In Consiglio dei Ministri il Green pass subirà una leggera frenata, sarà esteso, per ora, solamente alle ditte di pulizia che operano nelle scuole e al personale delle mense scolastiche e a quei lavoratori “esterni” impiegati in strutture del settore sanitario come le Rsa.

Green pass e i dissapori nel Governo

Arriva un primo passo, seppur lieve, verso l’obbligatorietà del Green pass per i dipendenti di attività che prevedono uno stretto contatto con il pubblico.

Sarà obbligatorio, infatti, mostrare la certificazione verde per tutte le ditte di pulizia che operano nelle scuole e al personale delle mense scolastiche e anche ai lavoratori “esterni” a contratto con strutture del settore sanitario come le Rsa.

Questo provvedimento dovrà aprire la strada al graduale obbligo per le altre categorie: baristi e istruttori sportivi, poi i dipendenti statali e infine quelli delle aziende private.

Ma il cronoprogramma così tracciato dal Governo sembra rallentare il percorso per l’allargamento del Green pass, rispetto a quanto era stato dichiarato da esponenti della maggioranza nei giorni scorsi.

Con queste tempistiche un eventuale prossimo provvedimento, in cui valutare l’estensione più generalizzata, non potrà essere preso in considerazione prima di metà settembre.

Servirà quindi altro tempo prima che il lasciapassare diventi tassativo anche per tutte quelle categorie che lavorano nei luoghi dove il pass è già richiesto a chi li frequenta.

Tra le categoria a cui il pass sarà esteso figurano: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti delle strutture (cinema e teatri, ad esempio), ma anche per istruttori sportivi che lavorano in luoghi come piscine e palestre.

Sul nodo tamponi, per coloro che non potranno o non vorranno ricevere la vaccinazione, le indiscrezioni sembrano puntare sulla gratuità per i soggetti fragili e che hanno dovuto rinunciare al vaccino, mentre per tutti coloro che hanno rifiutato l’inoculazione non saranno introdotte agevolazioni, in parte per non pesare sulla comunità e in parte per non regalare un incentivo alla non vaccinazione.


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Franco Ferrari