Dal 2007 Gabriele Muccino non sente il fratello Silvio Muccino. Oggi è tornato a parlare del rapporto complicato, confessando di non aver alcuna intenzione di ricucire un legame.

Gabriele Muccino : “Un lutto di una persone vivente”

Il regista, fresco dall’uscita della serie A casa tutti bene (tratta dall’omonimo film), ha deciso di rispolverare la fine del rapporto con il fratello, in una recente intervista a Il Corriere della Sera.

Un distacco visto come un lutto, che secondo le parole dello stesso:

Rimane una delle cose più ingiustificabili e incomprensibili.

Poi il regista continua:

Con lui ho vissuto un lutto, un lutto di una persona vivente, che non vedo dal 2007. Un’esperienza per me aberrante da un punto di vista psicologico: mi ha scarnificato.

Nonostante il dramma sembri elaborato, l’autore non ha alcuna intenzione di rivedere Silvio, in quanto non avrebbe nulla da dirgli. Nessuna speranza quindi di riallacciare i rapporti con il fratello minore:

Quando tuo fratello scompare senza neanche dirti perché per una vita intera, il corpo soffre, soffri psicologicamente, ti svegli nel cuore della notte come se ti mancasse l’aria, perché hai voglia di tuo fratello. Era un pezzo di me. Mi ha tolto un parte enorme della mia vita e ora quella parte lì se ne è andata.

In conclusione sembra che nemmeno un eventuale film insieme possa stemperare il clima tra i due:

Non potrei mai fare un film così perché è troppo vicino a qualcosa di troppo doloroso. Ad ogni modo no, una situazione così irrisolta e così inspiegabile non trova una soluzione facile, nemmeno al cinema, perché il cinema è giusto quando è onesto.

Nel suo racconto di vita inoltre torna anche a parlare del suo primo successo, L’ultimo Bacio (2001) disponibile ora su Netflix:

Quel personaggio ero io, completamente. Dopo il mio primo film Ecco fatto e, soprattutto, dopo Come te nessuno mai , ero io a ritrovarmi in una storia che richiedeva delle responsabilità, improvvisamente circondato da tante Martina Stella. Quello che però non sapevo era che molte altre persone fossero simili a me”. Per me quel film fu una sorta di tsunami.

Edoardo Baldoni