Sono passati 25 anni da quel lunedì 15 giugno 1993 quando James Hunt fu trovato morto nella sua casa di Londra. James Simon Wallis Hunt verrà sempre ricordato nell’immaginario collettivo per la sua rivalità con Niki Lauda culminata nel 1976. Ma non solo.

Gli esordi e l’arrivo in Formula 1

La sua prima gara in monoposto avvenne nel 1968 in Formula Ford alla guida di una Russell-Alexis Mk 14. Il quinto posto dell’esordio fu seguito da una vittoria sul circuito di Lydden Hill. Nel 1969 Hunt debuttò nel campionato inglese di Formula 3 alla guida di una Brabham BT21 conquistando l’ottavo posto. La sua carriera continuò in Formula 3 fino al 1972 prima con Lotus, poi con March ed in Formula 2 nel 1973 con Hesketh.

James Hunt su Brabham BT21 (#20) davanti a Mike Keens su Tecno (#38) – Photo Credit: F3History

L’ingresso di James Hunt in Formula 1 fu molto positivo. L’esordio ebbe luogo durante il GP di Montecarlo nel 1973 dove fu costretto al ritiro. Le prime tre stagioni con Hesketh permisero al pilota inglese di conquistare ben nove podi conditi da una vittoria durante il GP d’Olanda nel 1975. L’esperienza in Hesketh terminò a fine ’75 a causa delle gravi difficoltà finanziarie del team.

Il passaggio in McLaren ed il duello con Niki Lauda

Emerson Fittipaldi lasciò improvvisamente la McLaren per tentare l’avventura tutta brasiliana con il team Fittipaldi lasciando un sedile vacante molto ambito. James Hunt riuscì a conquistare la fiducia del team di Woking vincendo la concorrenza di Jacky Ickx. Hunt finalmente ebbe a disposizione una vettura di primo piano per puntare al titolo.

Niki Lauda e James Hunt – Photo Credit: Repubblica

Il 1976 rappresentò il punto più alto della carriera di James Hunt. Il pilota inglese diede vita ad un duello entusiasmante, sia in pista che fuori, con Niki Lauda. L’inglese non cominciò il mondiale nel migliore dei modi a causa di due ritiri nelle prime quattro gare. In aggiunta, venne giudicata irregolare la sua M23 provocandone numerosi cambiamenti nel corso della stagione. Dopo la vittoria in Francia e la squalifica in Regno Unito, il mondiale cambiò in Germania.

Fino a quel momento, Niki Lauda aveva ottenuto cinque vittorie ed il mondiale sembrava indirizzato verso Maranello. Il pilota austriaco, nei primi giri del Gran Premio di Germania, subì un violento incidente dove rischiò la vita. Le ustioni e lesioni riportate lo tennero lontano dalle piste per due Gran Premi. L’inglese approfittò dell’assenza dell’austriaco per recuperare in classifica iridata, riducendo il ritardo a soli due punti alla vigilia dell’appuntamento monzese.

James Hunt durante il Gran Premio del Giappone 1976 – Photo Credit: F1 History

Il 12 settembre 1976, in occasione del Gran Premio d’Italia, Niki Lauda si presentò al via. Nello scetticismo generale e contro il parere dei medici, l’austriaco condusse una gara eroica chiudendo in quarta posizione. Il tutto impreziosito dal ritiro di James Hunt. Il campionato proseguì ed il duello si prolungò fino all’ultima gara, in Giappone. Lauda precedeva Hunt di 3 punti in classifica iridata prima dell’ultimo appuntamento.

Durante l’ultimo appuntamento mondiale, James Hunt riuscì a conquistare il titolo iridato precedendo di un solo punto Niki Lauda. L’inglese riuscì a chiudere al terzo posto dopo una gara molto difficile sotto il diluvio mentre Lauda si ritirò perché reputò troppo pericolose le condizioni della pista per continuare. L’inglese conquistò così il suo primo ed unico mondiale piloti in Formula 1.

Un personaggio sopra le righe

James Hunt viene ricordato come un pilota di grande talento. La conquista del titolo mondiale, però, lo appagò abbastanza da indirizzarlo a ritirarsi a metà del 1979. Il mondiale del 1976 rimarrà sempre nell’immaginario collettivo insieme al suo stile di guida aggressivo e determinato. Già in F3 si era guadagnato il soprannome di “Hunt The Stunt” per l’irruenza in pista.

Kimi Raikkonen al GP di Montecarlo nel 2013. Il finlandese ha usato un casco in memoria dell’esordio di 40 anni prima di Hunt in F1 proprio a Montecarlo – Photo Credit: F1 History

Il comportamento in pista veniva replicato anche nella vita fuori dalle corse. L’abuso di alcol e gli eccessi nella vita privata lo resero un vero e proprio playboy nel corso degli anni ’70 tanto da essere ricordato principalmente per questo. Tuttavia, Hunt dimostrò un grande talento fin dalla F2 che, con molta probabilità, riuscì ad esprimere a pieno solamente nel 1976 alla guida della McLaren M23.

Nell’immaginario collettivo James Hunt rimarrà sempre il pilota degli eccessi colui che vinse il mondiale contro Lauda nel ’76. In realtà fu molto di più. James Hunt dimostrò che anche con una vettura non di primo piano era possibile ottenere ottimi risultati e che la concentrazione sul raggiungimento di un obiettivo è fondamentale. Cosa sarebbe stato in grado di ottenere se avesse continuato a correre come corse fino al 1976?

Per gli appassionati è forse un grande rimpianto, forse per lui non lo è mai stato. Il ritiro prematuro, la parabola discendente (come la chiamò Enzo Ferrari) fanno parte di un personaggio unico che, probabilmente, non avrebbe mai trovato posto nella Formula 1 attuale.