Ghost, film cult degli anni ’90, ha contribuito a lanciare definitivamente la carriera del compianto Patrick Swayze. A dividersi con lui la scena, Demi Moore e Whoopi Goldberg, che per il suo irriverente ruolo ottenne l’Oscar come Miglior attrice non protagonista.
Entrato di diritto nell’immaginario collettivo, Ghost è una storia d’amore senza vincoli di tempo e spazio. Un sentimento talmente intenso e potente da trascendere anche i confini della morte e manifestarsi continuamente come se fosse tangibile, vivo, infinito.
Un film decisamente perfetto per un periodo difficile come quello attuale, che ci costringe ad essere lontani dai nostri cari. Un’occasione perfetta per ricordarci di quanto l’amore sia più forte di ogni altra cosa.

Whoopi Goldberg in una scena di "Ghost" - immagine web
Whoopi Goldberg in una scena di “Ghost” – immagine web

Ghost: trama e curiosità

Patrick Swayze interpreta Sam, un bancario che viene ucciso in un tentativo di rapina sotto gli occhi della fidanzata Molly (Demi Moore). Nel momento in cui la sua anima deve levarsi in Paradiso, Sam decide di restare sulla terra sottoforma di fantasma, per proteggere Molly da quello che si rivelerà un vero e proprio complotto ai danni della coppia. A fare da tramite tra i due Oda Mae West (Whoopi Goldberg), una truffatrice che rivelerà avere doti paranormali.

Demi Moore e Patrick Swayze nella famosa scena del vaso in "Ghost" - immagine web
Demi Moore e Patrick Swayze nella famosa scena del vaso in “Ghost” – immagine web

Il film si rivelò essere il più redditizio del 1990, con un guadagno mondiale di 506 milioni di dollari a fronte dei 22 impiegati nella produzione.
Produzione a cui Patrick Swayze suggerì proprio Whoopi Goldberg, considerandola perfetta per il ruolo che le valse l’Oscar, e anche perché ne era un ammiratore. Oltre a questo premio, il film vinse un’ulteriore statuetta come Miglior sceneggiatura originale.
A contendersi l’Oscar anche Maurice Jarre, per la Migliore colonna sonora: curò infatti “Unchained Melody“, il celebre brano che incornicia la romantica scena del vaso. La canzone era in realtà stata composta nel 1955. Il premio venne però vinto da John Barry per Balla coi lupi.

Chiara Cozzi

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