Francesco De Gregori, le canzoni del “Principe” che hanno segnato la storia della musica italiana

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Di nickyabrami

Francesco De Gregori oggi taglia il traguardo dei 70 anni, dei quali oltre 50 trascorsi nel mondo della musica realizzando canzoni diventate capisaldi. Il “principe” con le sue opere ha gettato le basi insieme a colleghi come Francesco Gucci, Lucio Dalla, Antonello Venditti per costruire le generazioni successive del cantautorato italiano.

Per omaggiare l’artista capitolino ripercorriamo la sua carriera attraverso i brani che lo hanno reso celebre: un viaggio tra le sue hit più famose e le collaborazioni con i colleghi. Brani entrati nella memoria e nel cuore di tutti che vi proponiamo in una speciale playlist con la quale raccontiamo 50 anni di storia della musica italiana

Francesco De Gregori le canzoni del Principe

Alice: Contenuta nell’album “Alice Non Lo Sa” primo album in solitaria dopo l’esordio con “Theorius Campus” realizzato a quattro mani con Antonello Venditti, racconta la storia di un microcosmo. Il fil Rouge è proprio “Alice che guarda i gatti” strofa con la quale inizia la canzone e si ripresenta nelle successive: sullo sfondo le vite di Irene, Lili Marlene, Cesare osservate dalla protagonista Alice. Per il suo personaggio, De Gregori si era ispirato alla favola di Carroll. Il brano fu presentato a “Un disco per l’estate” 1973 e arrivò ultimo

La Leva Calcistica della classe ’68 : Brano del 1980, si apre con la descrizione di Nino dodicenne “con le scarpette di gomma dura ed il cuore pieno di paura” che si appresta ad effettuare un provino per una squadra calcistica. Ci sono anche risvolti al futuro che vogliono rassicurare il giovane: E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro a un bar,
invitandolo ad affrontare senza pensieri e senza paura il test: “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore” Il ragazzo prende coscienza e si presenta bene agli occhi dell’allenatore : scarica la tensione accumulata ed inizia a dare spettacolo sul rettangolo di gioco, conquistando la “maglia numero sette”.

La Donna Cannone: Ispirata ad una vicenda di cronaca, una delle canzoni più celebri di De Gregori La Donna Cannone è incentrata sulla storia del personaggio che abbandona il circo per vivere accanto al suo grande amore. Il cantautore sviluppa la narrazione partendo dal desiderio di fuga della donna disposta a ripartire da zero per una nuova vita. “In faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà”. La volontà e la forza entrano in contrasto con l’apertura nell’inciso al momento in cui lei ed il suo amato saranno insieme. Tantissime le cover realizzate del brano da artisti come Mia Martini (per la quale fu smentito il rumours che voleva la canzone scritta per lei dall’autore), Mango e Gianna Nannini.

Francesco De Gregori, tra le canzoni essenziali “Buonanotte Fiorellino

Buonanotte Fiorellino: Il brano contenuto nell’album Rimmel del 1975 si contraddistingue per l’andamento da valzer musette che si sussegue per tutto il tempo e scandisce i versi in rima. Ad ispirare l’autore è stata la canzone “Winterlude” di Bob Dylan artista ammirato da sempre. All’epoca si era diffusa la notizia secondo la quale Buonanotte Fiorellino fosse dedicata ad una compagna morta in un incidente, smentita dallo stesso De Gregori. Elisa ha eseguito una cover dal vivo durante il concerto evento per i 40 anni di Rimmel in Arena Di Verona nel 2015.

Titanic: Titanic ispirata al transatlantico dei primi del Novecento, nel testo evidenzia un forte carattere sociale, scandito dalla divisione in classi ponendo l’accento sulle differenze che emergono “la terza dolore e spavento/E puzza di sudore dal boccaporto/E odore di mare morto” . Di contro invece, l’arrangiamento è brioso dai richiami sudamericani.

Ma come Fanno I Marinai : Il duetto con Lucio Dalla apre le porte al tour Banana Republic seguito dalla pubblicazione dell’album live nel 1979. Un racconto romanzato sulla vita dei marinai cantato a due voci dal “principe” e l’artista bolognese. I cantautori nei versi si interrogano sulle giornate degli uomini di mare, trascorsi nei porti ma senza dimenticare l’amore “Col cuore appresso a una donna / Una donna senza cuore / Chissà se ci pensano ancora, chissà” .

Canzoni De Gregori: “Generale” e “Rimmel”

Generale: La ballad di De Gregori tra i brani più amati della sua produzione, è stata scritta dall’artista per ricordare il periodo di servizio militare trascorso in Trentino Alto Adige. Un dialogo con il generale nel quale risuona il racconto del conflitto che parte dalla collina dietro alla quale “ci sta la notte crucca ed assassina”. Il rilievo è esattamente il Colle Di Tarces teatro di battaglie nel periodo dei terroristi indipendentisti altoatesini.

Rimmel: Il brano che dà il titolo al quarto album dell’artista, è dedicato ad un’ex fidanzata “Ora le tue labbra puoi mandarle ad un indirizzo nuovo” alla quale aveva dedicato anche Bene. L’incontro tra i due è legato al verso “Ed il vento passava / sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona” quando “il principe” ha sventato un tentativo di scippo subito dalla ragazza.

Il Bandito Ed Il Campione : Il Bandito ed Il Campione scritta da Luigi Greghi, fratello di De Gregori è ispirata a Costante Girardengo, leggenda del ciclismo degli anni venti e Sante Pollastri assassino e bandito che ha partecipato a rapine per finanziare movimenti anarchici. I due cresciuti nel borgo marinaresco di Noli in provincia di Savona, nutrivano entrambi la passione per il ciclismo. Si incontrano dopo a Parigi diversi anni in occasione della competizione “Sei giorni” che vedeva tra i protagonisti Girardengo. Nella capitale francese avviene l’arresto di Pollastri ed in molti credono che il campione sia stato l’artefice della soffiata alle forze dell’ordine.

Quelli Che Restano: scritta da Elisa, è la traccia che chiude l’album dell’artista di Monfalcone Diari Aperti, nella quale è fortemente ispirata dalla penna del “principe”: un’analisi interiore che si apre con una interrogativo “È che mi chiedevo se la più grande fatica è riuscire a non far niente/A lasciare tutto com’è fare quello che ti viene/E non andare dietro la gente” e si appoggia su un arrangiamento maestoso supportato da archi e percussioni. Un piccolo gioiello incastonato in musica.

Immagine di copertina – Photo Credits © Andrea Melaranci

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