Non è la prima volta che Fedez esprime un’opinione fastidiosa e scomoda ai più conversatori. Lo sanno bene i politici che se un’idea viene aiutata dalla voce di chi ha un grande pubblico, è molto probabile che attecchisca.
E qui, in questo Paese, nessuno vuole che la scintilla appicchi l’incendio. Così fermano Fedez prima del tempo e gli fanno notare che il suo discorso potrebbe mettere in pericolo lo svolgimento del concerto.
1 maggio e quel “fai un passo indietro” a Fedez
Fai un passo indietro, caro Fedez, perché il tuo discorso è troppo politico, dovresti cambiarlo.
In poche parole questo è il contenuto del comunicato che è arrivato a Fedez prima di salire sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, dove si sta svolgendo il concerto del Primo Maggio.
“Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento”.
![Storie Fedez - Photo Credits: account Fedez](https://metropolitanmagazine.it/wp-content/uploads/2021/05/WhatsApp-Image-2021-05-01-at-17.54.59-1.jpeg)
Ddl Zan della discordia
Fedez non è un personaggio silenzioso, vuole dire la sua e noi non possiamo che ringraziarlo. La sua è una voce molto seguita. Tutti conoscono la sua famiglia, che è stata simpaticamente nominata “la famiglia reale di Italia“.
Fedez e Chiara Ferragni stanno al gioco e partecipano come cittadini attivi all’opinione pubblica. Certo, il loro è un potere mediatico non da poco e questo può spaventare. Sì, terrorizza l’altra parte. Quella parte dell’Italia che questo Ddl Zan proprio non lo vuole, quella parte di Italia che non può fare a meno di esprimere il proprio odio violento contro qualcuno.
Fedez non ci sta e da tempo cerca di sensibilizzare sul tema, ritrovandosi spesso e volentieri a scontrarsi con ministri, senatori e tutto il resto del carrozzone.
Il “concertone” è di tutti, niente discorsi di sinistra
La Lega parte all’attacco con uno dei suoi soliti post populisti, che in poche parole riescono a riportare a galla la paura dello spettro della sinistra. “Il ‘concertone’ costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo“, così commenta Matteo Salvini sul suo profilo Twitter.
Torniamo allora a chiederci se la protezione di tutti i cittadini non sia la ragione per la quale esiste uno Stato o se ci sono cittadini di seria A e cittadini di serie B. La risposta la conosciamo.
Se il Ddl Zan è una minaccia è perché per alcuni non è “normale” difendere chi non è degno di essere difeso. Senza colore politico, come dice Salvini. Dopotutto lo sa anche lui che il Ddl Zan non ha colore politico, ma è usato come arma politica proprio da chi non lo vuole approvare.
“Questo comunicato è da brividi – scrive Fedez – è la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica“. I vertici di Rai 3 hanno chiesto a Fedez di omettere nomi di partiti e personaggi e di edulcorare il contenuto. Solo così avrebbe potuto parlare, cercando di limitare i danni, censurandosi.
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Articolo di Giorgia Bonamoneta.