Formula E, primo sport a zero emissioni di carbonio

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Di Redazione Metropolitan

La Formula E è nata come il primo campionato automobilistico con emissioni di carbonio pari a zero, dove a regnare sono elettricità e innovazione. La somma di questi due fattori è stata la sostenibilità, cercata ed ottenuta sin dalla prima edizione. Intanto oggi, altri campionati cominciano a seguire le orme del full-electric, che lentamente inizia ad essere apprezzato dal pubblico

Formula E emissioni, riconoscimento per primo sport a impatto zero

Il campionato elettrico vide la sua alba nel 2014 dopo ben tre anni di studio e organizzazione della categoria. Sin dalla prima generazione, queste vetture hanno rispettato l’idea di campionato sostenibile, con la particolare attenzione posta sull’utilizzo di energie rinnovabili a discapito delle emissioni nocive. E’ stata questa forte attenzione che ha permesso al campionato di raggiungere il Riconoscimento ISO 20121 come primo sport a impatto zero in termini di emissioni di carbonio, ricevuta durante il Climate Week 2020 a New York.

La riconoscenza è stata resa nota attraverso un comunicato della direzione del campionato. Per riuscire a raggiungere questo grande obiettivo, la Formula E ha seguito dei passi fondamentali: ha misurato attentamente la produzione di carbonio, poi ha dato priorità alla sua riduzione compensandola con progetti in cui fosse riutilizzato questo scarto.

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Tutte le monoposto del campionato 2019/20 a zero emissioni di carbonio – Photo Credit: FIA Formula E

Formula E ed il contributo alla società

Formula E ha baciato alla grande il concetto di sostenibilità, dando un contributo importante anche alla società. Riguardo quest’ultima, la competizione diretta da Alejandro Agag ha appoggiato campagne come “Race to Zero”, con lo scopo di aumentare la produzione di energie sostenibili e creare opportunità di lavoro. Il tutto sarà reso possibile grazie a vari progetti avviati in diverse zone del mondo. L’iniziativa è stata ufficialmente appoggiata dopo la firma dell’amministratore delegato Jamie Reigle, che in seguito ha detto:

“La Formula E mira a fornire un futuro migliore attraverso le corse. Ci impegniamo a svolgere un ruolo di primo piano nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Abbiamo misurato e ridotto attivamente le nostre emissioni sin dall’inizio e siamo orgogliosi di aver raggiunto l’impatto zero compensando le emissioni rimanenti. Siamo lieti di sostenere progetti ambientali vitali. In quanto sport costruito appositamente, rimaniamo impegnati a far crescere le nostre pratiche sostenibili e speriamo di ispirare gli altri ad unirsi a noi nel nostro cammino”.

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Jamie Reigle e Alejandro Agag, rispettivamente amm. delegato e presidente della Formula E – Photo Credit: FIA Formula E

Energia sostenibile, non solo Formula E

Così come espresso da Reigle, la speranza di vedere altri campionati in supporto alla salvaguardia ambientale, è grande. Oggi vari campionati come la Extreme E stanno per debuttare, altri sono già in movimento, ma l’attenzione è rivolta anche ai campionati già esistenti. E riguardo ciò, Jean Todt ha parlato di vari obiettivi che la massima serie, la Formula 1, si è posta. Tra questi, la riduzione delle emissioni di carbonio anche per queste vetture per il 2030, avere paddock total-green, con abolizione della plastica monouso e il riciclo dei rifiuti prodotti. Il presidente FIA ha poi espresso il suo parere anche sulle power unit ibride utilizzate, dicendo:

“La nostra mossa di introdurre i motori ibridi si è rivelata molto saggia. Se questa decisione non fosse stata presa un decennio fa, oggi la categoria sarebbe fortemente criticata e non escludo che si troverebbe in una situazione pericolosa”.

Una lotta, quella alla salvaguardia dell’ecosistema, che un mondo grande come quello del motorsport ha preso con serietà e dedizione, superando i luoghi comuni di questo campo.

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