Giorgia Meloni ha vinto le elezioni: cosa succede ora

Foto dell'autore

Di Alessia Spensierato

Il risultato delle elezioni del 25 settembre è storico, non solo per Fratelli d’Italia. Nessun grande paese europeo aveva mai visto un’affermazione così decisa della destra dal secondo dopoguerra a oggi. Cosa succede ora col Governo Meloni?

Dopo le elezioni si attende qualche giorno per la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d’appello. Quest’anno tale passaggio potrebbe essere più complicato per via della legge che ha ‘tagliato’ i parlamentari portandoli da 945 a 600

Già fissata per il 13 ottobre la riunione dei nuovi deputati e senatori, anche se va ancora decisa l’ora. In questa prima seduta si proclamano gli eletti e si procede all’elezione dei presidenti di Camera e Senato

I sistemi sono radicalmente differenti per i due rami. A Palazzo Madama si definisce tutto necessariamente entro il quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei componenti, il terzo voto è a maggioranza assoluta dei senatori presenti. Se nessuno raggiunge nemmeno questa maggioranza, si procede al ballottaggio

Chi andrà al Governo Meloni

Il governo Meloni è tutto da fare. La leader di Fdi ha scelto di non anticipare nomi e incarichi per il suo esecutivo. Oggi i nomi più gettonati per un salto nel governo sono pochi. Uno di questi è Giovanbattista Fazzolari, senatore e responsabile del programma di Fdi. È stato con Meloni al ministero della Gioventù. E oggi sembra favorito per entrare nel governo in un ruolo simile. Poi c’è Ignazio La Russa, che ha l’esperienza da ministro della Difesa da spendere. Anche lui potrebbe finire a Palazzo Chigi, magari con un ruolo di sottosegretario. Tra i fedelissimi c’è anche Guido Crosetto. Ex sottosegretario ed esponente di Forza Italia, è tra i fondatori di Fdi. Potrebbe diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Invece Giovanni Donzelli, anche lui dipinto come uno dei più vicini a Meloni, resterà nel partito. Difficile capire invece cosa succederà a Giulio Tremonti e a Marcello Pera. Sono eredi della tradizione governista del Cavaliere. Il primo però è attualmente in svantaggio nel suo collegio contro il candidato del centrosinistra Benedetto Della Vedova. Pera invece è tranquillamente in vantaggio nel suo collegio in Sardegna

Cosa succede ora col Governo Meloni

I voti raccolti non basteranno a modificare la Costituzione, visto che il centrodestra non ha i due terzi dei seggi, ma l’impronta di governo potrebbe essere forte. Se Meloni riuscirà a tenere a bada Salvini e Berlusconi potrà andare avanti, per plasmare l’Italia. Ma come?

Per la prima volta nella storia del partito la pratica dovrà prevalere sugli slogan. Meloni si ritrova subito a gestire una congiuntura non favorevole, a partire dalla questione degli approvvigionamenti di gas in vista dell’inverno: il rischio è che il suo governo esordisca con annunci impopolari, perché di fronte alla crisi del gas a causa dei rapporti con la Russia sappiamo che l’unica via, al momento, è una riduzione dei consumi. In più, c’è una crisi inflazionistica da gestire,con riforme in cantiere da realizzare, su tutte quelle su stipendi e tasse, oltre ai progetti del Pnrr da gestire. A stretto giro, si aggiunge la legge di bilancio che non si prospetta florida.

Sulla politica estera Giorgia Meloni parte da un ostentato atlantismo, in linea con il governo Draghi su Ucraina e Putin, a cui si aggiunge la difesa di Taiwan dalla Cina. Tuttavia, lo stesso allineamento non si può dire nei confronti dell’Unione Europea. Fratelli d’Italia è sempre stata una forza euroscettica, come spesso mostrato anche in questa campagna elettorale, e che ha forti legami con governi di chiara deriva autoritaria, come l’Ungheria di Orban. 

I dubbi più grandi riguardano i diritti. Le posizioni di Fratelli d’Italia sono molto restrittive nei confronti degli omosessuali, e sembrano andare indietro di decenni nei confronti delle donne. Per non parlare delle politiche sull’immigrazione e la cittadinanza. Non sembra questo il periodo in cui l’Italia compirà dei passi avanti in questi campi, come si attendeva da anni, per colmare ampie lacune che si sono create nei confronti degli stati democratici.