Formula1, Binotto: “Ferrari, abbiamo risolto in gran parte i nostri problemi”
In una conferenza stampa coi media italiani, Mattia Binotto, dirigente e ingegnere Ferrari, risponde a molteplici domande circa la nuova F1-75 e sul passato, presente e futuro della rossa. Analizziamo, dunque, alcune tra le sue più importanti dichiarazioni.
Formula1, le dichiarazioni salienti di Mattia Binotto
Il Mondiale di Formula1 è alle porte e Ferrari, dopo gli ottimi test di Barcellona e Bahrain, è pronta per la nuova stagione. L’ingegnere italiano parla della competitività della Power Unit di Maranello che è stata rinnovata nell’ibrido e nel motore termico. Ecco le sue dichiarazioni:
«L’anno scorso eravamo tra i 20 e i 25 cavalli sotto e il nostro obiettivo era perlomeno di raggiungere la concorrenza. […] È necessario conoscere il peso delle vetture degli altri per fare una valutazione corretta, perché la massa entra nell’equazione. Durante un week-end di gara in qualifica si sa esattamente il peso della concorrenza, perché giriamo tutti senza benzina, quindi non è più una variabile e lo sai con certezza, così come in gara sai che partiamo tutti con 110 kg. Durante i test invece non sai dove siano gli altri e quindi devi fare un’assunzione su quale sia il loro peso in quel momento. Persino in condizioni note di gara e qualifica, aspettiamo 3 o 4 Gran Premi per fare una statistica sui gap di potenza, perché essendo la misura non precisissima, più si hanno numeri e più si può fare una media significativa. Detto questo, nei primi test abbiamo tentato un esercizio con quel poco che abbiamo visto e serviranno altri dati per confermarlo, ma sembrerebbe che siamo al livello degli altri, sicuramente non meno, semmai qualcosina in più. Non è una conclusione, ma con i pochi dati siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e confermano la bontà della crescita vista a banco».
Quando poi gli chiedono se sulle altre aree della vettura ci si voleva ispirare da Mercedes per la rastrematura della pance, Binotto sentenzia:
«Quando inizi un progetto, di solito parti dal concetto più generale, come il passo vettura, il layout dei radiatori che dettano la forma della cupola, piuttosto che le sospensioni, che siano a puntone o a tirante. Questi sono i primi concetti che si studiano. Quest’anno ci siamo dati il tempo su ognuno di questi di spaziare andando a cercare quello che ritenevamo essere il compromesso migliore. Siamo arrivati a questa decisione perché, in base alle nostre conoscenze e ai test in galleria del vento, era la soluzione migliore. Poi lo ribadisco, l’effetto suolo è predominante nella prestazione aerodinamica di queste vetture, mentre la parte superiore è quella rimanente ma non determinante. Per questo secondo me convergeremo tutti di prestazione, perché c’è una parte determinante che è quella del fondo che è quasi uguale per tutti perché è molto prescrittiva. Una volta fatto il fondo che varrà il 90-80% della prestazione, ci si può divertire con il 20-10% rimanente.»
Quest’anno in molti ritengono che ci siano più che mai somiglianze tra le vetture. L’esperto ingegnere, ritenendo che le prestazioni sono destinate ad omologarsi, aggiunge:
«Le prestazioni prima o poi convergeranno, penso più prima che poi. Ci troveremo con delle vetture o con dei piloti che ad ogni gara potranno lottare per qualcosa. La F1-75 è una vettura che si sta comportando bene in tante aree. Della power unit ne abbiamo già parlato, mentre da un punto di vista aerodinamico, queste macchine con l’effetto suolo sono estremamente rapide nelle curve veloci. Nelle curve lente invece penso che sia dove si potranno apprezzare le differenze tra una vettura e l’altra. Al giorno d’oggi la nostra è sicuramente una buona macchina nel lento, lo abbiamo visto anche a Barcellona nel terzo settore. Lo sono anche altre però, penso che sia molto forte anche la Red Bull e magari Mercedes sorprenderà tutti. Però secondo me la F1-75 è una vettura che si sta comportando bene nelle curve lente.»
Sulla stagione che attende Ferrari il dirigente è vago ma è consapevole del buon lavoro del team e rimanda alle qualifiche di sabato 19 Marzo:
«Ci siamo preparati bene a questo inizio di campionato. L’obiettivo era di girare con consistenza, fare più giri possibili e soprattutto acquisire quanti più dati possibile, perché è un progetto completamente nuovo. Il concetto aerodinamico cambia, il comportamento della vettura rispetto al passato è cambiato e non ci sono nemmeno più riferimenti. Pertanto, bisognava ricostruire tutto un mondo di correlazione tra comportamento in pista e quello che noi avevamo immaginato, progettato e visto nei nostri strumenti a Maranello […]. Questo mondo di correlazione è la base da cui partire per gli sviluppi successivi, perché se hai una buona correlazione, allora hai una buona confidenza che quello che stai provando e sviluppando a Maranello poi una volta portato in pista sia corretto. In questo, quando dico che ci siamo preparati bene, intendo che a casa abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per provare e poi correlare immediatamente e che abbiamo trovato un buon livello di correlazione. Vuol dire che la macchina a un determinato assetto si comportava in pista per come ce lo aspettavamo […] .»
Daniele Caponio