parola. Se l’accento tonico cade su una e o una o allora dobbiamo sapere se quella e o quella o siano aperte o chiuse. Tutte le e e le o di una parola che non hanno accento tonico sono sempre chiuse”.

Pensavo fosse tutto più semplice…
“Guarda, chi ancora non conosce tutte le regole per sapere l’esatta pronuncia delle parole, si può aiutare con il vocabolario. Nei vocabolari è sempre indicato l’accento tonico di una parola e, dove occorra, anche l’accento fonico corretto”.
Bene, presterò più attenzione. Concludendo, cosa ci puoi consigliare?
“Di fare tanti esercizi per correggere e rinforzare le consonanti. Mio padre ripeteva sempre che le parole sono come fiumi. Le vocali sono l’acqua e le consonanti sono gli argini. Se gli argini non sono forti, la parola si perde. Possiamo fare degli scioglilingua, magari sillabando (e raddoppiando ogni sillaba) e stando attenti alla pulizia delle consonanti. Cominciamo lentamente. E non parliamo velocemente con il rischio di mangiarci le parole!”.

Un esercizio per imparare a non mangiarsele?
“Leggere a voce alta aggiungendo una t alla fine di ogni parola. Ci accorgeremo che, una volta che toglieremo la t, le parole saranno più pulite”.
Ci vuoi dare un altro esercizio?
“Vi do volentieri un esercizio per la erre che De Antoni (insegnante di dizione) faceva fare in Accademia quando la frequentava mio padre”.
Tra rocce e dirupi asperrimi / Fra traforate ombrìe /Tra rabescati sprazzi /E rivoli e radure / L’astro maggior del giorno / Rosseggia ed arroventa / Nel crudo e policromico / Torrente dei color
Alessandra Casanova
Anna Cavallo