È passato già un anno da quel 21 aprile 2019 passato alla storia come uno dei giorni più importanti del tennis italiano. Un giorno importante in un anno tennistico straordinario per l’Italia. Eppure, come per Matteo Berrettini, quella stagione non era proprio partita bene anche per Fabio Fognini. Il nativo di Sanremo, infatti, nei primi tre mesi e mezzo di ATP Tour aveva vinto appena quattro partite, nessuna nei quattro tornei disputati sulla terra. Ma è proprio sulla terra rossa, quella di Roccabruna (a qualche chilometro dal Principato di Monaco), che Fognini entrerà nella leggenda del tennis italiano.
Dalla quasi eliminazione al trionfo con Re Nadal
L’Open di Montecarlo però non comincia nel migliore dei modi per Fognini; al primo turno pesca Andrey Rublev, giovane russo rampante, all’epoca n.90 ma che alla fine dell’anno salirà fino alla 23esima posizione. Contro di lui Fabio fatica, perde il primo set e va sotto 4-1 nel secondo. Il suo destino sembra scritto, quando reagisce d’orgoglio e rabbia e non solo recupera il set, ma riesce a vincere anche la partita. Al turno successivo dovrebbe giocare con Gilles Simon, ma questo si ritira e dunque il ligure vola direttamente agli ottavi di finale.
Ad aspettarlo c’è Sascha Zverev; il tedesco non è al meglio della condizione ma è pur sempre il numero tre del mondo. Contro di lui Fognini fatica solo nel primo set, che riesce comunque a portare a casa dopo un combattuto tie-break. Nel secondo non c’è storia e Zverev crolla al 6-1; per Fognini si tratta della terza vittoria in carriera contro un Top 3. Ai quarti tocca a Borna Coric, n.13 del mondo. Il croato non fa vedere la pallina al tennista di Arma di Taggia per tutto il primo set, conclusosi 6-1. Come contro Rublev però “il Fogna” reagisce e riesce a ribaltare la partita, vincendo il secondo set 6-3 e il terzo 6-2.
In semifinale incontra il re incontrastato di Montecarlo, un giocatore in grado di detenervi il ridicolo record di 11 trionfi, nonché miglior giocatore di sempre sulla terra rossa, Rafa Nadal. Prima di quella partita il parziale degli incontri vinti tra i due è di 11-3 per Nadal, che anche in quell’occasione è chiaramente il favorito; d’altronde il maiorchino era reduce da 18 vittorie consecutive al Master monegasco. Fognini tutto questo lo sa e capisce che l’unico modo per batterlo è rischiare; lo fa e gioca alla grande. Concederà a Nadal solamente 6 game, battendolo 6-4, 6-2. Con quella vittoria Fabio raggiungerà la prima finale Master in carriera.
Fognini Principe di Montecarlo
Se per Fabio si tratta della prima finale in un Master 1000, per il suo avversario, Dusan Lajovic, è la prima finale in singolare nel circuito ATP in carriera. Il serbo fin lì aveva disputato un grande torneo, battendo gente del calibro di Goffin, Thiem e Medvedev. Non un avversario semplicissimo da affrontare, certo da non sottovalutare, per Fognini. Il ligure però ormai è in missione ed è lontano dal Fabio nervoso e falloso che troppe volte abbiamo visto; ora è focalizzato, lucido, preciso, carico. All’inizio del primo set subisce un break, ma poi vince quattro game consecutivi e chiude il set 6-3.
Il secondo set all’inizio si rivela abbastanza combattuto, con l’italiano che fa temere il peggio quando chiama il medical timeout per un problema alla caviglia e alla coscia destra. Fabio però rientra bene e sfruttando i frequenti errori di Lajovic vince il set, la partita e il torneo. Fognini diventa così il primo italiano a vincere a Montecarlo nell’era Open (negli anni amatoriali avevano trionfato Giovanni Balbi di Robecco, Giovanni Palmieri e Nicola Pietrangeli) e l’unico giocatore italiano della storia a vincere un Master 1000 dopo Adriano Panatta.