Febris, nella mitologia romana la dea della febbre associata, successivamente, alla guarigione. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, la storia sulle origini del mese di Febbraio.
Febris, la dea portatrice di vita, guarigione e purificazione
Non è casuale l’assonanza fra Febbraio e febbre: nell’antica mitologia romana, la Dea Febris era la dea della febbre, associata alla guarigione della malaria. Februarius proveniva dall’aggettivo februus, purificante. Un significato condiviso anche con la parola italiana “febbre” poiché, gli antichi romani, ritenevano che i sintomi della piressia fossero un processo di purificazione del corpo. Seguendo il calendario romano, febbraio era l’ultimo mese dell’anno dedicato proprio alla Dea Febris. Il culto della dea purificatrice e guaritrice pare derivasse da una divinità etrusca: Februus, dio degli inferi. A Februus, a sua volta, si associavano malattie legate al freddo. Fu il secondo re di Roma, Numa Pompilio, a dedicare il mese al Dio Februus. Stabilì che si celebrassero i riti funebri dedicati agli Dei Mani: nella religione romana le anime dei defunti. Le festività dedicate ai defunti erano i Feralia celebrate il 21 Febbraio. Mentre, da metà Gennaio, si ricordava la Dea Februa, ovvero, Giunone purificata. In questa ricorrenza, le donne del tempo erano solite vagare per le strade con fiaccole accese simboleggianti la purificazione della città.
Tale tradizione potrebbe accostarsi all’antesignana festa della Candelora in cui, nelle chiese, era consueto portare delle candele accese. I sacrifici che i fedeli offrivano a Febris erano, per lo più, preghiere per evitare l’eventuale malattia o auspicarne la guarigione. La dea aveva quindi il potere di far contrarre o eliminare le malattie.Tuttavia, c’era chi considerava Febris una divinità completamente malefica di cui, i devoti, cercavano di accaparrarsi una sorta di protezione. Secondo alcune iscrizioni Febris risultava spesso accompagnata da Tertiana e Quartiana: dee della malaria il cui nome derivava dalla febbre terzana e quartana, così nominate poiché sopraggiungevano ogni terzo o quarto giorno.
I Februalia, le festività dedicate alla dea
I culti dedicati alla Dea Febris erano i Februalia, festività coincidenti con i Lupercalia dedicati al Dio Fauno: le due divinità erano spesso confuse o fuse fra loro. I Lupercalia si svolgevano dal 13 al 15 febbraio e si associavano alla purificazione, come tutte le ricorrenze svolte nel mese di febbraio. Successivamente, si ritenne la primordiale festività che diede origine a San Valentino. Fu con l’avvento del Cristianesimo che il culto di Febris si sostituì con la commemorazione di Santa Febronia. I Februalia si svolgevano il 24 febbraio detto giorno sesto; così denominato perché precedeva di sei giorni le Calende di Marzo, ponendo fine all’anno. I riti dei Februalia prevedevano sacrifici per far cessare le malattie: ma anche offerte affinché il mese successivo, determinante la rinascita personificata dall’avvento della primavera, fosse propizio. Il popolo romano era, oltretutto, avverso al mese di Febbraio, poiché dedicato ai defunti: convinti che un giorno in più fosse di cattivo presagio, credevano che gli anni bisestili fossero nefasti per i raccolti nonché portatori di epidemie, guerre e morte.
Stella Grillo
Foto di copertina: Febris – Photo Credits: aboutartonline.com