George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, è stato uno dei più importanti autori, giornalisti e opinionisti politici e culturali del Novecento. Scrittore preciso e chiaro, Orwell è stato uno dei più lucidi saggisti del suo tempo. Avverso a ogni forma di totalitarismo, è noto per due romanzi che fondono impegno politico e passione letteraria: The Animal Farm e 1984.
Trascorse la sua infanzia in Inghilterra dove frequentò il college a Eastbourne. Qui fu molto infelice, si sentiva emarginato dai compagni provenienti da famiglie ricche, e spesso subì punizioni corporee. In seguito ad una borsa di studio, s’iscrisse al prestigioso Eton College, cominciando a coltivare i suoi interessi intellettuali, scrivendo i suoi primi saggi, e sviluppando un proprio stile letterario.
George Orwell e i numerosi viaggi
Dopo la scuola, Orwell decise di non andare all’università e tornò in India. Qui si arruolò nella Polizia Imperiale in Birmania e vi rimase fino 1927, quando decise di dimettersi a causa delle sue idee antimperialiste. Questa esperienza gli ispirò il suo primo romanzo, intitolato Giorni in Birmania.
Tornato in Europa, visse tra Parigi e Londra facendo vari mestieri e soffrendo spesso la fame. Decise di condurre un esperimento sociale per scrivere in modo realistico di problemi e delle difficoltà affrontate dalle classi più povere. Cominciò, quindi ad indossare abiti usati, trascorrendo lunghi periodi in compagnia di senza tetto. Questa esperienza gli fornì materiale utile per il suo primo libro Senza un soldo a Parigi e Londra, in cui affrontò il tema della povertà nelle due grandi capitali europee.
L’attivismo di Orwell durante le guerre
Nel dicembre del 1936 Orwell si recò in Spagna per partecipare alla Guerra Civile. Battendosi per conto del Partito Marxísta, fu ferito e costretto a tornare in Inghilterra, dove scrisse Omaggio alla Catalogna, in cui raccontò la sua esperienza spagnola. I suoi scritti, in quel periodo, furono ispirati a un socialismo personalissimo con violenti attacchi al capitalismo, alla chiesa cattolica, e in genere a tutte le forme di sopraffazione e ingiustizia della società moderna.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Orwell cercò di arruolarsi, ma fu respinto per motivi di salute. Ecco come nel 1941, cominciò a lavorare per la BBC, curando trasmissioni propagandistiche e programmi politici. In seguito diventò editore per il Tribune, un giornale di estrazione socialista, per cui scrisse numerosi articoli, recensioni letterarie e vari saggi.
I due romanzi più famosi di George Orwell
Qualche anno dopo, nel 1944, scrisse una delle sue opere più importanti, il romanzo allegorico The Animal Farm. Quest’opera è un’allegoria politica sulla Rivoluzione Russa, nel quale si nota la forte inclinazione di contrarietà al totalitarismo. Ricredutosi sul comunismo, specie su quello russo, narrò, con una simbologia assai trasparente, il prevalere del potere staliniano sugli ideali rivoluzionari
Il secondo famosissimo romanzo, e l’ultimo pubblicato nella sua vita, fu 1984. Esso descrive in maniera vivida un mondo distopico dominato da una fantapolitica totalitaria. E’ un romanzo anti-utopistico, in cui vi è un mondo futuro sottomesso e guidato dal Grande Fratello (Big Brother) che controlla la popolazione attraverso microfoni e telecamere. Da quest’ultimo romanzo nasce anche l’aggettivo orwelliano, che si attribuisce a tutti quei meccanismi totalitari alla cui base c’è il controllo del pensiero.
Gli ultimi anni di vita
Orwell viene ritenuto ancora oggi uno dei maggiori esponenti di questo tipo di letteratura e del filone della critica alla società inglese. Riuscì per tutta la vita a mantenere in equilibrio la sua appartenenza alla classe borghese e la sua vicinanza alle classi più povere.
George Orwell muore il 21 gennaio 1950, per un cedimento di un’arteria polmonare dovuto alla tubercolosi.
Federica Minicozzi