È iniziata ieri la Kermesse di Cannes che, dal 16 al 27 maggio, presenterà in concorso (e non), una grande quantità di titoli. Arrivata alla sua settantaseiesima edizione, il festival del 2023 può essere definito quella dei grandi ritorni. Sia quello di Cannes stesso, che dopo lo stop pandemico e l’edizione dello scorso anno a regime ridotto è tornato a splendere, sia quelli dei grandissimi nomi che si paleseranno quest’anno sulla passerella della Croisette. Risulta necessario, quindi, andare ad analizzare un’edizione del festival di Cannes che ha tante responsabilità sulle spalle e in cui, noi italiani, siamo protagonisti.
Festival di Cannes 2023: gli italiani sono protagonisti
Partendo proprio dal nostro paese, saranno tre i film in concorso. Ci sarà Nanni Moretti con il suo Sol dell’Avvenire, già uscito in sala e che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. Già vincitore della Palma d’Oro nel 2001 con La Stanza del Figlio, e del Prix de la mise en scène con Caro Diario nel 1994, Moretti è molto amato al festival francese, forse più di quanto lo è in Italia. Ci sarà Alice Rohrwacher, regista che viene da una nomination all’Oscar con il suo corto Le Pupille e che con la Kermesse ha trovato la sua fortuna, vincendo il Gran Prix Speciale della Giuria per Le Meraviglie nel 2014. Deve tanto alla Croisette e a tutto il festival. E infine c’è Marco Bellocchio, con la sua epopea drammatica sulla storia di Edgardo Mortara. Neanche il tempo di metabolizzare gli amari David di Donatello che Bellocchio è di nuovo in gioco con il suo Kolossal storico. È evidente come il nostro cinema sia rappresentato, a ben vedere, da tra facce della stessa medaglia. Con Rohrwacher c’è il cinema giovane e di nuova ondata, attento al sociale. Con Moretti un tipo di cinema di posizione, in parte amato e in parte odiato. E con Bellocchio un cinema con uno sguardo autoriale, di vecchia scuola. E, per certi versi, di kolossal che il nostro paese, nel bene e nel male, ha sempre avuto. l’auspicio è che possano farsi valere portando a casa più di un premio.
Festival di Cannes 2023: istruzioni per l’uso
È importante capire, però, come funziona Cannes. Partiamo con il dire che Cannes è un festival. Sembra scontato ma non lo è. A differenza di premi come gli Oscar, i Globe o i David una Kermesse è, per definizione, una manifestazione in cui concorrono in gara diversi titoli in un lasso di tempo molto più lungo di una singola serata. I film che vengono presentati sono per la maggior parte inediti e non ancora usciti (tranne rare eccezioni come quest’anno per Moretti con Il Sol dell’Avvenire). Cannes, nel caso specifico, ha un’enorme forza mediatica e per questo viene scelto dai maggiori registi mondiali come teatro perfetto per lanciare le proprie pellicole. La Croisette presenta due passerelle principali: quella del concorso (dove i nostri film italiani partecipano) e Un Certain Regard, sezione che premia i film con uno sguardo più attento e più innovativo nel panorama cinematografico. Allo stesso tempo, esistono delle selezioni parallele: la Quinzaine des Réalisateurs, rinominata da quest’anno Quizaine dei Cinéastes (si passa da un termine maschile ad uno neutro), sezione nata nel 1969 dopo l’interruzione del festival regolare del 1968 a causa del Maggio Francese. Da allora, è rimasta come selezione parallela alla Kermesse principale. Da tenere d’occhio soprattutto per l’esordio registico del direttore della fotografia Sean Price Williams e per il ritorno di Micheal Gondry. Ovviamente, ogni concorso ha la sua giuria. Quest’anno, a presiedere la principale sarà il vincitore della Palma d’Oro dello scorso anno, Ruben Östlund. Insieme a tutto questo, vi è un’intera parte del festival dedicata ai film fuori concorso, presentati in anteprima direttamente a Cannes. Spiccano soprattutto Scorsese con Killers of the Flower Moon, la nuova serie di Sam Levinson The Idol e il nuovo Indiana Jones. Ultima, ma non per importanza, vi è tutta la sezione dedicata ai restauri: tra L’amour Fou di Rivette, i film di Ozu e Godard, quest’anno la selezione di Cannes Classic è ricchissima. Insomma, un undici giorni di fuoco che detta quello che sarà l’anno cinematografico.
I ritorni
Come detto, la settantaseiesima edizione del festival di Cannes è l’edizione dei grandi ritorni. Partendo dai nostri connazionali Moretti, Rohrwacher e Bellocchio che tornano al festival dopo diversi anni direttamente in concorso (Bellocchio era presente anche lo scorso anno ma fuori concorso). Vi è il ritorno di Cannes stesso, che, come detto, ha l’obbligo di tornare a splendere stile pre-pandemia. E ancora Micheal Gondry o Jonathan Glazer, che a dieci anni da Under the Skin, torna a dirigere. Scorsese presenta un altro suo film alla Kermesse dopo The Irishman. Sono tornati dietro la macchina da presa anche i grandissimi Wim Wenders e Takeshi Kitano. Come non citare poi Ozu che, ai 60 anni dalla morte e ai 120 dalla nascita, viene celebrato di nuovo a Cannes. il festival è poi pieno di cinema americano come non si vedeva da anni. La Pixar, Scorsese, Robert Rodriguez, Haynes e Wes Anderson. L’industria statunitense è tornata a popolare la costa francese, in un’occasione di rilancio della Kermesse più unica che rara. Quindi, una delle edizioni più interessanti degli ultimi anni e una delle più ricche della sua storia. Il clamore e la forza mediatica salgono e l’importanza di fare bene è quanto mai alle stelle, per uno dei palcoscenici più importanti e ambiti del mondo.
Alessandro Libianchi
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