Se c’è una cosa che eventi come la festa del papà mi ricordano spesso e volentieri è una delle prerogative atte ad aiutare sceneggiatori e registi in momenti di crisi creativa: se non sai cosa raccontare, concentrati sulle cose semplici.
I rapporti famigliari rientrano in tale categoria. Specialmente quelli che riguardano le relazioni che quasi tutti noi hanno con le figure genitoriali.
Il cinema ha affrontato innumerevoli (per usare un eufemismo) volte l’eterno confronto (talvolta conflitto) tra padre/madre e figlio/figli. Tante sfumature per un argomento che non conosce limiti geografici e temporali.
Affrontando generi ed epoche diverse, ecco una personale selezione di grandi film incentrati sul rapporto padre e figlio/a.
1. Kramer contro Kramer (1979)
Cominciamo con il classico di Robert Benton con protagonisti Dustin Hoffman e Meryl Streep. Nonostante “Kramer contro Kramer” sia un film incentrato esclusivamente sul divorzio di una coppia, c’è molto più di questo.
In effetti io ho sempre visto “Kramer contro Kramer” esclusivamente come la storia di un uomo che riscopre le sue responsabilità come genitore nei confronti di un figlio che forse ha trascurato da troppo tempo.
L’imminente separazione con la moglie è sicuramente un movente improvviso per spronare il dirigente pubblicitario Ted Kramer a prendersi cura del piccolo Billy ma di sicuro è un risultato efficace.
“Kramer contro Kramer” parla proprio di questo. Una triste vicenda che spinge un uomo di successo a valutare le sue priorità e a combattere per la custodia di un figlio che ha sempre amato.
2. Ritorno al Futuro (1985)
Concediamoci ora una parentesi più leggera. Non c’è certo bisogno di chiedervi se sapete di cosa parla “Ritorno al Futuro” ma probabilmente non tutti hanno notato una delle sottigliezze che lo hanno reso un film (e poi una trilogia) di culto.
Tutte le volte che noi rivediamo le avventure di Marty McFly e Doc Brown ci concentriamo (giustamente) sul divertimento provocato dalle disavventure dei due amici provvisti di un’eccentrica macchina del tempo.
Eppure nel viaggio che Marty fa nel 1955 avviene qualcosa di particolare: il figlio ha l’occasione di incontrare il padre, ora suo coetaneo. Marty ha così l’opportunità di scoprire che il suo genitore George è stato anche lui un ragazzo con i propri sogni e dubbi.
Vedere quindi Marty non solo comprenderlo ma anche aiutarlo a combattere le sue paure (personificate in parte dal bullo Biff), ci aiuta a simpatizzare con George, il tipico padre che forse a volte ci imbarazza ma a cui non possiamo non voler bene.
3. Il Figlio (2002)
Abbandoniamo il suolo americano e approdiamo in Francia con il film dei fratelli Dardenne “Il Figlio”, uno dei loro titoli più tetri.
Il protagonista Olivier è un uomo che ha perso tutto e che trova soddisfazioni solo nel suo impiego come falegname presso un centro di recupero per ragazzi disadattati. Eppure anche questa realtà viene sconvolta con l’arrivo di un giovane problematico, Francis.
Francis e Olivier sono in realtà legati da un tragico evento che ha colpito il secondo, spingendolo a dedicarsi a un progetto che potrebbe aiutare il ragazzo ma anche sé stesso.
Quella di Olivier non è la storia di un uomo che vuole diventare genitore ma piuttosto di una paternità perduta che vuole essere ritrovata, senza cedere all’odio e cercando la speranza per la propria anima e per quella del figlio acquisito.
4. Big Fish (2003)
Edward Bloom è un uomo che ha vissuto una vita movimentata e che lui ha reso ancora più strabiliante attraverso i suoi racconti popolati da giganti, streghe e tanti adorabili “freaks”. Ma chi è davvero Edward?
È questo il quesito che tormenta Will, protagonista spirituale del capolavoro di Tim Burton e figlio di un uomo che l’ha cresciuto raccontandogli storie incredibili che però lo rendono a suoi occhi come Topolino o Santa Claus: finto.
Ciò rende “Big Fish” uno dei film più delicati e commoventi sul rapporto padre e figlio poiché non è basato su un conflitto ma piuttosto su una paura legittima ovvero quella di non comprendere le proprie radici.
Un timore che affligge il futuro padre Will e che saprà portarlo verso la consapevolezza che quella di Edward non è stata una vita rocambolesca come gli piace ricordare ma comunque autentica e che lo ha reso l’uomo e il figlio che è ora.
5. Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004)
Se c’è un regista che ha sempre messo al centro dei propri i film il rapporto spesso conflittuale con i propri genitori (specialmente il padre) è Wes Anderson. Da “Rushmore” ai “Tenenbaum” per poi passare al “Treno per il Darjeeling”e “Moonrise Kingdom”.
Il titolo della sua filmografia più rappresentativo del rapporto padre e figlio è però senza ombra di dubbio “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, commedia visionaria con protagonista il bislacco ma umano oceanografo interpretato da Bill Murray.
Quella che si ritrova davanti Zissou nelle sembianze del giovane Ned (Owen Wilson) non è una paternità certa ma diventa la valvola di sfogo per un percorso di crescita in cui il “padre” avrà più da imparare dal “figlio” piuttosto che il contrario.
Anderson ci racconta tutto questo con il suo stile bizzarro e tragicomico e Murray ci offre la magnetica e delicata interpretazione di un uomo che ritrova un senso alla sua esistenza prima trovando un presunto erede e poi imparando a conoscerlo davvero.
6. Million Dollar Baby (2004)
Altro regista che non si è mai tirato indietro di fronte a storie che narrano le vicende (spesso tragiche e speso tutt’altro) di genitori alle prese con figli, biologici e non, e su un loro presunto “fallimento”come figure di riferimento, è sicuramente Clint Eastwood.
Uno dei titoli più significativi del nostro repubblicano scorbutico preferito è “Million Dollar Baby”, apparentemente un film sulla boxe che però svela presto la sua natura di drammatico racconto sul rapporto padre e figlia.
Quella tra Frankie (Eastwood) e Maggie (Hilary Swank) non è un’ intesa basata su un legame di sangue e nemmeno su un obiettivo sportivo comune ma rappresenta piuttosto l’unione di due esistenze solitarie e dolorose che sapranno incontrarsi e comprendersi.
“Million Dollar Baby” diventa così un sofferente film sulle relazioni umane e su come l’amore verso una “figlia” può nascere anche dal nulla ed essere la rovina ma anche la forza per un padre. Biologico o improvvisato.
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