George Orwell: libri contro sigarette

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Di Redazione Metropolitan

George Orwell, ricordato soprattutto per 1984 e La Fattoria degli Animali, era un fumatore incallito. E le sigarette sono proprio al centro di un piccolo saggio – Libri contro Sigarette – in favore della lettura.

George Orwell (nato Eric Arthur Blair, 25 giugno 1903 – 21 gennaio 1950) fumava, e tanto; gli procurava un grandissimo piacere. Ricorrono infatti sovente accenni o aneddoti sul fumo nella sua produzione letteraria. Come in Omaggio alla Catalogna, in cui i suoi momenti più speranzosi e felici sono proprio quando riesce a mettere le mani su un pacchetto di qualsiasi tipo di sigarette. E sarà proprio la sigaretta il metro di misura che utilizzerà in Libri contro Sigarette (titolo originale Books v. Cigarettes), al fine di dimostrare, con un tocco di ironia, che in fondo leggere non è così costoso come si vuol far credere.

George Orwell
Photo Credit: VivereMilano
George Orwell – Photo Credit: VivereMilano

Perché libri contro sigarette?

Libri contro Sigarette (1946) nasce in seguito ad una conversazione tra operai di una fabbrica, ascoltata da Orwell, secondo i quali leggere libri fosse troppo costoso. Così lo scrittore si mette di buona lena a calcolare quanto abbia speso in un arco di 15 anni in libri, dividendo fra quelli comprati, presi in prestito, regalati, prestati, e così via. Fra vari calcoli riesce ad arrivare ad un totale di circa 900 libri, per un costo di 165,15 sterline. A questi ha poi aggiunto i costi di vari giornali, riviste, iscrizione alla biblioteca, arrivando così alla cifra di 25 sterline l’anno per quindici anni. Per poi porre la domanda fatidica: quale vizio è più costoso, leggere o fumare? E su cosa conviene spendere di più?

Copertina originale di Books vs Cigarettes
Photo Credit: Kyrie
Copertina originale di Books vs Cigarettes – Photo Credit: Kyrie

Le conclusioni di George Orwell

Quanto aveva invece speso per fumare in un anno? Quaranta sterline, risultandone così che leggere fosse palesemente più conveniente. Una delle conclusioni alla quale lo scrittore arriva, dopo fantasmagorici calcoli di libri comprati di seconda mano, e di divisioni per ordine di tempo di lettura, è che leggere sia uno dei passatempo più economici, secondo solo all’ascolto della radio. E la verità è dunque che il prezzo è come al solito una delle tante scuse che adduce chi non legge, o legge poco, oltre le classica “mancanza di tempo”.

“Se il nostro consumo di libri continuerà a essere così basso, ammettiamo almeno che questo avviene perché la lettura è un passatempo meno allettante dell’andare alle corse dei cani, al cinema o al pub e non perché i libri, comprati o presi in prestito, sono troppo cari.”Libri contro Sigarette, di George Orwell

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