Il gender gap nel mondo del cinema è un fenomeno attuale e concreto. Parlare di equality in questo settore, nonostante i tentativi di miglioramento, sembra sempre più un miraggio. Anche se i progressi che sono stati fatti nei confronti della parità di genere rispetto al passato sono notevoli, le forme di discriminazione più o meno evidenti restano ancora troppo frequenti.

ll gender gap in Europa

Mentre negli Stati Uniti la battaglia per l’uguaglianza di genere sembra prendere più piede, in Europa la situazione è tutt’altro che rosea: in merito alla gender equality un report dell’European Women’s Audiovisual Network dice che solo 1 film su 5 è diretto da donne.

Uno studio dell’European Audiovisual Observatory certifica che la parità di genere è ancora lontana, davanti e dietro la cinepresa: le donne alla regia occupano solo il 23% dei registi dei film prodotti e usciti in Europa fra il 2016 e il 2021. Nel cinema europeo la disparità di genere è ancora molto evidente. Se parliamo di produttrici, sempre nello stesso arco di tempo, la percentuale sale al 33%, mentre nella sceneggiatura non oltrepassa il 27%. Anche peggiori i numeri nella direzione della fotografia (10%) e nelle colonne sonore (9%). 

Il disequilibrio nel mondo del cinema è stato di recente analizzato anche dal the Guardian, che prendendo in considerazione gli Oscar, ha portato avanti un’inchiesta proprio sulla disparità di trattamentoanche nelle premiazioni e nei riconoscimenti – che affligge le lavoratrici del settore.

A livello economico il problema del divario resta lo stesso. Dal seminario Gender Equality and Inclusivity and Film Industry tenutosi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019, è stato riportato che un’attrice in media guadagna il 40% in meno rispetto ai colleghi uomini.

Uno sguardo all’Italia

Più del 90% dei film in uscita nelle sale cinematografiche italiane sono prodotti da uomini, e lo stesso discorso vale anche per le serie tv e i programmi televisivi.

La questione è molto più grave di quanto si possa immaginare. Basti pensare al fatto che la percentuale di donne e uomini che si diplomano  nelle scuole di cinema è praticamente uguale. E quindi sì, possiamo affermarlo senza timore, l’ambiente cinematografico in Italia è ancora maschilista. Le donne nel cinema – in particolare per quanto riguarda la regia – vivono ruoli assolutamente marginali.

La regista Cristina Comencini, che da anni si impegna nella battaglia legata alla parità di genere, ha di recente detto che: “Portare un uomo a vedere un film diretto da una donna non è per niente facile, c’è una sorta di allontanamento istintivo. Di conseguenza i film di donne vanno meno bene al botteghino, e i progetti ‘femminili’ sono dunque più rischiosi da finanziare, in un circolo vizioso al negativo. Il cinema avrebbe bisogno di più film di donne, con la quantità il gap alla fine si supera. Il cambiamento, al cinema come altrove, è culturale, di prospettiva, di sguardo”. 

Cinema e gender gap: serve un cambiamento culturale?

Anche a livello di contenuti il problema del gender gap nel mondo del cinema sembra persistere. In tantissimi film la figura femminile viene proposta come un trofeo, un premio da esibire. Discriminazioni di genere in ambito cinematografico sono ancora oggi innumerevoli e sempre all’ordine del giorno. Un’ adeguata rappresentazione della donna resta in molti casi una lontanissima utopia.

D’altro canto l’immaginazione spesso sottende a quanto accade nella realtà, e nella vita di tutti i giorni le donne non sono uguali agli uomini, non hanno ancora gli stessi diritti. La figura della donna all’interno della società moderna rimane schiacciata e oppressa, vittima di mentalità e gesti che inneggiano al maschilismo e al patriarcato.

Queste differenze di genere creano pregiudizi difficili da smantellare, continuando a condizionare moltissimi aspetti della vita delle persone.  Troppo spesso le storie hanno una narrazione da un punto di vista maschile, senza riservare la giusta considerazione e attenzione alla prospettiva delle donne.

Il tema del cinema al femminile è al centro del dibattito europeo già da diversi anni ma il cambiamento si può generare solo insieme. Tocca a noi continuare a combattere per una realtà più giusta e inclusiva.

Francesca Mazzini

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