Formula 1 | La nostra esperienza a Monza

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Di Redazione Metropolitan

Noi di Metropolitan Magazine Italia abbiamo avuto l’occasione di partecipare al GP d’italia a Monza. Un’esperienza indimenticabile.

Monza – Questo Domenica si è assistito ad un evento eccezionale vinto dal monegasco della Ferrari Charles Leclerc. 53 giri tiratissimi che hanno riacceso qualcosa nel cuore degli appassionati del mondo dei motori e non solo.

Monza Hamilton
Lewis Hamilton in uscita dalla Curva Parabolica – Photo Credit: Autore

Monza – L’arrivo in Autodromo

Sono le 8 di mattina dell’8 settembre. Piove a dirotto sopra Monza e le previsioni danno un miglioramento entro mezzogiorno. “Speriamo”, penso io, anche perché non vorrei trovarmi in un pantano di fango. Purtroppo già all’ingresso in Autodromo capisco che sarà inevitabile. Come è possibile che nel 2019 il primo Autodromo in Italia, quando piove, si debba trasformare in un lago di melma? Lasciamo perdere e pensiamo positivo: almeno mi godrò del sano motorsport.

Monza Dams
Una F2 del team DAMS – Photo Credit: Autore

Mi dirigo verso il rettifilo dopo l’Ascari per godermi lo spettacolo delle Formula 3 e successivamente all’uscita della Parabolica per assistere alla Formula 2. Belle gare entrambe ma la mia testa è alle 15.10 quando scatterà il semaforo verde del GP di Formula 1. La rossa di Leclerc parte davanti alle due Mercedes. Ho un po’ di timore ma, si sa, le gare sono lunghe ed imprevedibili.

Monza – L’ansia dell’attesa

Ora è il turno della Porsche Supercup la terza categoria che fa da contorno alla F1 durante il week-end brianzolo. Il rombo dei motori di Stoccarda è piacevole e afrodisiaco ma ho un solo pensiero fisso in testa: come andrà la gara? Cosa faranno le Rosse?

Il tempo scorre velocemente e sono già le 13,30. L’aria di Monza viene squarciata dal poderoso rombo del V12 della Ferrari 312 T4 guidata da Jody Scheckter che proprio su quella vettura, quaranta anni fa, vinse il suo primo ed unico mondiale.

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Jody Scheckter alla guida della T4 – Photo Credit: Autore

Ormai l’orario della corsa è vicino. Dopo la Drivers Parade sale la tensione, così come i giri motore delle power unit. Le vetture si posizionano in griglia di partenza. L’inno di Mameli è seguito dall’esibizione delle Frecce Tricolori. Uno spettacolo davvero eccezionale.

Ora non è più tempo di scherzare. Sono finalmente le 15.10 e il momento tanto atteso sta per iniziare. Dopo il giro di formazione le vetture si schierano ai blocchi di partenza: il Gran Premio d’Italia sta finalmente per partire.

Monza – Il Gran Premio

I semafori si accendono. Dentro di me sento l’adrenalina che scorre potente come la Forza scorre in un Jedi di Guerre Stellari. Salgono i giri motore, salgono le urla dei Tifosi. Le luci si spengono e le vetture schizzano via verso la prima variante. Leclerc mantiene la testa della corsa davanti al duo argenteo mentre Vettel tenta di avvicinarsi dopo avere subito un sorpasso da Hulkenberg.

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Antonio Giovinazzi alla guida della sua Alfa Romeo- Photo Credit: Autore

Ma alla quinta tornata accade quello che non avrei mai voluto vedere: Vettel si gira all’ Ascari. “Diamine, questa non ci voleva. Ora le Mercedes fregheranno Leclerc con la strategia”, penso io. I giri scorrono e si arriva al pit stop, uno dei momenti chiave della gara. Hamilton monta le medie mentre Leclerc le hard. Il pilota britannico è vicino al monegasco.

I due arrivano appaiati alla Roggia e Leclerc mantiene la testa della corsa con una manovra molto borderline ma che fa andare i visibilio i Tifosi. Il pilota Ferrari conserva la prima posizione chilometro dopo chilometro, giro dopo giro con una freddezza e una calma soprannaturale. Cosa che non sono io, agitato e teso. Ma alla fine arriva l’ultima tornata con Charles che passa per primo sotto la bandiera a scacchi.

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Sebastian Vettel dopo l’errore all’Ascari – Photo Credit: Autore

Monza esplode in un tripudio rosso. Io invece, preso dall’emozione di 53 giri tiratissimi, esplodo in un pianto liberatorio. Ho sempre sognato fin da bambino di vedere la Ferrari vincere a Monza dal vivo. Qualcosa che non riesco a descrivere con le parole. Tutto questo lo porterò sempre dentro di me. Perché quando cresci con il cuore che batte a 15 mila giri e i tuoi sogni che viaggiano a più di 300 km/h non puoi non emozionarti davanti a certe cose.

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