Seduta sospesa alla Camera dove i deputati di Fratelli d’Italia hanno raggiunto il centro dell’emiciclo esponendo cartelli con la scritta ‘No green pass’ e hanno occupato l’Aula.
La protesta scatta durante l’esame della pregiudiziale di Fdi relativa al decreto legge Covid che contiene disposizioni sull’obbligo del Green Pass per lo svolgimento di determinate attività.
Il capogruppo Lollobrigida aveva chiesto il voto segreto che non è stato però disposto dalla presidenza in base al cosiddetto “principio della prevalenza”. A quel punto sono spuntati i cartelli. Il vicepresidente Fabio Rampelli prima di sospendere la seduta ha richiamato all’ordine il collega Mollicone.
I deputati del Pd hanno risposto gridando “vergogna, vergogna” all’indirizzo dei colleghi di FdI. “Irresponsabili”, ha inveito Beatrice Lorenzin. “Sei pazza”, ha mimato col dito il deputato di FdI Salvatore Deidda all’indirizzo dell’ex ministra della salute. Mentre le urla montavano da entrambe le parti, Rampelli ha sospeso la seduta.
Il decreto che contiene le disposizioni sul green pass e la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre è stato subito contestato da FdI, che ha presentato la pregiudiziale di incostituzionalità, lamentando “una discriminazione nel mondo del lavoro” che “fa pesare la pandemia sempre sugli stessi”. “Invitiamo il governo e i partiti a una ulteriore riflessione. La democrazia esige un dibattito in Aula e merita informazioni e trasparenza. Non è una democrazia quella in cui i cittadini devono ricorrere a un tribunale per avere informazioni chiare sull’operato del governo” aveva spiegato Augusta Montaruli.
“‘La libertà non è un semplice sgorgare senza direzione’, diceva Emmanuel Mounier, uno dei principali ispiratori dell’articolo 2 della nostra Costituzione” le ha ribattuto il dem Stefano Ceccanti, sottolineando come “la carta non a caso tiene insieme riconoscimento dei diritti e consapevolezza dei doveri. Due elementi indissociabili”. Adesione alla linea dem da parte del M5s e di FI. Mentre la Lega ha spiegato di voler votare contro l’incostituzionalità per poter modificare il testo che anche ad avviso del Carroccio presenta delle criticità.