Francia, approvata legge sulla sicurezza: vietato diffondere foto polizia

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Di Redazione Metropolitan

In Francia è stato approvato, in via definitiva, il contestatissimo progetto di legge sulla sicurezza globale. L’articolo 24 prevede pene per chi diffonde immagini, che possano identificare e di conseguenza minare la sicurezza degli agenti di polizia e militari.

Francia, contestazione tra libertà di informazione e sicurezza

Sulla corrente diatriba tra sicurezza e libertà di diffondere informazioni, in Francia oggi ha vinto la sicurezza. La contestazione riguardava il rischio che una legge troppo rigida potesse limitare il diritto d’informazione. Infatti da un punto di vista burocratico, durante il passaggio del progetto al Senato, la misura è stata modificata proprio per escludere dalla limitazione i giornalisti

Rèpublique en Marche, il partito del presidente Emmanuel Macron, ha presentato il progetto di legge. Le critiche sono state durissime, tanto da sinistra quanto da altri partiti. E queste spesso e volentieri si accompagna il riferimento agli episodi di violenza che hanno visto protagonisti alcuni membri delle forze dell’ordine durante manifestazioni come quelle dei gilet gialli, ma non solo.

Il governo è dunque in procinto di approvare il contestatissimo progetto di legge sulla sicurezza globale. L’articolo 24 del progetto, prevede pene per tutti coloro che diffondono, in modo negativo, immagini identificative di agenti di polizia e militari con l’obiettivo di nuocere alla loro sicurezza.

In ogni caso, non è soltanto l’articolo 24 a far discutere. Tra gli altri punti della normativa, ha sottolineato Le Figaro, ci sarà un uso più massiccio di telecamere di sorveglianza pedonali e droni da parte delle forze di polizia.

A tutela delle forze dell’ordine

In realtà l’articolo 24 penalizza l’identificazione delle forze dell’ordine, tramite foto o video, rendendo questi a tutti gli effetti reato. L’Assemblea Nazionale ha approvato il testo con 75 voti a favore e 33 contrari. Tuttavia la battaglia interna non sembra cessare. Infatti la sinistra ha già annunciato di voler portare il progetto di legge davanti alla Corte Costituzionale.

Migliaia di persone hanno manifestato contro la proposta che mirava a rendere illegale la diffusione di foto o immagini, raffiguranti poliziotti in servizio con l’intenzione di arrecar loro un danno. Nonostante questo il testo ha superato lo scoglio più importante. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, si è detto soddisfatto per il risultato raggiunto. Ha poi aggiunto che la norma è stata pensata per proteggere gli agenti di polizia.

Se i critici citano i precedenti scontri delle manifestazioni dei gilet gialli, il ministro è ha citato in difesa del progetto un altro episodio, altrettanto recente. Nel nord di Parigi, nei palazzi di Epinay-sur-Seine, dove è registrata un’importante piazza di spaccio, sono state diffuse immagini di vari poliziotti, con tanto di nomi e cognomi. Questo atto vergognoso ha convinto ancora di più Darmanin ad accelerare sul progetto di legge sulla sicurezza.

Meglio regnare in inferno che servire in paradiso” diceva John Milton nel suo capolavoro Paradise Lost. Kafka dal canto suo ha scritto Spesso è più sicuro essere in catene che liberi. La verità è opinabile in questa diatriba, l’unica soluzione al dilemma forse è il tempo dunque, Ai posteri l’ardua sentenza.

Giacomo Cattani