Negli ultimi tempi mi sono ritrovata ad intervistare diverse persone, più o meno impegnate a livello politico e accomunate dal pensiero femminista, a cui ho posto sempre la stessa domanda: “Perché c’è bisogno del femminismo in politica?”.

Mi sono state date risposte diverse ma al contempo molto simili tra loro, e soprattutto concordi nelle sfumature che le differenziavano. C’è stato chi ha risposto che il femminismo in politica occorra perché per troppo tempo le problematiche di impatto femminile erano state trascurate o dimenticate, chi mi ha risposto che fosse necessario il femminismo per comprendere quell’Altro che non ci riguarda, per creare moltitudini. Su questa base, ho cominciato a riflettere per poter dare una forma a questo articolo, a pormi questa domanda. Perché, secondo me, c’è bisogno di femminismo in politica?

Il femminismo E’ politica.

Partiamo da questo presupposto.

Non mi stancherò mai di ripetere e raccontare di come ho cominciato a definirmi femminista all’età di undici anni quando la mia insegnante di letteratura italiana, durante una normalissima lezione di prima media, affermò di essere lei stessa una femminista. Cos’era una femminista? Una femminista era una donna che sceglieva di essere libera, che combatteva nel quotidiano per i propri diritti, per la propria voce, per le proprie idee. Ricordo come quella definizione ebbe un impatto emotivo sul mio spirito di ribellione da neoadolescente arrabbiata. Io volevo essere una femminista, a tutti gli effetti, perché non era giusto che i miei amichetti potessero fare tutto quello che desideravano ed io fossi costretta a reprimermi solo perché ero una femminuccia. Negli anni, ho portato avanti le mie battaglie, ho fatto polemica, ho litigato con i professori per quel commento sessista o discriminatorio che veniva fatto in mia presenza, ho rifiutato ragazzi che mi corteggiavano per il semplice fatto che il mio spirito critico non li vedeva compagni che mi avrebbero trattata con rispetto, all’insegna della parità. Ho fatto tutto questo senza mai affidarmi alla Bibbia del femminismo scritta da una delle varie Madri del movimento, ho fatto tutto questo senza mai rendermi conto che stavo facendo politica a mia insaputa.

Non sono mai stata definita una donna di politica, è capitato più facilmente che venissi etichettata rompipalle, questo sì. Soltanto qualche settimana fa, mentre preparavo un esame di studi di genere, ho compreso la vera natura di ciò che ho praticato fino ad ora. Ho fatto politica. Il femminismo stravolge le dinamiche prestabilite, contrasta e crea discussioni, ideologie e correnti di pensiero. Tutte quelle cose che fa la politica.

Perché (non) c’è bisogno del femminismo in politica?

Dunque, mi sento di stravolgere la domanda che mi ero inizialmente posta: perché non c’è bisogno del femminismo in politica? Non ce n’è bisogno perché il femminismo ne fa già parte, è già compreso. Compreso, ma ignorato, perché la verità è che in politica sono necessarie le donne. Parlo di donne capaci di combattere per i propri diritti, in grado di sollevare un pugno di sabbia e trasformarlo in una tempesta. La politica è per tutti e di tutti.