La “fase 2” della lotta al coronavirus inizierà il 4 maggio. Bisogna riaprire, anche se con cautela, e questo concetto è chiaro al Premier Conte che, in un incontro a Palazzo Chigi con le parti sociali, ha infatti dichiarato: “Dobbiamo dare per scontata la risalita della curva, mi sembra il modo più corretto per affrontare questa fase Gli scienziati vorrebbero tenere l’indice R con zero a 0,1 oppure a 0,0, ma è chiaro che per ottenere questo livello e mantenerlo pagheremmo un costo sociale ed economico insostenibile”.
Non solo la lotta al coronavirus, quindi, ma anche la consapevolezza che l’Italia non può più sostenere la quarantena su tutto il territorio nazionale. Non è un liberi tutti, comunque; la cosiddetta “fase 2” il primo passo di una riapertura graduale, che contempli tanto il contenimento del virus, quanto le necessità oggettive della popolazione, oramai allo stremo economico e mentale.
“Anche se non si possono tenere cittadini in casa per sempre, non sarà un liberi tutti, sarà fondamentale, in questa fase, rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Il governo è quindi a lavoro per predisporre un piano per la riapertura del paese, monitorando sempre la curva dei contagi e, eventualmente, predisponendo alcuni meccanismi su cui sta lavorando il comitato scientifico, che interverrebbero su aree predeterminate in caso di aumento dei contagi.
Sarà quindi fondamentale che gli enti locali vigilino attentamente e condividano tempestivamente i dati al governo centrale.
Tra le attività che, verosimilmente, riapriranno il 4 maggio, ci sarebbero i settori manifatturieri e delle costruzioni, insieme ad alcune attività commerciali, ma in ogni caso non “in maniera indiscriminata, perché sarebbe da irresponsabili”.
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