Nella giornata di ieri abbiamo avuto il piacere di intervistare il giornalista e scrittore Carlo Ametrano. Nativo di Castellamare di Stabia, Carlo Ametrano è sempre stato affascinato dalla figura di Ayrton Senna.
Quando si parla di Ayrton Senna, si pensa subito ad uno dei più grandi campioni della storia della Formula 1. Un mito ineguagliabile, sia dentro che fuori la pista. Per ricordare Ayrton Senna, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Carlo Ametrano che, con il suo libro Ayrton… sempre nel cuore, ci ha permesso di approfondire alcuni aspetto della vita del compianto pilota brasiliano. Ecco a voi l’intervista realizzata da Luca Luppino!
Carlo Ametrano – La nascita della passione per Ayrton
Luca Luppino: “Buongiorno a tutti, ragazzi di Metropolitan Magazine Italia, sono il vostro Luca Luppino ed oggi sono qui con un ospite speciale: Carlo Ametrano. Anche se una buona fetta del pubblico lo conosce, ti chiedo gentilmente di presentarti ai nostri lettori.“
Carlo Ametrano: “Certamente, ti ringrazio Luca tu e tutto lo staff di Metropolitan. Siamo qui a Milano in una bellissima location per fare questa bella chiacchierata.”
LL: “Grazie a te! Leggevo che la tua passione per Senna è nata ad un certo punto. Cosa la ha fatta nascere?”
CA: “E’ nata quando ero bambino perché poi, sai, vedendo i primi GP per televisione io ero bambino. Avevo otto anni, parliamo del 1984, quando vidi il GP di Montecarlo. Quella gara sospesa per pioggia che Ayrton con una Toleman, una macchina ridicola, lui stava quasi per vincere. Grazie ad una bandiera rossa, Prost vinse quella gara perché sospesero quella gara con Ayrton che era subito dietro.”
LL: “Vedendo quella corsa, cosa ti ha fatto scatenare la passione per Ayrton? Un pilota che fino a quel momento era un giovane debuttante su un’auto da bassa classifica, ma che ad un certo punto divenne un’icona.”
CA: “Già si vedeva che, fin dai primi Gran Premi, aveva un bel piede. Un piede meraviglioso ed una staffa di un altro pianeta. Poi tutto questo si è visto negli anni della McLaren perché ha vinto tre titoli mondiali e solo la sfortuna nel 1994 ci è stato tolto ad Imola. Perciò non ha potuto vincere altri mondiali.”
LL: “Prima di chiederti una cosa su Senna, tu negli ultimi anni ha partecipato a tanti eventi su Ayrton. Il tuo libro “Ayrton… Sempre nel cuore” è arrivato anche a suo nipote, Bruno Senna, oltre ad essere nel museo della McLaren a Woking. Una semplice domanda: cosa ti ha fatto passare dall’idea di adorare Ayrton come pilota a scrivere un libro su di lui?”
CA: “Era un sogno fin da bambino. L’ho coronato grazie ad uno sponsor rappresentato da un imprenditore sorrentino, Maresca, oltre che all’editore Petagna, che mi hanno dato questa opportunità facendomi conoscere in tutto il mondo. Come tu ben sai, il libro ha avuto un grande successo mondiale. Da Sportitalia fino alla Fondazione Senna e, come giustamente hai citato, ho avuto anche modo di far avere il mio libro a Bruno Senna.”
LL: “Certamente, grazie a Marcelo Padin di Electric Motor News che salutiamo.”
CA: “Esattamente, e colgo l’occasione di salutare Marcelo Padin, un grande amico. E’ stata una grande emozione ed, ancora oggi, mi viene la pelle d’oca.”
Carlo Ametrano – La nascita della passione per Ayrton
LL: “Ayrton Senna era un pilota la cui peculiarità era la pole position, il giro secco. Stamattina riascoltavo una vecchia intervista di Gehrard Berger dove diceva “io ero in grado di andare forte un giro, due giri al massimo sul bagnato mentre lui era in grado di andare forte per 60 giri”. Secondo te quanto avrebbe potuto ancora vincere?”
CA: “Io penso che se Ayrton non fosse morto sarebbe potuto arrivare facilmente a cinque mondiali. La sfortuna ci ha tolto il miglior pilota in circolazione. Purtroppo, non sappiamo esattamente cosa sia successo ad Imola, ma si è rotto il piantone dello sterzo e la sfortuna ha voluto portarcelo via. “
LL: “Delle vittorie di Senna, ci sono delle vittorie particolari che ti hanno emozionato di più? Perché?”
CA: “Si, al primo posto sicuramente la vittoria di Ayrton a Donington nel 1993. Era una domenica di Pasqua e forse lì, come disse Niki Lauda, “è atterrato un extraterreste sulla terra”. Ayrton fece un capolavoro sorpassando cinque/sei piloti in un giro, vincendo quella corsa con oltre un minuto e mezzo ad Alain Prost.”
LL: “Recentemente ho riascoltato un’intervista di Emerson Fittipaldi, campione del mondo 1972 e 1974, dove diceva che aveva chiamato Ayrton il giorno dopo la corsa. Al telefono gli disse “tu una gara così non la farai mai più perché un primo giro così incredibile non ricapiterà mai più”.
CA: “Anche Fangio disse ad Ayrton “tu oggi hai fatto una cosa incredibile. Non ci sono parole per quello che hai fatto oggi”. Sul bagnato era superiore a tutti, aveva un piede nettamente superiore a tutti. L’acqua era la sua dote. Lui imparò in Brasile combattendo con Fullerton e Roberto Giugni da giovane. Giugni che è stato mio ospite alla presentazione del libro dove mi disse “già da piccolo, Ayrton aveva delle doti eccezionali”.
Il duello tra Ayrton Senna ed Alain Prost
LL: “C’è un punto cruciale: Aryton Senna ed Alain Prost. Quando si parla di loro, si parla di tutto, dalla pista alla politica. Un duello che era tanto fuori che dentro la pista. Come hai vissuto all’esterno da giovane questa intensa rivalità? Che sensazioni ti dava?”
CA: “Prost disse che lui si sentiva migliore quando gareggiava con Ayrton, così come in ogni competizione. Anche se c’è da dire che a parità di macchina Ayrton si vedeva che era superiore ad Alain. Ayrton ha sempre puntato a vincere. Lui diceva sempre: “essere secondi significa essere i primi sconfitti””.
LL: “Questa cosa mi ricorda molto un grande pilota, un grande scomparso della Formula 1. Gilles Villeneuve. Un pilota che ragionava un po’ come Ayrton, ragionare gara per gara senza pensare al campionato. Forse la rivalità con Prost ha insegnato a Senna a ragionare di più in ottica iridata. Cosa ne pensi?”
CA: “Certo, con Prost è stato così. Il duello con Alain è rimasto nella storia, ma dopo il ritiro di Prost alla fine del 1993 Ayrton si ritrovò a duellare con le nuove generazioni. Con una Benetton che sfruttava illegalmente le sospensioni attive. Già Ayrton all’epoca diceva che c’era qualcosa che non andava in quella macchina. Molti anni dopo il padre di Max Verstappen, Jos, confessò che quella vettura era irregolare. Poi Schumacher vinse quei mondiali anche grazie al fatto che Ayrton non c’era più, ha avuto strada libera.”
Riflessioni sulla Formula 1 moderna
CA: “Come ti accennavo prima, per me la Formula 1 vera era in quell’epoca. In quel periodo, ai tempi di Senna, la Formula 1 era molto più seguita. Senna, Prost, Mansell, Piquet, Alboreto, Patrese, Nannini, De Cesaris erano altri tipi di piloti. Era meno showman.”
LL: “Con la sua morte ci sono stati grandi cambiamenti sia in pista che fuori. Quali sono i piloti della Formula 1 attuale in cui rivedi qualcosa di Senna?”
CA: “Sicuramente dalla sicurezza, anche se a volte capitano disgrazie come quella a Spa-Francorchamps con la scomparsa di Anthoine Hubert. Senza dimenticare il povero Jules Bianchi.”
CA: “Secondo me il pilota che si avvicina un po’ ad Ayrton Senna è Lewis Hamilton. Hamilton è un pilota molto tecnico, un pilota che da grande spettacolo; è sicuramente molto forte. Un pilota che ha molte volte quei guizzi come Ayrton, ma naturalmente Senna è sopra a tutti.”
LL: “Cosa ne pensi delle nuove leve della attuale Formula 1? Vedi qualche pilota in grado di raggiungere un Hamilton attuale?”
CA: “Sicuramente il futuro sarà targato Max Verstappen e Charles Leclerc. Non dimentichiamo però anche Lando Norris, George Russell, Esteban Ocon che l’anno prossimo andrà in Renault. Sono tutti piloti che possono ambire ad un mondiale, ma dopo che si ritirerà Hamilton perché altrimenti sarà difficile.”
Aneddoti e ricordi su Ayrton Senna
LL: “Ci sono aneddoti e curiosità di Senna che vorresti raccontarci?”
CA: “Senna era una persona umana. Oltre ad essere un campione in pista era anche un campione di umanità. È per questo che la gente non si dimentica di questo eroe.”
LL: “Lui era vissuto come un culto in Brasile. Quando vinceva Ayrton, il Brasile si emozionava e festeggiava solo per lui. Una curiosità è legata sicuramente al fatto che, come più volte confermato da Giancarlo Minardi, Ayrton avrebbe voluto finire la carriera in Minardi. Ci racconti qualcosa a riguardo?”
CA: “Certamente. Ayrton avrebbe voluto finire la propria carriera in Minardi per aiutare la scuderia. Secondo me, al termine del suo contratto con la Williams e qualche altro mondiale, sarebbe passato alla Minardi per aiutarla. Sarebbe stato un binomio incredibile, una cosa bellissima.”
LL: “Un’ultima domanda: qual è il più bel ricordo che hai di Ayrton?”
CA: “Sicuramente il suo primo mondiale, ottenuto a Suzuka nel 1988. Il sogno di una vita per lui.”
LL: “Carlo, noi di Metropolitan Magazine Italia ti ringraziamo per averci concesso questa intervista. Non vedo l’ora di scambiare nuovamente qualche battuta con te su Ayrton!”
CA: “Ti ringrazio Luca e ringrazio voi di Metropolitan Magazine Italia per avermi dato questa occasione di far conoscere me ed il mio libro. Alla prossima!”
Per chi fosse interessato all’acquisto del libro “Ayrton…Per sempre nel cuore”, può contattare direttamente Carlo Ametrano al seguente numero: +39 3336810902
SEGUICI SU:
- INSTAGRAM: https://www.instagram.com/motors.mmi/
- YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCigTTOEc6pPf3YtJMj9ensw
- TWITTER: https://twitter.com/MmiMotorsport
- TELEGRAM: https://t.me/MMImotorsport
- FACEBOOK: https://www.facebook.com/motors.mmi/
- NEWS MOTORI: https://metropolitanmagazine.it/category/motori-sport/