George A. Romero nasceva il 4 febbraio del 1940, e in questa data InfoNerd ha deciso di ricordare il “papà degli zombie” che con i morti viventi ha sempre voluto parlare di altro
George A. Romero è un nome che non ha bisogno di presentazioni, e la sua figura come regista e sceneggiatore ha segnato la storia del cinema e persino del fumetto.
Il cinema zombie di George A. Romero
George A. Romero, passato alla storia come il “papà degli zombie”, è noto per la saga dei morti viventi, i cui film – soprattutto i primi due a dire il vero – sono diventati dei veri e propri cult: La notte dei morti viventi (1968); Zombi (1978); Il giorno dei mori viventi (1985); La terra dei morti viventi (2005).
A parte i film sopra citati, George A. Romero dirigerà altri due film a tema zombie, Diary of the Dead – Le cronache dei morti viventi (2007) e Survival of the Dead – L’isola dei sopravvissuti, ma essi rappresentano un universo narrativo differente rispetto alla saga passata alla storia.
George A. Romero e il mondo del fumetto
George A. Romero si è dedicato, in qualità di sceneggiatore, a portare i suoi zombie anche nel mondo del fumetto con due opere: Toe Tags (2004), miniserie edita dalla DC; ed Empire of the Dead (2014), edita dalla Marvel.
Anche in queste opere fumettistiche George A. Romero ripropone la figura dello zombie come rivoluzionario, anche in modo più esplicito rispetto alla sua saga cinematografica, tanto che – forse aiutato da un medium comunicativo più possibilista – l’autore guida i disegnatori verso citazioni a opere letterarie e artistiche di un certo calibro come Frankenstein di Mary Shelley e La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix (per saperne di più invito il lettore a leggere l’articolo Zombie e fumetti: oltre The Walking Dead, dove parlo più approfonditamente di queste opere).
Ma poi, cosa sono e significano gli zombie di George A. Romero?
“Ho sempre simpatizzato per gli zombie, hanno un che di rivoluzionario. Rappresentano il popolo solitamente senza idee autonome che a un certo punto, stanco dei soprusi, si ribella. Eravamo noi nel ’68. E ora siamo morti, no? I nostri ideali sono morti, io sono uno zombie”
(George A. Romero)
Gli zombie rivoluzionari di George A. Romero
George A. Romero non ha mai nascosto che i suoi zombie rappresentassero qualcosa di più di un mucchio di carne putrefatta: i suoi morti viventi rappresentavano il popolo che alla fine si ribella, i rivoluzionari del ’68, gli esclusi che si riprendono il loro posto.
Nei suoi film come nei fumetti da lui sceneggiati vi è sempre una critica spietata nei confronti dell’élite al potere, di solito mostrata come tracotante e arroccata nelle sue torri d’avorio; fautrice di una politica violenta e ingiusta che favorisce solo loro e schernisce gli ultimi. Finché gli ultimi non se la mangeranno.
George A. Romero oltre gli zombie
La produzione di George A. Romero non si è limitata, nonostante la fama delle sue opere a tema zombie, ai morti viventi.
Sono suoi lavori interessanti Wampyr, film che per tutta la pellicola è in grado di mantenere costante l’equilibrio sul filo del rasoio tra pazzia e mondo soprannaturale (e che trovo ingiustamente sottovalutato); e La città verrà distrutta all’alba, film catastrofico dove le sue doti di sceneggiatore in grado di gestire al meglio la suspense si fanno sentire.
Nota è poi la sua collaborazione fruttuosa con Dario Argento, che collaborò alla sceneggiatura di Zombi, il quale co-dirige con George A. Romero Due Occhi Diabolici, film in due parti basato sulle opere di Edgar Alan Poe.
George A. Romero e gli ultimi anni di vita
George A. Romero muore il 16 luglio 2017 a Toronto dopo aver perso la battaglia contro un aggressivo cancro ai polmoni.
A cura di Eleonora D’Agostino