“Forever young”, stasera in tv Teo Teocoli e Lillo nell’elisir di Fausto Brizzi

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Di Federica De Candia

Se sei vecchio vuol dire che non sei morto giovane. E questo, è già un lato positivo della gioventù perduta. “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!“, l’aveva capito Lorenzo il Magnifico, imprigionando i suoi versi in un canto di carnevale. Strofe buffe, ma di saggezza, oggi ancor valide, mentre tutti rincorrono il sogno di restare giovani. Nell’Italia dei social, dei miti in costume, dei ‘non sei nessuno se’ non appari, la storia di un gruppo di amici diventa film, “Forever Young” stasera in tv. Dove ciascuno, a modo proprio, cerca una rivincita sugli anni che passano inesorabili. Ci pensa Fausto Brizzi, regista di questa commedia del 2016, a farsi ‘menestrello’ di ridicole avventure, a mettere in mostra il lato comico dei cinquanta in su. E, “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza“.

L’avvocato Franco (Teo Teocoli), ossessionato dalla forma fisica, scalpita sulle scarpe ginniche, nel tutto coordinato per la corsa. Settantenne, brucia i grassi nelle maratone alla Gianni Morandi. I balletti di Teo, in punta di piedi, sono la perla del film. Lui che sarà costretto ad accettare la condizione di nonno, quando glielo comunicheranno sua figlia Marta (Claudia Zanella, moglie di Fausto Brizzi), e suo genero Lorenzo (Stefano Fresi). Diego (Lillo), è un Dj alla radio, di mezz’età che non basta a competere con i giovani colleghi tutta tecnologia. E poi c’è Giorgio (Fabrizio Bentivoglio), che combatte la sua età frequentando ragazze giovanissime, e carbura in discoteca fino le quattro del mattino. Tutti allietati dalla presenza di Angela (Sabrina Ferilli), estetista di 48 anni, che ha una relazione con un diciannovenne.

Forever Young – Trailer- Video YouTube

Beltà e giovinezza, oggi si dice young

Giorgio Bassani scriveva “Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta“. Quantomeno, bisognerebbe sentirsi vecchi, ogni tanto, per apprezzare quella ‘ventata’ chiamata gioventù. Volete mettere l’importanza di pronunciare “Commodor 64” ed essere capiti al volo? Pregi che ha solo quel peso che finisce per anta. Cameo di Nino Frassica, nel film di stasera in tv “Forever Young”, ma il migliore in campo è Teocoli: la Spagna nelle gambe, il tango come a Madrid.

“Da quant’è che non metti la puntina sul vinile?”. Per paradosso è la frase più bella del film; musicale e nostalgica. Vallo a raccontare alle nuove generazioni, che non hanno tenuto in mano un disco nero, non ne conoscono il profumo, non hanno mai girato il lato. E non sanno nulla della voce che gratta, e della parola ripetuta all’infinito se s’inceppa. “Adesso ci facciamo una bella sgambata in bicicletta per farci venire l’appetito!” Ma Franco, il Teocoli alla vecchia maniera, non sa che è stata inventata una cosa apposta, che si chiama “aperitivo”. Lillo, invece, sembra un vecchio pentito, o un giovane impenitente, l’eterno buffone che il suo viso non smentisce.

Forever Young – Scena Dal Film: L’invito a cena- Da YouTube

Giovinezza fa rima con..

In “Forever Young” stasera in tv, c’è una canzone inedita, scritta apposta per il film: è “Sangue e vita” dei Santa Margaret, un gruppo nuovo di Milano. Chitarre elettriche che fanno sound melodico. Nel film c’è anche una versione di “Forever Young“, la storica canzone degli Alphaville, con la voce di Nina Zilli. “Balliamo con stile, balliamo per un po’, il Paradiso può aspettare“, cantava il gruppo nella Germania degli anni’80, che aveva scoperto il segreto dell’eternità.

“E quindi sono uscito con gli amici a festeggiare, ma senza portare dietro il cellulare, perché come è da filosofia di noi veri ‘forever young’, preferiamo gustarci il momento e non perdere tempo nel fotografarlo”. Una guerra di giovani contro finti-giovani, in “Forever Young” stasera in tv; dove chi non lo è vuol sembrarlo, e chi lo è non lo sa. Quindi, se qualcuno si sentirà fuori posto, inadeguato, angustiato, non se ne preoccupasse: è soltanto giovinezza. E, ricordiamoci, che si muore guariti.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguiteci!