Regista, sceneggiatore e scenografo. Franco Zeffirelli – mancato il 15 giugno di tre anni fa – è l’estetismo artistico fatto regista. Una vita artistica in cui si alternano cinema, opera e teatro. Sfaccettature artistiche differenti che hanno in comune uno spettacolare senso del bello, che rimane la cifra distintiva di Zeffirelli durante tutta la sua lunghissima carriera.
L’infanzia a Firenze e l’imprinting shakespeariano
Un’infanzia segnata dalla prematura scomparsa della madre, quella del regista fiorentino. Classe 1923, Zeffirelli impara ben presto l’inglese grazie all’aiutante del padre, Mary O’Neill, ed è proprio così che avviene l’imprinting con la letteratura shakespeariana. Il regista stesso affermerà che è proprio Romeo e Giulietta, infatti, l’opera che lo segna per la vita, grazie alla quale comprende profondamente il significato dell’amore. Studia architettura nella sua Firenze, e ben presto sviluppa la sua grande passione per la scenografia.
Luchino Visconti e la volta di Londra
Alla fine della guerra, si unisce a Luchino Visconti diventando suo assistente; è cosi che Zeffirelli impara il mestiere di scenografo e di regista. Visconti, molto più grande di lui, è un’autorità in campo artistico, uno dei più grandi uomini di cinema e teatro dell’epoca. Un’unione professionale che li porta ad avere una lunga relazione che finisce bruscamente dopo 5 anni, quando Visconti caccia Zeffirelli. Dopo la rottura, fu molto difficile avviare una carriera, specialmente in Italia. Ecco perché, negli anni Cinquanta, metterà le radici per un nuovo inizio a Londra, città in cui il giovane Zeffirelli si fa un nome per i teatri londinesi come regista e scenografo. È in questo periodo che la sua cifra stilistica inizia a prendere forma, con la realizzazione di capolavori del calibro de ”La traviata”, l’ ”Aida” e la ”Tosca”. Storico, il sodalizio artistico tra il regista e la cantante lirica Maria Callas.
Zeffirelli e l’eleganza al cinema
Con il cinema, Zeffirelli mette ancora più a fuoco l’eleganza sensazionale della sua produzione artistica. Un senso del bello che riguarda – oltre la sontuosità unica delle scenografie – la completezza dei suoi personaggi, che cura fino ai minimi dettagli estetici e caratteriali. Uno ricerca costante e minuziosa, quello del regista, che gli permette di affermarsi anche in ambito cinematografico a livello internazionale, dalla fine degli anni Sessanta.
Nel 1968 esce ”Romeo e Giulietta” – considerato il suo grande capolavoro – adattamento cinematografico della sua opera shakespeariana prediletta. E poi una vastissima produzione, tra cui è impossibile non citare ”Fratello sole, sorella luna”, ”Gesù di Nazareth’‘, ”Il giovane Toscanini”. Una carriera che continua nel corso dei decenni, continuando con il cinema ma senza mai dimenticare i primi amori, teatro e opera. Sempre nel nome di quel senso di bellezza che lo aveva reso unico e indimenticabile nel panorama artistico del Novecento. Tra i suoi ultimi film, impossibile non citare ”Un Tè con Mussollini”, film autobiografico uscito nel 1999.
Zeffirelli e il suo indimenticabile senso del bello
Franco Zeffirelli è una di quelle personalità artistiche che, con più di sessant’anni di carriera, segna la storia del teatro, del cinema e dell’opera con in suo indimenticabile senso del bello.
Caterina Frizzi