“Faust”, quando a Venezia trionfò il grande sonno

Faust, fonte youtube.com
Faust, fonte youtube.com

Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Prendiamo il nostro aereo e dalla francia spostiamoci a Venezia. In questa puntata parleremo di un film che ha conquistato l’ambito Leone d’oro nel 2011 dividendo critica e pubblico. Vogliamo parlarvi dell’ultima parte della tetralogia sul potere di Alexander Sokurov. Vogliamo parlarvi di “Faust

Faust secondo Sokurov

Con “FaustSokurov chiude la sua tetraologia sul potere impostando questa pellicola in modo diverso dalle tre precedenti. Mentre prima il regista russo si servì di grandi personaggi potenti del passato come Hitler e Stalin,ora ha voluto costruire questo film attorno ad un famoso personaggio letterario goethiano come Faust. Un personaggio che diventa simbolo di una realtà segnata dal continuo ed inevitabile errare umano.

Sokurov crea un potente affresco segnato dalla prima all’ultima inquadratura da un’atmosfera mortifera che sottolinea il paradosso goethiano alla base del film. Un pellicola che mantiene intatto il forte significato dell’omonima opera tedesca mettendo al suo centro il paradosso della vita dipendente dal demonio. Lo fa con un potente uso di mezzi che appagano l’occhio dello spettatore ma che nello stesso tempo gli chiedono un enorme sforzo per arrivare alla fine di questo lungometraggio.

Il trailer di Faust

Il grande sonno

La giuria presieduta da Darren Aronofsky assegnò a Sokurov il Leone d’oro a Venezia 68 che fu vinta da “Faust”. Se però parte della critica osannò questo film il pubblico della sala cinematografica non rispose allo stesso modo. Questa pellicola infatti incassi circa 450 mila euro nelle sale cinematografiche italiane.

Molti critici infatti in disaccordo accusarono questo film di essere noioso e ben conciliante per il sonno che avrebbe generato in sala. Una noia in cui allo stesso modo venne visto “The Tree of Life” di Malick che quell’anno vinse la Palma d’oro. Ci si chiese anzi se fosse già stato giusto dare la vittoria a questi due film considerati polpettoni a scapito di giovani e più vivaci autori come era stato fatto ad esempio in passato con Tarantino.