Oggi 27 febbraio è la “Giornata Internazionale dell’orso polare“. Nel 2035 se non si porrà un freno al riscaldamento globale gli orsi polari saranno estinti. Il loro habitat sta scomparendo con lo scioglimento dei ghiacciai. Circa 30.000 gli esemplari rimasti al mondo. Il cambiamento climatico ha ridotto la distesa di ghiaccio marino che un tempo si estendeva dal Polo Nord alla Baia di Hudson meridionale. Tra il 2011 e il 2016 proprio nell’area meridionale della Baia di Hudson, è stato stimato un calo della popolazione di orsi polari pari al 17%, con la diminuzione del numero di individui da 943 a 780. Le concentrazioni di ghiaccio marino sono diminuite del 13% ogni decennio dal 1979 a causa dell’aumento delle riscaldamento globale. Le regioni artiche si sono riscaldate due volte più velocemente del resto del mondo, quindi il ghiaccio marino stagionale si forma più tardi in autunno e si rompe prima in primavera.

Per salvare l’orso polare è urgente mettere in campo azioni di conservazione: oltre alla ricerca sul campo, la lotta alle ulteriori minacce che incombono sull’Artico, tra cui le esplorazioni petrolifere e di gas, il WWF e altre associazioni stanno portando avanti altri interventi per salvare la specie. Il team Artico del WWF Russia, ad esempio, ha formato vere e proprie squadre che collaborano con le popolazioni locali. Questo per contribuire alla loro formazione. Molte sono le iniziative atte alla salvaguardia di questa specie.

Immagine di orsi polari  photo credit: it.dreamstime.com
Immagine di orsi polari photo credit: it.dreamstime.com

Giornata Internazionale dell’orso polare, per conoscere meglio questo mammifero

Gli orsi polari sono indicati tra i mammiferi come una specie marina perché trascorrono la maggior parte della loro vita sul ghiaccio marino dell’Oceano Artico. Hanno uno spesso strato di grasso corporeo e il rivestimento di pelliccia idrorepellente che li isola dall’aria fredda e dall’acqua. Sono considerati abili nuotatori, riuscendo a sostenere un ritmo di sei miglia all’ora. Si muovono con le loro zampe anteriori, tenendo le zampe posteriori piatte come un timone. Per gran parte del tempo vanno a caccia di cibo. La loro dieta è costituita principalmente di foche dagli anelli e foche barbute. Questi animali forniscono all’orso polare grandi quantità di grasso, necessario per la sopravvivenza degli orsi polari. Spesso però la caccia alle foche non va a buon fine.

Le popolazioni di orsi polari sono distribuite nelle regioni artiche di Europa, Asia e America. Un maschio di orso polare può arrivare a pesare fino a 800 chili, circa il doppio delle femmine, e arrivare a misurare quasi 3 m di lunghezza. L’elevata mole rende questo animale il più grande carnivoro terrestre del pianeta. Gli orsi polari hanno un olfatto molto sviluppato che usano per localizzare le foche (loro prede principali) che escono fuori dalla banchisa polare per respirare. Una volta individuata un’apertura nella crosta ghiacciata, l’orso è in grado di attendere pazientemente l’uscita della preda e di rilevarla anche sotto un metro di neve e ghiaccio.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (Orso polare) photo credit: espresso.repubblica.it

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