Che cos’é la felicità? E’ uno stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. L’esperienza di gioia, contentezza, o benessere, unito alla sensazione che la propria vita sia buona, significativa e utile. Le sue caratteristiche sono variabili secondo l’entità che la prova. Ad esempio: serenità, appagamento, eccitazione, ottimismo, ecc.
La letteratura, il cinema, l’arte, ecc, nel corso della storia, hanno saputo rappresentare queste emozioni producendo opere di grande bellezza. La storia dell’arte, ad esempio, è piena di artisti le cui opere altro non sono che la loro personale, felice e positiva visione della vita. Ecco come la felicità viene rappresentata e addirittura suscitata negli occhi di chi guarda. Di seguito verranno elencate alcune delle opere più gioiose realizzate fino ad oggi.
Mantegna, La camera degli sposi, 1465-1474
Mantegna studiò una decorazione ad affresco che investisse tutte le pareti e le volte del soffitto, sfondando illusionisticamente le pareti con la pittura, come se lo spazio fosse dilatato ben oltre i limiti fisici della stanza. Il tema generale è la celebrazione del matrimonio di Ludovico Gonzaga, tema di felicità, gioia e serenità.
Si tratta di un tondo aperto verso il cielo, che doveva ricordare il celebre oculo del Pantheon. Scorciati secondo prospettiva, si vede una balaustra dalla quale si sporgono i due sposi, un gruppo di domestiche, una dozzina di putti allegri, un pavone e un vaso. La varietà delle pose è estremamente ricca, improntata sulla tematica della felicità ed emozione per il lieto evento. Il tutto racchiuso da una ghirlanda di fiori e frutta circolare, segno dei festeggiamenti gioiosi per le nozze.
Bronzino, Allegoria della Felicità, 1567
Artista manierista ed esponente di spicco della pittura fiorentina del Cinquecento. I suoi committenti furono per lo più personaggi nobili e di corte, come in questo caso Francesco I de’ Medici. In quest’opera l’artista descrive come secondo lui, dovrebbe essere il governo di un principe. Deve, innanzitutto, tendere alla felicità sua e dei sudditi, affinché la sua fama trionfi, il suo governo duri nel tempo e i nemici della pace sconfitti.
Questa allegoria raffifura la Felicità, con nelle mani il simbolo della Medicina e la cornucopia dell’Abbondanza carica di frutti maturi. Accanto a lei c’è Cupido, simbolo di amore, la Giustizia con la bilancia e la Prudenza che abbraccia amorevolmente tutto il mondo. Ai piedi della Felicità sono inginocchiati il Tempo e la Fortuna che tiene ferma la sua ruota. I nemici della Pace giacciono a terra, rovesciati e sconfitti, mentre in alto, volano la Fama con la sua tromba e la Gloria con una corona di alloro.
Renoir, Bal au moulin de la Gallette, 1876
Il Moulin de la Galette era un locale molto amato dalla gioventù parigina, ottenuto dalla ristrutturazione di due mulini a vento abbandonati, sulla sommità della collina di Montmartre. Renoir, pensò di dipingere uno spaccato di vita mondana parigina della Belle Époque, infatti il luogo brulica di gente. Erano moltissimi i giovani e artisti che decidevano di trascorrere le loro domeniche pomeriggio al Moulin, per ballare, bere e trascorrere del tempo in compagnia e divertirsi.
Infatti quest’opera raffigura un ballo domenicale sulla terrazza alberata di questo locale. Le varie figure che popolano la scena sono gaie, spensierate, e si lasciano travolgere pienamente dalle emozioni e dalla joie de vivre. In primo piano vi è una tavolata di persone radiose che amorevolmente conversano, concedendosi un momento di svago. Sullo sfondo, invece, nella piazzetta del locale, ha luogo un vorticoso e gioioso ballo. Renoir coglie con grande sensibilità l’umanità festaiola e danzante, e sembra quasi che si possano udire il ritmo popolare e divertito suonato dalle fisarmoniche e dai clarinetti.
Matisse, Gioia di vivere, 1906
Così come suggerisce il nome del dipinto, La gioia di vivere, è un nuovo modo, non più negativo, di guardare ed osservare l’esistenza. Lo stesso Matisse, cercò di raggiungere una condizione di piena felicità e gioia, fondamentali a qualsiasi essere umano, per vivere bene la propria vita. Dunque, proprio quest’ottimismo, questa voglia di positività, si legge nell’opera, attraverso colori allegri e strutture semplici, che contribuiscono a creare un dinamismo che va oltre il semplice sguardo complessivo.
Ritrae un’immagine mitica del mondo come vorremmo che fosse, dove non esistono differenze tra mondo naturale e umano. Tutto è armonico, grazie alla fusione tra uomo e natura, sottolineata dall’utilizzo di colori innaturali per entrambi. Matisse ritrae dei nudi femminili gioiosi e spensierati in diverse posizioni. Troviamo svariate citazioni nell’opera: l’uomo e la donna abbracciati a destra alludono a Tiziano, le bagnanti sulla sinistra richiamano Cézanne e la posa delle due donne distese al centro della composizione è ripresa da Manet.
Boccioni, La risata, 1911
Questo quadro fu dipinto subito dopo il viaggio a Parigi nel 1911, caratterizzato dalla suggestione delle opere dei cubisti di grammatica divisionista. Boccioni ritrae una donna divertita e felice in primo piano. Intorno a lei vi sono riferimenti alla vita notturna delle grandi metropoli, in questo caso Milano. La tela è una celebrazione di questa città e della Città futurista per eccellenza, caratterizzata dalla sfrenata vitalità.
Secondo la matrice cubista, l’ambientazione appare coloratissima e scomposta in segmenti. I colori rosso, giallo, blu e verde, accentuano ancor di più i “tagli” scompositivi, dando origine a volumi e punti di vista differenti all’interno della scena. Se il corpo della donna e l’intera ambientazione sono tagliati da piani e linee, il volto invece è realistico, perfettamente riconoscibile. Era interessato, infatti, ad una trascrizione emozionale del sentimento umano, sottolineando lo stato d’animo gioioso e divertito della donna circondata da tavoli gremiti, bicchieri e bottiglie di vino, illuminati dalle luci dei bar milanesi.
Federica Minicozzi