Genova: operai ex Ilva in sciopero, lunedì incontro col ministro del lavoro Orlando

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Di Redazione Metropolitan

“Se non ci sarà la sospensione della cassa confermata dal governo noi non andremo via di qui”. Continua lo sciopero dei lavoratori dell’ex Ilva di Genova (oggi Acciaierie d’Italia) contro la decisione dell’azienda di mettere in cassa integrazione ordinaria oltre 900 operai del sito di Cornigliano. Nella giornata di ieri i manifestanti hanno manifestato in Via Guido Rossa, bloccando il traffico da entrambi i lati per circa 8 ore. Per rispondere alle proteste il ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando ha comunicato la sua presenza nello stabilimento ex Ilva di Cornigliano lunedì 28 giugno per incontrare i lavoratori. Fino a quando non si presenterà però continueranno le proteste, come conferma uno dei manifestanti:

“Senza segnali chiari da parte del Governo andremo avanti, fermandoci solo per il patrono per rispetto alla città e perché le tradizioni vanno rispettate. Ma si devono svegliare perché se non arriverà la convocazione noi torneremo in prefettura e non con il cappello in mano ma con i caschetti

Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria, oltre a riassumere le istanze degli operai e del ruolo del settore siderurgico in Italia, sottolinea il ritardo dell’intervento del ministro Orlando:

“Dopo l’assemblea è stato deciso con i lavoratori di manifestare iniziando a bloccare la Guido Rossa, perché vogliamo quelle risposte che mancano da troppo tempo e le vogliamo dal Governo nella sua veste di azionista di Acciaierie d’Italia. La richiesta della cigo (cassa integrazione ordinaria) da parte dell’azienda non rispecchia le continue richieste del mercato e sentiamo sempre dire che la Siderurgia è strategica per il nostro paese, ma questo non può rimanere solo a parole. Ci vogliono i fatti, ci vogliono quegli investimenti necessari per rilanciare la siderurgia tenendo conto dell’occupazione e della sostenibilità produttiva legata all’ambiente senza dimenticarsi del quotidiano. Il ministro del Lavoro Orlando doveva venire in stabilimento una quindicina di giorni fa e da allora non abbiamo più avuto notizie. Ci aspettiamo che oggi si faccia sentire e si pronunci su questa situazione che si è creata”.

Secondo Igor Magni, segretario generale della Cgil di Genova, la decisione di porre in cassa integrazione gli operai avviene in un contesto in cui non c’è una crisi industriale che giustifichi tale misura:

 “La crisi di mercato non c’è, il settore dell’acciaio si sta riavviando e ci sono forti richieste soprattutto delle lavorazioni che si fanno a Cornigliano, lavorazioni importanti che vanno rilanciate perché sono a quote di mercato inferiori a quelle richieste. C’è una grande potenzialità inespressa da parte della fabbrica ma c’è bisogno di serietà e di scelte finalmente definitive da parte del governo. Aspettiamo una convocazione da parte dell’Esecutivo per provare a definire una volta per tutte la situazione di questo stabilimento che merita di avere una sua stabilità e di essere rilanciato”.

Ad essere sotto accusa è in particolare l’immobilismo dello stato dato che come ricorda Stefano Bonazzi, segretario di Fiom Genova: Il governo ha il 50% del potere decisionale in Acciaierie d’Italia, non può continuare a non prendere posizione. Se non lo farà il governo, lo faremo noi, perché i lavoratori sono stanchi di pagare per scelte operate altrove”.

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