Il Favoloso Mondo Rock Dei Blennies [Intervista]

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Di nickyabrami

Abbiamo incontrato la band romana dei Blennies in occasione del loro live al The Club 98 che li ha visti protagonisti di una sessione intima e raccolta che ha coinvolto un locale gremitissimo avvolto nell’abbraccio del loro sound maturo e divertente. Concluso il bellissimo set,  con l’adrenalina che circolava ancora in corpo , e le note della loro Pippo (tra le più acclamate ) nelle orecchie,  ci siamo seduti a fare due chiacchere con la band…

MMI: Siete i stai i vincitori del concorso Emergenza Festival 2012 avete suonato davanti una platea staniera, raccontateci com’è partita questa esperienza:

B: Nel 2010 ci siamo iscritti a questo contest che era una realtà abbastanza famosa in Italia, Emergenza Festival, nel quale c’erano delle fasi preliminari che si passavano in base al pubblico che tu riuscivi a portare. Passammo queste prime due fasi in due locali romani che erano lo ZooBar ed il Black Out e li abbiamo portato una marea di gente perchè eravamo in grado di vendere i biglietti alle persone. Le persone venivano ai nostri concerti non perchè c’era facebook neanche lo usavamo avevamo i cellulari con i bottoni, aggiungi a questo che noi siamo quattro asocial…Eravamo bravi a parlare con le persone eravamo bravi a fare musica senza effetti e senza niente. Eravamo quattro sgangherati con chitarra e bassi attaccati direttamente all’ampli senza effetti senza riverbero senza delay…E scrivevamo a casa di Sofia (batterista ndr) . Abbiamo fatto un paio di “ritiri spirituali” in una casa in campagna fuori Roma ed abbiamo scritto tutto quello che abbiamo scritto in inglese. Superate le fasi preliminari arriviamo alla finale regionale che era a Stazione Birra, dove la prima metà dei concorrenti passava in base al pubblico portato, la seconda eliminatoria era legata ad una giuria di quattro discografici produttori musicisti che selezionavano i finalisti nazionali.

 

Blennies live @ The Club 98 ©Nicky Abrami

Abbiamo venduto più di 200 biglietti! Vinciamo ed andiamo a suonare all’Alcatraz di Milano, trasferta con pullmino sotto casa di Jacopo (il chitarrista ndr) alle 3 di notte partiamo con i nostri fan accaniti e lo zio di Sofia che raccattiamo in Toscana. Suonare la sera è stata una delle cose più emozionanti della vita. “noi eravamo i terroni” quelli più al sud, gli altri venivano da modena bologna.. C’era un bel fermento musicale. Ed una ventina di persone venute per noi. I vincitori sono i The Blennies! Un boato, abbracci e la camicia strappata di Matteo (il cantante, ndr)!
E parte l’avventura alla volta della cittadina tedesca Rotterburg, che sembrava uscita da una fiaba della Disney, sta su una collinetta che scivolava su una valle location del festival con i musicisti di tutto il mondo in un ostello tutti insieme. Era una realtà diversa per cui facevi la jam con il chitarrista australiano, situazioni di musica vera. Poi sali sul palco e vedi ragazzi che non conosci sotto il palco, gente di tutto il mondo che inizia a ballare, e le serate che si sviluppavano avevano sul palco grande gente come i Placebo. Ci siamo piazzati quinti nella finale mondiale e Sofia prima tra i batteristi! Sofia ci racconta che … Ad inizio concerto parte Octopus e la bacchetta si rompe! Una pischelletta come me non aveva il pacco di bacchette come i grandi professionisti e mi sono ritrovata a chiedere ai batteristi presenti! Tornati a Roma abbiamo fatto due concerti ad il Circolo Degli Artisti

 

 

Immagine facebook

 

MMI: Nei vostri brani ci sono echi di cantautori come Rino Gaetano , i Subsonica…

B: Tana Per Noi! Sicuramente fa parte della roba che ascoltiamo in generale, principalmente i Subsonica, che hanno quella scrittura indie di incastri e nei testi abbiamo cercato di distanziarci da una scrittura che fosse troppo astratta , insieme ad i Tre Allegri Ragazzi Morti, Verdena. Noi nell’affacciarci all’italiano aggiungevamo anche un pò d elettronica nei nostri ascolti come gli Artic Monkeys, I Kasabian, il trio Gazzè Silvestri Fabi, Tiromancino, Baustelle con la voce femminile e maschile sulla quale puntiamo molto! In realtà c’è anche un’anima folk che suonando in inglese si era un pò persa quando eravamo un pò più puri!

MMI: Qual’è lo strumento base dal quale prendono forma le vostre canzoni?

B:  Tutti quanti bene o male suoniamo la chitarra ed arrangiamo con lei,
In realtà piu che la chitarra trovavamo il riff figo, che gira su degli accordi sotto che creano la storia armonica e poi ci metti il testo. In italiano è più in maniera cantautoriale cioè testo o accordi sotto non abbiamo sempre un ordine specifico. Non mi ricordo chi disse per una canzone bella bastano chitarra e voce prima di arrangiarla…

 

Blennies – ©Diego Pisani

 

MMI: Vi trovate a più agio nella dimensione acustica o elettrica?

B: L’acustica è più facile ma l’elettronica è più divertente. L’elettrico è più stimolante perchè hai tutti gli strumenti che ti servono ed hai un pò più di possibilità di fare cose . E’ più energia! La nostra realtà di stasera aveva un basso elettrico, un riverberino, una batteria incompleta: rullante, charleston e cassa che ci dovevano stare non è proprio acustico vero come noi in spiaggia che possiamo stare dieci ore. La parte elettronica ci scarica di più, nella parte seduta è bene accogliere il pubblico e farsi abbracciare da questa realtà. Nell’acustico ci respiri dentro, puoi interagire di più, guardi la gente negli occhi è coinvolgente rispetto all’elettronica dove ti perdi nel buio…

MMI: Vi siete cimentati ai provini dei talent o no? Perché ?

B:  In Italia abbiamo avuto una marea di cantautorato italiano sbocciato nel nulla e quest’ anno ho visto x factor, bellissimo programma televisivo ma non ha nulla di musicale. Il musicista non lo puoi giudicare dalle cover…La fatica vera del musicista è scrivere e farti ascoltare un pezzo suo cercare di comunicarti qualcosa… Manca la voglia di tirare fuori un messaggio da un contesto artistico che non è solo di spettacolo.

MMI: Progetti futuri?

B: Stiamo scrivendo cose nuove, abbiamo tante idee, nel frattempo facciamo un live al mese. Proseguiremo con lo stile dei Blennies. La curiosità di dove vorremmo andare a parare c’è, rimanendo nella sincerità della scrittura non cercando di non emulare, prendendo qualcosa dai nuovi colori che arrivano da fuori ed avendo poche zone esplorate con i generi potrebbe essere interessante scrivere folk elettronico italiano, chissà!

 

 

https://www.facebook.com/theblennies/

 

Nicky Abrami