La Indycar potrebbe essere una soluzione a cui la Scuderia Ferrari potrebbe guardare per ovviare al problema dei tagli. A spingere questa scelta ci sarebbe anche Mario Andretti, ex pilota e ferrarista.
Ferrari Indycar – La proposta di Andretti
Mario Andretti, campione del mondo di Formula 1 nel ’78 e vincitore della 500 miglia di Indianapolis ’69, corre in aiuto della Ferrari; la proposta dell’ex pilota in rosso è semplice e prevede un incontro tra Mattia Binotto e Roger Penske, titolare Indycar. Andretti invita Binotto a guardare proprio alla serie americana; la proposta fatta è quella di permettere alla Ferrari di competere con Dallara per la fornitura dei telai usati nella serie. Queste le sue parole:
“Avere la Ferrari sarebbe incredibile. Non solo da motorista ma anche da telaista. […] preferirei una sfida tutta italiana tra Dallara e Ferrari.
Il Cavallino farebbe crescere l’interesse per il Campionato. Suggerisco a Binotto di venire a proporre un’idea a Penske“.
Ferrari Indycar – La soluzione
Le suggestioni su Indycar, ed altri campionati automobilistici, nascono dal problema spesso riportato da Mattia Binotto. Il team principal ha tante volte ribadito la sua posizione riguardo la riduzione del budget cap in Formula 1; il limite era stato fissato a 175 milioni di dollari per team, poi abbassato a 145 ed infine proposto a 130 milioni a partire dal 2022 o 2023. L’abbassamento del budget per lo sviluppo della monoposto porta ad un’obbligata riduzione di altre componenti, prima fra tutte quella riguardante il personale.
La Ferrari ha iniziato dunque a guardarsi intorno per cercare una soluzione per non snaturare il DNA che contraddistingue la scuderia; l’idea non è quella di abbandonare la F1 ma di non trovarsi nella situazione di dover licenziare delle risorse umane fondamentali. La politica della Casa di Maranello non è infatti quella di sacrificare le persone che nell’azienda investono la propria passione, trasformata poi in lavoro.
Un secondo programma sportivo, come quello a cui accennava Binotto, potrebbe inoltre portare dei vantaggi, oltre alla crescita aziendale. Alcuni elementi della power unit sono infatti presenti in altre categorie; ciò porterebbe ad un trasferimento di conoscenze da un programma all’altro, poi adattate, con conseguenti piccoli miglioramenti in termini di efficienza. Una serie come la Indycar comporta inoltre un investimento minimo rispetto a quello di F1; questo potrebbe aprire alla possibilità di avere un secondo luogo di sviluppo, a un costo nettamente inferiore. L’idea non è quella di aggirare il budget cap imposto dal Circus, ma di dar modo ai “sacrificati” di non abbandonare la propria passione, di non trovarsi senza lavoro.
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