Germani Brescia, senti coach Magro: “Coppa Italia resterà per vent’anni!”

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Di Redazione Sport

Nonostante il mancato approdo ai playoff scudetto della Lega Basket A, per Germani Brescia sarà comunque un anno da incorniciare e ricordare: il cammino europeo non è stato tanto negativo, ma l’affermazione in Coppa Italia ha regalato un successo da iscrivere, per sempre, nella storia del club lombardo. Pensando alla vittoria della Final Eight, coach Alessandro Magro non è riuscito a nascondere tutto il suo orgoglio mentre tracciava un bilancio di questa stagione di pallacanestro.

Le parole di Alessandro Magro, allenatore che ha portato Germani Brescia a vincere la Coppa Italia

Affrontare Milano sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un’annata movimentata: l’Eurocup onorata fino ad Ankara, la capacità di fare scudo ed emergere dalle difficoltà – ha detto Alessandro Magro di Germani Brescia ai microfoni de Il Foglio –. Che ci sono state, e non poche. Il rammarico è non aver potuto affrontare questo 2022/23 a pieno organico, con la squadra ideata in estate. Sorprendere l’Olimpia al debutto ci ha dato fiducia. Poi Pesaro: la sfida più difficile, tutta la pressione su di noi. E in finale non avevamo niente da perdere. La Virtus è la Virtus. Ma sapevamo di poterci imporre. Vi rivelo un aneddoto: prima della palla a due raccolgo i ragazzi per le ultime indicazioni. Forse loro, tanti avrebbero suggerito così, contro un avversario più forte, si aspettavano di sentirsi dire di restare attaccati al match. Al diavolo: scendiamo in campo e giochiamo da Brescia, cioè senza paura. Un basket di condivisione, del pallone in attacco e degli sforzi in difesa. Mi piace coprire gli spazi insieme, per poi correre in contropiede e attaccare nei primi secondi di possesso. Cavalcando il talento dei singoli. Il valore della Coppa non è soltanto nel trofeo in sé, ma nell’aver eliminato Milano e Bologna. Che per roster, coaching e risorse sono avanti anni luce. La vittoria in coppa resterà per vent’anni. Rimanere competitivi. E continuare a essere un polo appetibile per i talenti. Mitrou-Long ieri, Petrucelli e Della Valle oggi: vedere dove sono arrivati fa capire che questa è la strada giusta. Forse in questo biennio siamo stati fin troppo veloci a raggiungere gli obiettivi. Far parte della Mens Sana Siena degli anni d’oro (2006-2014) mi ha insegnato che il difficile non è vincere, ma confermarsi e alzare l’asticella. Qui i presupposti ci sono tutti: siamo testardi, ambiziosi, pronti a imparare dai nostri errori. Servirà del tempo. Ma poter leggere il nome della Leonessa sugli almanacchi non è cosa da tutti i giorni“.

(Credit foto – Lega Basket A)

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