Francis Scott Fitzgerald è considerato uno dei più grandi scrittori americani, ricordato soprattutto per Il Grande Gatsby e Tenera è la Notte. Ma era molto più che letteratura, era anche cinema.
Fitzgerald, l’inventore dell’età del jazz (fu egli stesso a coniare questo termine per gli anni Venti), viene ricordato per i suoi bellissimi romanzi, spesso autobiografici, che continuano a far sognare, sia su carta che su schermo. Ma Scott non si occupava solo di letteratura: nel corso degli anni svilupperà un rapporto sempre più stretto con Hollywood. Il suo pragmatismo, la sua acuta osservazione della realtà e il suo romanticismo lo rendevano infatti perfetto per il magico mondo del cinema, anche se le varie esperienze cinematografiche risultarono spesso disastrose. Queste vicende si possono ritrovare anche nel film Beloved Infidel – Adorabile Infedele di Henry King (1959) che narra appunto l’infelice avventura cinematografica.

Il lavoro per il cinema
Fitzgerald arriva a Hollywood nel 1927, come al solito bisognoso di soldi per lo stile di vita decisamente dispendioso, quando è già famoso. Ciononostante non sembra soddisfare la produzione come sceneggiatore, infatti nessuno dei suoi lavori riuscì mai ad apparire sul grande schermo. Così dopo un anno abbandona il lavoro come sceneggiatore. Ritorna però nel 1931, per la Metro Goldwyn Mayer, ma resta nuovamente deluso. Per una terza volta ritenta, nel 1937, nuovamente per MGM, con un contratto di sei mesi: un altro fallimento, e il contratto non fu rinnovato. Quello che gli rinfacciavano era – il colmo per uno scrittore – l’essere troppo “letterario” nelle sue sceneggiature. Altro fattore che l’aveva portato a considerare amaramente il mondo di Hollywood era la totale mancanza di rispetto verso il suo lavoro: spessissimo i suoi soggetti venivano presi e rimaneggiati, come nel caso di Three Comrades, sul quale il produttore Joseph Mankiewicz mise le mani senza consultarlo. Amareggiato e deluso, scriverà infatti, riferendosi agli studios:
“Uno strano conglomerato di pochi uomini eccellenti ed esausti che facevano film e alla base la squallida folla di truffatori e pennivendoli che può immaginare” – Francis Scott Fitzgerald

The Last Tycoon
Da questa esperienza hollywoodiana ne nascerà il romanzo incompiuto The Last Tycoon (in italiano Gli Ultimi Fuochi), che verrà pubblicato postumo, nel 1941, a cura del critico Edmund Wilson, che completò il manoscritto basandosi su note e appunti lasciate dallo scrittore. Il romanzo segue le vicende di Monroe Stahr, produttore di uno studio della Golden Age hollywoodiana, ambientato nel 1936. Visionario e idealista, Stahr lotta contro le regole che Adolf Hitler e il Terzo Reich provano a imporre sulla produzione cinematografica americana. Con questo romanzo Fitzgerald riesce a mostrare dall’interno il mondo del cinema, senza cadere in stereotipi o pregiudizi. Dal libro verrà tratto il film omonimo di Elia Kazan (1976) con un cast stellare: Robert Mitchum, Tony Curtis, Robert De Niro, Jeanne Moreau, Jack Nicholson. Dal 2016 è anche disponibile una serie su Amazon Video, liberamente ispirata al romanzo e dallo stesso titolo, interpretata da Matt Bomer (Monroe Stahr) e Lily Collins (Cecilia Brady), che riesce a catturare bene le atmosfere tipiche dei romanzi di Fitzgerald.

Il Grande Gatsby
Il Grande Gatsby (1925) è probabilmente l’opera di Fitzgerald che più affascina e fa sognare, oltre ad essere la più famosa; spiegherebbe infatti il motivo di così tante trasposizioni cinematografiche. La prima versione, all’epoca del muto (1926) è di Herbert Brenon, con Warner Baxter e Lois Wilson, anche se questa andò definitivamente persa. A seguire ci sarà il film del 1949 di Elliott Nugent, nel 1974 quella di Jack Clayton, la versione più famosa, con Robert Redford e Mia Farrow. L’ultima, del 2013, riprende invece i toni estremamente sfarzosi del romanzo, nell’opulenta versione di Buz Luhrman, con DiCaprio e Carey Mulligan, e un’incredibile colonna sonora.

Gli altri racconti, tra libri e film
Racconti di Fitzgerald sono spessissimo stati usati come soggetti per film. Come per esempio Tenera è la notte (1934), che narra l’ascesa e la caduta di Dick Diver, giovane e promettente psicanalista, e della moglie Nicole, in Costa Azzurra, nel 1920. Il romanzo dai tratti autobiografici è stato adattato due volte: nel 1962 da Henry King e nel 1985 da Robert Knights. Il curioso caso di Benjamin Button è invece un romanzo, forse più famoso per la versione cinematografica di David Fincher del 2008, con Brad Pitt e Cate Blanchett. Narra le vicende di un bimbo che nasce vecchio e ringiovanisce con gli anni, e la storia d’amore con una donna. Invece fra le opere meno conosciute, è degno di nota la raccolta di racconti Per te morirei e altri racconti perduti. Tutti racconti che per un motivo o per un altro sono andati perduti o non pubblicati, e dai tratti estremamente autobiografici.