Nuove ombre sulla sanità calabrese dopo il giro di valzer dei commissari dimissionari. Con l’operazione “Farmabusiness” i carabinieri hanno posto fine alla distribuzione e rivendita all’ingrossa di una cosca della ndrangheta calabrese. 19 arresti tra Roma e la Calabria con diversi capi d’accusa che vanno da associazione di tipo mafioso a resistenza ad un pubblico ufficiale.
L’operazione Farmabusiness e la sanità calabrese
Non c’è pace per la sanità calabrese. Un’operazione congiunta dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e Crotone ha svelato come la ndrina Grande Aracri di Cutro investiva i capitali sporchi nella distribuzione e vendita di farmaci. L’operazione denominata “Farmabusiness” ha portato a 19 arresti tra Catanzaro, Crotone e Roma. Diversi i reati contestati ai fermati tra i quali vi sono l’associazione di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro e beni o utilità di provenienza illecita.
Di particolare importanza le indagini dirette da dirette e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Dott. Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Procuratori Dott.ri Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Queste hanno dimostrato l’esistenza di una società realizzata con capitali illeciti dedita alla distribuzione all’ingrosso attraverso svariati punti di vendita ((20 in Calabria, 2 in Puglia e 1 in Emilia Romagna) di prodotti medicinali.
Il coinvolgimento politico e imprenditoriale
Nel corso delle indagini è stato inoltre scoperto il coinvolgimento di un esponente politico della Regione Calabria. In cambio di voti nelle elezioni 2014 questi si era impegnato ad accelerare e favorire la ndrina di Cutro per avere le autorizzazioni per la sua società illegale. Si tratta del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini ora agli arresti domiciliari. L’esponente di Forza Italia avrebbe agito in cambio di sostegno elettorale nel 2014.
Si è accertato inoltre il coinvolgimento di diversi imprenditori e professionisti del settore in cambio di vantaggi economici. Le indagini hanno appurato infine diversi episodi intimidatori sia a scopo estorsivo sia riconnessi direttamente a questa iniziativa illegale che getta nuovamente fango sulla sanità calabrese.